Mauro Graziani

That Goodbye (2002)


Potete ascoltare il brano in streaming cliccando qui. Durata circa 11'15".
NB: MP3 compresso a bitrate 192.


That Goodbye è una elaborazione di questo verso tratto dalla poesia "Do not go gently into that goodnight" di Dylan Thomas, letto dall'autore e tratto da una registrazione d'epoca.
In questo brano sperimento una strategia compositiva che annulla la distanza fra elaborazione e composizione. Normalmente, nei pezzi basati su frammenti sonori pre-esistenti, si applicano delle idee compositive a un certo materiale che viene elaborato e poi montato. Questo perché le elaborazioni sono, per così dire, istantanee: si prende un frammento di (per es.) 10 secondi, lo si filtra e si ottiene un frammento di pari durata, timbricamente diverso.
In That Goodbye, invece, le elaborazioni sono basate su particolari tipi di  loop e producono risultati di lunga durata (minuti). La composizione, a questo punto, equivale alla scelta dei frammenti sonori e del loop in cui devono 'rotolare'.
semplice loopDelay con proc. nel loopMi spiego. Per questo brano ho realizzato, in parte con CSound e in parte con software scritto da me, delle linee di ritardo (cioè degli echi)  di lunga durata (tempi da 5 a 20 secondi) con un elemento di elaborazione inserito nel ciclo di loop. Normalmente questo non accade:  la figura a sin. mostra lo schema di una normale linea di ritardo composta da un delay con feedback e guadagno moltiplicativo (indicato da *).
Quando esiste un elemento di elaborazione nel loop, esso è leggero e finalizzato alla simulazione ambientale (es. un piccolo filtro passa-basso che simula l'assorbimento dell'arie alle alte frequenze in modo che il timbro di ogni eco sia un po' più cupo del precedente).
In That Goodbye, invece, ho sperimentato l'inserimento di un elemento di elaborazione molto forte (figura a des.), che fosse in grado di cambiare in modo sensibile la natura del suono, accumulando il suo effetto fino a una completa trasfigurazione del frammento originale.
Essendo iserito nel loop, l'effetto agisce la prima volta sul segnale originale, poi sulla sua ripetizione 'effettata', poi su una doppiamente 'effettata' e così via, con un processo che, gradualmente, cambia in modo drastico il frammento in input. Se si considera che i tempi di delay partono da un minimo di 5 secondi, si può capire come il risultato sia esteso nel tempo e in continua mutazione.
Esempi (NB: per non costringevi ad ascoltare mezz'ora di esempi, tutti gli eventi sono accelerati rispetto al loro utilizzo nel brano, nel senso che il delay è molto breve (circa 1 sec.) e quindi la frequenza delle ripetizioni è elevata per cui la trasformazione avviene nel giro di pochi secondi.).
Altri elementi di elaborazione sono:
Chiaramente, per tarare i parametri dei moduli di elaborazione in modo efficace è necessario un accurato lavoro di analisi sui frammenti in input.
That Goodbye inizia con la voce di Dylan Thomas che passa attraverso un banco di 8 filtri passa-banda e viene suddivisa in altrettanti flussi audio indipendenti che rapidamente si sfasano. Ognuno di essi si infila, poi, in una linea di ritardo con tempo differenziato rispetto alle altre (da circa 5 a circa 12 secondi). Le frequenze di taglio e la larghezza di banda dei filtri non sono regolarmente spaziate, ma sono state tarate sulle bande di maggiore attività del segnale e vanno da 100 a 5000 Hz. Qui si possono ascoltare le bande dall'alto al basso.
In questa prima fase l'elemento di elaborazione nel loop è principalmente il riverbero che allunga il suono e lo trasfigura distruggendo le parole e trasformandolo in bande frequenziali di altezza differenziata. Le bande basse e medie hanno tempi di riverbero più lunghi (fino a 6-8 secondi) e formano rapidamente delle fasce sonore di sfondo in evoluzione su cui si muovono gli elementi più acuti.
Nella seconda fase utilizzo come input alcuni dei punti finali di trasformazione della prima che vengono inviati a delay con processing differenziati, soprattutto flanger, filtri, ring modulator e inviluppi. Questi ultimi due sono i responsabili dell'emergere di suoni tipo campana derivanti dalla trasformazione spettrale delle bande medio-alte e dall'applicazione di un inviluppo che all'inzio è lineare e si fonde con il resto, ma diventa più sensibile e differenziato via via che si fa maggiormente percussivo.
Verso la fine della seconda fase parte una terza fase che inizia sulle bande basse a cui si applicano delay con ring modulator e pitch shift sulla scala armonica dando vita a una scalata agli armonici che si espande ad ogni ciclo di loop.
Questa parte si risolve in una quarta e ultima fase che si muove quasi all'indietro nel pezzo mandando in loop i risultati di varie convoluzioni fra la frase originale e e frammenti tratti dalle tre fasi precendenti creando una serie di fantasmi del frammento di partenza.

Potete ascoltare il brano in streaming cliccando qui. Durata circa 11'15".
NB: MP3 compresso a bitrate 192.

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