Laura Zattra
SCIENCE ET TECHNOLOGIE COMME SOURCES D’INSPIRATION
au CSC de Padoue et à l’IRCAM de Paris



Estratto Cap. 3.1
Riassunto in italiano

 

Capitolo 3.1    Mauro Graziani, Winter leaves


Compositore Mauro Graziani
Titolo dell’opera Winter leaves


Durata 8’35” (reale 8’26”)
Realizzazione 1980
Organico Nastro solo
Programma Music 360
Piste 2
Prima esecuzione 11/4/1980, Colloquio FAST Musica ed elaboratore elettronico, Milano
Etichetta Disco LP EDI-PAN PRC S 20-16, Roma, 1984
Premi Menzione onorevole al IX Concorso Internazionale di Musica Elettroacustica di Bourges, Bourges, 1981

Analisi all’ascolto

Dopo un inquadramento generale dell’opera e del suo autore, l’ascolto di familiarizzazione individua un’opera caratterizzata da un flusso di accordi armonici e inarmonici che si sviluppano da un pedale fisso, mantenuto per un tempo molto lungo. Questo pedale sembra essere un sol (orecchio relativo). Il flusso è rotto da oggetti percussivi e da glissandi lenti. L’opera può essere divisa in tre parti: la prima in cui gli accordi si trasformano lentamente, la seconda con oggetti brevi e la terza dove gli accordi ritornano arricchiti tuttavia da oggetti brevi.
La rappresentazione in partitura grafica del brano ha incontrato alcune difficoltà a causa del carattere di lento cambiamento con oggetti che si trasformano l’uno nell’altro. I cambiamenti sono impercettibili e dunque il risultato grafico globale è approssimativo. L’identificazione di oggetti più brevi, glissandi e oggetti percussivi, è invece più puntuale.

L’identificazione degli oggetti ha permesso di dividere l’opera in tre sezioni. La prima parte va da 0 a 2’30” e contiene l’evoluzione degli accordi. Due glissandi appaiono a 1’05” e a 1’40” [ascolto CD1 pista1]. La seconda parte dura fino a 5’45”. Essa può essere suddivisa a sua volta in tre parti. Nella prima (2’30”-3’29”) vi è l’esposizione di accordi e oggetti percussivi, nella seconda (3’29”-3’58”) ci sono elementi percussivi e piccoli elementi metallici, nella terza (3’58”-5’45”) le fasce sonore di accordi contengono un glissando ascendente e discendente [pista2 sezione intera, pista 3-5 microsezioni]. La terza parte inizia con un elemento ritmico che si trasforma nella ripresa degli accordi [pista 6]. 

Analisi delle rappresentazioni tempo/ampiezza e tempo/frequenza



La rappresentazione tempo/ ampiezza mostra un’opera molto ricca dal punto di vista delle dinamiche. Il segnala passa continuamente dal silenzio o quasi a 10000 o a 20000. l’opera risulta dunque essere molto segmentata.
Il sonogramma invece mostra un’opera dal carattere ‘accordale’ con suoni dallo spettro molto ricco di componenti (presenza di linee orizzontali sovrapposte). Si nota ancora come le dinamiche siano molto variabili. Le frequenze infine vanno da 0Hz a 5000 o 6000 Hz. Ci sono anche delle linee più alte ma ciò è dipeso da alcuni difetti del vinile da cui è tratto l’ascolto. Tuttavia la rappresentazione (realizzata con il programma CoolEdit 1.2, con una finestra di Hamming, una FFT size di 8192 bande e un range dinamico di visualizzazione di 120dB) non permette di visualizzare i dettagli. Degli zoom permettono una visualizzazione più chiara.

Nei primi minuti del brano notiamo, anche a livello della rappresentazione, il cambiamento degli accordi l’uno sull’altro. La figura a sinistra mostra il flusso di accordi a 4’04” [pista 7]. Si tratta di quattro accordi con il primo e il secondo sovrapposti e il terzo che si trasforma nel quarto. Le linee orizzontali mostrano le componenti spettrali. Con l’analisi frequenziale possiamo ricavare anche le frequenze specifiche.

Numero dell'"accordo"
Fequenza
Spettro
1° accordo
1251.6 Hz (D#5 +9)
717 Hz – 860.4 Hz - 1039 Hz - 1254 Hz - 1505 Hz
(la penultima parziale è più forte)
2° accordo
1397.6 (F5)

3° accordo
577.52 Hz (D4 –29)
573.6 Hz – 824.6 Hz - 1111 Hz - 1541 Hz - 2222 Hz
4° accordo
(3o + 4o, perché l’analisi
non distingue tra i due)
A sinistra: 940.52 Hz (A#4 +15)
A destra: 1586.8 Hz (G5 +20)


Proseguendo nell’analisi FFT possiamo facilmente individuare anche i glissandi.
Il primo va da 3’175” a 3’25”. Esso è formato a sua volta da numerosi glissandi che formano una massa discendente. Un glissando acuto è costituito, nel canale sinistro (in alto) da due suoni precisi e uno un po’ meno forte mentre nel canale destro gli stessi suoni hanno un’intensità uguale. Ciò sta a significare una differenza di distribuzione dei suoni e quindi che l’opera è spazializzata. Un sottofondo sonoro è composto da accordi. I tratti verticali sono i difetti del vinile [Ascolto CD1 pista 8].
In tutte le analisi all’ascolto finora effettuate sono stati individuati gli stessi oggetti sonori: accordi, suoni brevi, glissandi. Per quanto riguarda le differenze invece, la tripartizione non è stata riscontrata dalle rappresentazioni tempo/ampiezza e dal sonogramma. Al contrario, queste visualizzazioni mostrano un’opera molto varia dal punto di vista dinamico, senza silenzi evidenti.

Analisi della partitura informatica

La partitura è divisa in tre parti: nella prima (29 pagine) si trova l’orchestra di sintesi. Nella seconda compaiono le subroutines in linguaggio FORTRAN, nella terza c’è lo score (68 pagine). Non ci sono le istruzioni per il mixaggio né le macro. Il concetto di macro è spiegato nel manuale MUSIC 360 di Barry Vercoe: “any sequence of Music 360 orchestra instructions can be packaged together under a unique name for repeated insertions at various points in an Orchestra program. The insert name constitutes a macro instruction, and its significance in an Orchestra program is similar to that of any regular Music 360 instruction except that it is semantically more powerful” [Vercoe 1973].
A pagina 2 della partitura compaiono le dichiarazioni generali. L’istruzione declare stabilisce la presenza di due piste e un numero massimo di funzioni, 35. Poiché la partitura non presenta altri valori, si deduce che la frequenza di campionamento sia di 10000Hz. Per il teorema di Shannon quindi la massima frequenza udibile è 5000Hz.
La partitura dell’orchestra contiene undici strumenti, caratterizzati da lettere dell’alfabeto da A a M. A destra di ogni lettera la partitura informatica spiega la funzione generale dello strumento. Nella tabella seguente sono indicati anche i commenti utili alla comprensione degli strumenti.  

Nome Strumento
Funzione
Commento

I caratteri normali corrispondono ai commenti che in partitura seguono il nome dello strumento. I caratteri in corsivo corrispondono a qualche istruzione all’interno delle istruzioni per la definizione dello strumento utili per la comprensione di qualche macro.



A
ZGSEL 3 OUT
Dist. Freq. calcolate da ZGDDP / Possibilità di dist. fonc. non sinusoidale in  P9, P10, P11 / Funzione d’ampiezza num. 28, 29, 30 – fisse / inviluppo – reverb – ZGSTR
B
ZGSEL 4 OUT
Dist. Freq. calcolate da ZGDDP. Dist. Fonc. = sinusoidi / Funzione d’ampiezza num. 31, 32, 33, 34 (come gli inviluppi di Risset) / Possibile modulazione d’ampiezza in P9, P10, P11, P12 / ZGSTR – no inviluppo – no reverb
C
ZGSEL 4 OUT
In questo strumento il contenuto armonico della funzione input / aumenta con la diminuzione di input freq. – impiego delle funzioni da 1 a / 5 – i cambiamenti hanno luogo secondo la tabella seguente /

MIN (5)100(4)500(3)1100(2)2300(1)MAX /

Dist. freq. Calcolate da ZGDDP /

Sequenza di entrate di bande laterali determinata da P9 / secondo la funzione 09 – si P9.EQ.0, le prime laterali che entrano / sono quelle provocate da freq. vicine all’input freq. – in caso / contrario il processo se sviluppa in modo opposto. /

OUT se P15.EQ.0, l’uscita è: INPUT (AMP.FONC.P10)+ZGSEL SIG. / in percentuale (fissa) – Input è / diffuso mentre les freq. laterali sono stereo / se P15.NE.0, i segnali nominati sopra sono sommati e dislocati in blocco
D
SINTESI ADDITIVA
Questo strumento genera dei suoni in sintesi additiva / con 5 componenti sinusoidali ottenute con ZGADD / componenti calcolate da ZGDDP / Reverb - ZGSTR
E
25 COMPONENTI
Questo strumento genera 25 componenti con operazioni / di somma e moltiplicazione tra le 5 sinusoidi generate da / ZGADD – c’è un altro filtro variabile (Macro ZGVARYFL)
F
ZGSEL 4 OUT
Come lo strumento B, senza A.M., con ENV
G
PULSE
[i pfields P6, P7 fanno riferimento alla macro ZGDDP, i pfields P13-P17 fanno riferimento alla macro ZGSTR]
H
5 COMPONENTI ADDITIVE DI CUI L’AMPIEZZA VARIA IN FUNZIONE DELL’AMPIEZZA DELLA FONDAMENTALE
[i pfields P6, P7 fanno riferimento alla macro ZGDDP, i pfields P13-P17 fanno riferimento alla macro ZGSTR]
I
GLISSANDO
[i pfields P18-P22 fanno riferimento alla macro ZGSTR]
L
COMB
[i pfields P4, O5, P6 fanno riferimento alla macro ZGSTR]
M
REVERB


Ad eccezione degli strumenti L (che applica a una entrata un filtro comb) e M (che applica il riverbero), tutti i commenti contengono il riferimento a 5 istruzioni che cominciano con Z. Nel programma Music 360 così iniziano le macro. Qui di seguito vengono descritte brevemente le macro.


ZGSEL

[Graziani Patella 1979] spiega la funzione di questa macro. L’input può essere una serie qualunque di campioni. La macro genera dei circuiti che modificano e addizionano un onda sonora in entrata (input) con un’altra onda interna alla Macro. Il segnale risultante è modulato in ampiezza da un altro oscillatore. ZGSEL può generare uno o più circuiti in serie o in parallelo [133-135].

ZGADD somma cinque frequenze (figura seguente) controllate da ZGDDP che calcola i rapporti tra queste frequenze secondo tre criteri differenti: la frequenza fondamentale (Fb), la ratio o estensione spettrale e il tipo di spettro (lineare o esponenziale). Infine la macro ZGSTR permette la spazializzazione.

Nella partitura del brano, Graziani utilizza 35 funzioni: 5 funzioni per il  profilo degli oscillatori: F1 e F2 usano la GEN9 mentre F3, F4 e F5 usano la GEN10. Si tratta di due Gen che addizionano parziali sinusoidali [Vercoe 1973]. La F1 contiene solo la Fb, con ampiezza al massimo e fase 0. La F2 contiene la Fb (amp. 1) con la prima armonica ad ampiezza 0.25. F3 contiene la Fb (amp. 1) e due parziali (amp. 02, 0.08), la F4 contiene 5 parziali (Fb 1, 0.3, 0.1, 0.07, 0.02); infine la F5 contiene 6 parziali (Fb 1, 0.4, 0.2, 0.1, 0.1, 0.05). Seguono 10 funzioni per la modulazione d’ampiezza. La F6 utilizza la GEN1 che “simply stores 512 values along a monotonic curve” [Ivi], seguendo una formula specifica di cui la variabile è data in P5. Le funzioni F7, F8, F9, F12, F14 e F15 usano la GEN7 che è una funzione per segmenti. La F10, F11 e F13 utilizzano la GEN5 che è identica alla GEN7 ma fa interpolazione esponenziale e non lineare. Nella lista delle funzioni si trovano due F13 e due F14 perché le seconde usano la GEN12, che permette di usare funzioni o parti di funzioni definite precedentemente. F13bis: le 512 allocazioni della funzione F13 devono essere moltiplicate per le 512 allocazioni della funzione 12. F14bis: le 512 allocazioni della funzione F14 devono essere moltiplicate per le 512 allocazioni della funzione 11. Infine in partitura troviamo 13+10 funzioni (di cui le ultime sono la F17 e 18 cambiate) per gli inviluppi di ampiezza. Le GEN utilizzate sono soprattutto la 5 e la 7. abbiamo indicato 13+10 perché dopo 13 funzioni, cioè dopo la F27, un commento spiega ‘stop functions for envelope’, ma il compositore aveva aggiunto altre 10 funzioni. Le F31-34 sono quelle di Jean-Claude Risset.
La tesi prosegue con la descrizione dei singoli strumenti. Va ricordato che poiché Music 360 non aveva la possibilità di eseguire più NOT dello stesso strumento contemporaneamente, ogni strumento è utilizzato con più numeri. Per esempio lo strumento A nella lista delle istruzioni (score) compare con i numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6. Le principali caratteristiche degli strumenti possono essere esemplificate così:

Strumento Numero
ZGADD

(5 frequenze)

ZGDDP

(ratio, spettro)
ZGSEL

(circuiti)
ZGSTR

(spazializzazione)
Altro







A
1-6

3 frequenze
3 in parallelo

ENV 28,29,30
B
7-12

4 frequenze
4 in parallelo

ENV 31-34 (Risset)
C
13-18

4 frequenze
4 in parallelo
Lo spettro varia in funzione degli Hertz (F 1-5) - COMB
D
19-25
5 componenti
(P6,P7, P8)

ENV rise/dec
E
26-28
(25 compos.)

* (+ et -)



Filtro RESON variabile con ZGVARYFL
F
29-33

4 frequenze
4 in parallelo non osc-amp

Amp. controllata

Spazializ. fissa
G
34-40




Impulsi
H
41-46

5 componenti

L’amp. varia in funzione di Fb
I
47-56



Glissando
L
57-59



COMB - linee di ritardo
M
60-65




Riverb.

Lo score è diviso in 8 sezioni della durata di 1 minuto circa. L’ultima è divisa a sua volta in 4 sezioni. Per ogni sezione è stato fatto uno schema che indica i tempi di inizializzazione degli eventi prodotti da ogni strumento. Si mostra qui solo la prima sezione. È necessario ricordare che la rappresentazione non deve essere letta che dal punto di vista temporale a una dimensione e non come rappresentazione tempo/frequenza. La disposizione verticale non indica la disposizione frequenziale.   
L’analisi dello score è stata condotta sempre con l’aiuto di queste tabelle. Il confronto degli ascolti con i sonogrammi di ogni sezioni (realizzati con CollEdit Pro 1.2 e con l’Acousmographe) servono da contraltare e da riferimento sonoro all’analisi dei dati informatici.
Leggendo i commenti di ogni sezione, si nota come le sezioni non siano mixate una dopo l’altra ma siano a volte sormontate. Questi dati potrebbero sostituire le pagine mancanti della partitura solitamente dedicate al montaggio.
Tutta l’analisi dello score si basa perciò sul procedimento seguente: 1) schema delle diverse sezioni secondo lo sviluppo degli strumenti; 2) spiegazione dei dati dello score; 3) confronto con i sonogrammi e gli ascolti.

Sezione 1 [CD1 pista 10]

0”-16” All’inizio del brano lo strumento E filtra in alto e in basso alcuni suoni. H comincia a 0” con dei gruppi di suono. Ogni gruppo è formato da tre istruzioni di cui la prima a ratio 2, la seconda 2.24 e la terza 2.8856. Il timbro che si ottiene è molto ricco e inarmonico. Il primo gruppo a una frequenza base di 47.5Hz (F#+) mentre il secondo a delle frequenze di 95Hz (F#1+), 92.2 e 94.8Hz. Questa piccola differenza crea dei battimenti. Poiché nei due gruppi P7 vale 2, ciò significa che la ZGDDP produce un incremento esponenziale. H è spazializzato da destra a sinistra. Il filtro reson di E va da 47.5 a 3245.9Hz con una banda da 100 Hz a 600Hz. Il secondo filtro E va da 47.5 a 1148.4Hz con una banda da 100 a 300 Hz (terza istruzione con gli stessi valori). Il quarto E va da 47.5 a 712.5 con una banda da 100 a 400 Hz.

Dopo queste istruzioni in partitura compare l’indicazione ‘durata del gruppo precedente portata a 18.2 (+25s) – fine dell’inizio – qui comincia la nuova sezione’. Ciò indica che la sezione 1 è stata prolungata durante il lavoro di compilazione.

15” – 41” [CD1 pista 12]

Lo strumento I fa alcuni glissandi che hanno una Fb a 95Hz ma la cui la frequenza di modulazione varia. Bisogna sottolineare che, eccetto degli ultimi quattro elementi, i movimenti in glissando cominciano dopo qualche secondo (2, 3, 1 etc.). il numero dei cicli dei glissandi varia da 1.5 a 4 sulla durata. La funzione è la numero 1. L’attacco dei suoni è sempre 0 (zero) e, al contrario, il decay è molto lungo, quasi tutta la durata del suono.

Lo strumento H produce delle Fb di 95 Hz. La ZGDDP (P7=0) produce quattro componenti ugualmente distribuite tra 95 Hz e 237.5Hz, 475, 855, 665, 475, 665, 950, 475, 380, 855 e 427.5Hz, cioè tra LA#2+ e LA#3+.

Lo strumento G crea degli impulsi a 95Hz con un incremento esponenziale secondo i coefficienti 1.3, 1.5 e 2. Lo strumento D fa dei brevi elementi in sintesi additiva di 5 componenti (Fb= 47Hz, 47.5 e 46Hz) con una ratio 2.8856, 2 e 2.24. A 37” lo strumento H contiene delle Fb di 47.5Hz con delle ratio di 2, 2.8856 e 2.24.

Nella rappresentazione con l’Acousmographe (sezione2, 15”-1’12”) è indicato solamente gli inizi dello strumento H, e gli impulsi dello strumento G con un cerchio.

 

39” – 1’12” [CD1 pista 13]

A pagina 6 dello score lo strumento I produce dei glissandi con cicli diversificati. Gli strumenti D e H fanno spettri complessi con delle Fb che vanno da 380Hz a 950Hz (D) e da 95Hz a 1141Hz (H). A partire da 59” G produce degli impulsi con una Fb di 47.5Hz, con tre ratio 2, 2.24 e 2.8856.

l’Acousmographe rappresenta la sezione che va da 39” a 1’12”.
La sezione 1 completa è rappresentata qui con il programma CoolEdit. La definizione dell’analisi è la stessa usata con l’Acousmographe qui sopra: una taglia di 8192 e una finestra di Hamming. Le lettere indicano i vari strumenti.

Alla fine della sezione 1 (pagina 8 dello score) compare il commento ‘fine sezione 1. tempo totale 80.6 s”. Tuttavia vi è una divergenza tra i tempi della partitura informatica e i tempi effettivi della registrazione. Infatti, anche se nello schema degli strumenti si vene come la sezione termini effettivamente a 1’21”, quindi a 81”, il file audio è più corto, 1’14”, cioè 74”.

L’analisi prosegue con la descrizione di tutte le sezioni della partitura informatica [147-158].

Missaggio

Un articolo di Graziani spiega che l’opera è stata realizzata per sezioni di un minuto. Si è verificato nello score che effettivamente le sezioni hanno tale durata. Anche se la partitura non contiene le istruzioni per il montaggio finale, i commenti permettono di comprenderlo. Il programma di montaggio era stato creato da Gianantonio Patella al CSC [comunicazione personale] ma di questo non è stata trovata documentazione.

Riflessioni sul processo di realizzazione dell’opera

La descrizione degli strumenti ha permesso di comprendere che nell’opera il compositore utilizza due sistemi di sintesi tramite macro. Il primo utilizza le macro ZGADD+ZGDDP, il secondo ZGSEL. Il primo sistema fa sintesi additiva, il secondo modifica una frequenza di base secondo diversi parametri indicati nello score. Altri strumenti modulo fanno glissandi (I) e impulsi (G). L e M sono strumenti che modificano i suoni con linee di ritardo e riverberazione. Di conseguenza, se si considerano solo gli strumenti di produzione di suono (e non di modificazione) si deduce che il brano contiene dei glissandi, degli impulsi e spettri ricchi creati per sintesi additiva.
L’utilizzo delle macro è anch’esso un elemento importante per comprendere la logica compositiva. Graziani sceglie un programma, Music 360, che permette di lavorare a un livello di programmazione molto alto. La sintesi non viene attuata attraverso la semplice lista delle istruzioni, bensì a un livello superiore che permette al computer di generare automaticamente liste di dati partendo da un input dello score. Questo permette al compositore da una parte una grande ricchezza di tipi di spettri, ma esige, dall’altra, una conoscenza profonda dei risultati possibili. La generazione automatica rischia in effetti di produrre risultati inattesi e spettri che esplodono.
A questo punto è utili percorrere la distribuzione degli strumenti all’interno dell’opera per comprendere, in percentuale, quanto gli strumenti siano utilizzati.

In questa rappresentazione non è stata tenuta in conto la durata delle sezioni (ciò fa sì che le sezioni 8 e il finale abbiano la stessa grandezza delle altre, pur essendo molto brevi). Si considera ogni sezione divisa in quattro parti che corrispondono al 25%, 50%, 75% e 100%. Gli spazi sono stati riempiti secondo la quantità (durata) e la presenza in primo piano di uno strumento all’interno di ogni sezione.
Si deduce che gli strumenti sono organizzati, in scalare partendo da quello maggiormente utilizzato, nel seguente modo: M 68.18%, H 63.63%, D 43.18%, G 34.09%, L 31.81%, I 22.72% E 20.45%, F 18.18%, B 11.36%, C 2.27%.
A non è mai stato utilizzato. Ma dopo l’analisi dell’orchestra si deduce che gli strumenti A, B e C sono vicini nella sintassi. Utilizzano la ZGDDP per creare spettri controllati da ZGSEL. Il loro risultato sonoro è dunque simile.
M e L sono strumenti di trasformazione sonora che hanno bisogno di un suono in entrata da modificare. Essi sono presenti soprattutto a partire dalla quinta sezione, la quale comportava anche un nuovo sistema di programmazione. Questo può essere indicativo di un cambiamento nel processo compositivo, di un’evoluzione da una parte più semplice a una più ricca dal punto di vista timbrico.
Se M e L sono strumenti di trasformazione, H allora diventa lo strumento di sintesi più utilizzato. H usa la macro ZGDDP calcolati con i criteri delle ratio o dei valori di Fb e di P7. H utilizza soprattutto le ratio 2 (ottava), 2.24 (nona aumentata) e 2.8856 (inarmonico). Fa delle fasce di suono ma anche elementi brevi simili a gocce. Esso inizia e termina l’opera. D è simile a H ed è spazializzato.
G (impulsi) e I (glissati) sono gli strumenti più facilmente individuabili. La loro presenza risulta forte anche se in percentuale non sono utilizzati come altri strumenti.
Si deduce da queste informazioni che se H e D caratterizzano la parte formata da nappe, G e I formano i momenti più isolabili e riconoscibili all’interno del brano.
Se si considerano gli schemi di utilizzo degli strumenti e gli schemi di sviluppo temporale delle sezioni si nota che il brano comincia con suoni lenti; la lentezza è data sia dalla durata dilatata dei suoni sia dai tempi d’attacco dilazionati dei suoni. Ciò provoca una sonorità calma e densa. A partire dalla terza sezione della partitura informatica, G è più presente e provoca delle situazioni ritmiche. Ma è soprattutto dalle sezioni 6, 7 e 8 che G e I generano momenti sonori complessi e variegati.
Dal punto di vista dell’utilizzazione delle frequenze si è visto che all’inizio molti strumenti si basano su una Fb di 47.5Hz. le ratio sono spesso 2, 2.24 e 2.8856. Questi sono ulteriori elementi caratterizzanti il processo compositivo.

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