Tempo Reale Festival 2012
RUMORE ROSA Il paesaggio delle voci
MUSICA COMUNISTA
Salvatore Miele, coordinamento e live electronics
Francesco Casciaro, oggetti sensibili e live electronics
Daniela Cattivelli, campionatore e live electronics
Andrea Gozzi, chitarra elettrica e live electronics
Damiano Meaccii, regia del suono
Cornelius Cardew
Treatise, per ensemble elettroacustico
(prima esecuzione a Firenze)
Cardew Ensemble è una formazione nata con lo scopo di rivisitare in chiave elettroacustica le composizioni aperte tipiche degli anni ’60/’70, in primis il Treatise di Cornelius Cardew di cui potete ascoltare qui le pagine da 1 a 14.
La formazione è:
Nicola Baroni (cello and Max/MSP)
Carlo Benzi (synth and Max/MSP)
Mauro Graziani (Max/MSP)
Massimiliano Messieri (toys percussion and Max/MSP)
Bun No. 1 (trad. focaccina, ciambella, panino) è un brano del 1965, composto da Cornelius Cardew durante i suoi studi con Goffredo Petrassi come esercizio finale per il corso di perfezionamento in composizione.
Si tratta, per quanto ne so, di un lavoro seriale per orchestra senza percussioni. Un brano affascinante, molto timbrico, che rivela un aspetto di Cardew quasi sconosciuto anche perché questo pezzo non era stato praticamente mai eseguito fino alla prima londinese curata dalla Scottish Symphony Orchestra diretta da Ilan Volkov per la BBC il 20 Agosto 2010.
Ma perché Bun? in Contact no.26 (Spring 1983), John Tilbury ha spiegato
[Cardew} gave me two off-the-cuff reasons when I asked him: a bun is what you give to an elephant at the zoo, and that was how he felt when he gave the work to an orchestra to play; and the piece is like a bun – filling but not substantial!
Non badate all’immagine che con questo brano non c’entra assolutamente nulla
Negli anni ’70, Cornelius Cardew, fino ad allora uno dei più importanti compositori inglesi, pioniere dell’utilizzo di partiture grafiche e dell’improvvisazione, assistente di Stockhausen dal 1958 al 1960, ebbe una improvvisa conversione politica al Comunismo (per la precisione aderì al Communist Party of England (Marxist-Leninist)) che lo portò a condannare lo sperimentalismo come elitista (att.ne: non etilista), a scrivere il suo famoso libello “Stockhausen Serves Imperialism” e a scrivere musica per le masse, ideologicamente orientata, come questa:
Keith Rowe, forse il prototipo dei chitarristi improvvisatori di scuola anglosassone, esegue un brano di Cornelius Cardew tratto dall’album “A Dimension of Perfectly Ordinary Reality” del 1990.
Solo prepared guitar recording from the AMM member who pioneered the table-top guitar technique in his free improvisations back in the ’60s and thus influenced everyone from Syd Barrett through to Fred Frith and Jim O’Rourke. A Dimension of Perfectly Ordinary Reality is a live recording of Rowe solo outside of the AMM context he shares with percussionist Eddie Prevost and pianist John Tilbury. The array of sounds that the Englishman coaxes from the mere six string instrument is phenomenal, and his art is to extend upon the prepared piano techniques pioneered by John Cage and apply them to the electric guitar. As ecstatic as Derek Bailey, the comparison stops there as Rowe scarcely even puts his fingers on the string, instead opting for radio feedback, arco, and any number of kitchen implements to attack the guitar. To the uninitiated this may sound like clattering mess of noise. A Dimension of Perfectly Ordinary Reality is certainly far from it, as the dexterity with which he approache…s abstraction is prodigal. It is no doubt then that everyone from Sonic Youth, Henry Kaiser, and even Frank Zappa could accredit Rowe as inspirational. His activities on recordings increased dramatically in the year 2000, with the proto-noise artist directing MIMEO and collaborating with improv mainstay Evan Parker on numerous recordings. This CD is a great document of one of his scarce solo performances.
[Martin Walters, All Music Guide]
Cornelius Cardew (Arr. K. Rowe) – Ode Machine No. 2
K. Rowe prepared guitar, voice
Recorded at the Holywell Music Room, Oxford on 5 July 1989
Il Seattle Improv Meeting è un gruppo che si dedica all’esplorazione dell’improvvisazione strutturata. Utilizzando vari tipi di partiture non convenzionali (grafiche, verbali, testuali, disegni che scorrono in Flash, etc) il gruppo sperimenta il confine fra composizione e improvvisazione. Uno dei loro principali interessi è l’interpretazione del Treatise di Cornelius Cardew (ne abbiamo già parlato su questo blog) che è attualmente in corso al ritmo di 4-6 pagine per session (dato che in questa partura manca una esplicita scala del tempo, il Treatise può anche essere eseguito in parti, al limite una sola pagina per volta).
Sul sito si trova anche una guida al Treatise con vari materiali e link.
UBU Web è un archivio indipendente dedicato alle varie avanguardie e alle tendenze artistiche meno convenzionali. Vi si trovano moltissimi materiali che vanno dai readings di poesia e letteratura, alla musica, all’arte contemporanea, al cinema sperimentale e molte altre testimonianze artistiche,
Tutti i materiali sono liberi per uso scolastico e non-commerciale.
La sezione audio, originariamente dedicata alla poesia sonora, si è allargata fino a comprendere anche molte composizioni musicali soprattutto del periodo Fluxus (anni 60-70).
Da qui, vi invito all’ascolto di due partiture grafiche degli anni ’60:
Morton Feldman – The King of Denmark (1964) nella realizzazione di Max Neuhaus, un brano molto delicato, tutto in ppp come tipico del Feldman di quegli anni (alzate un po’ il volume).
Cornelius Cardew – Treatise (1963-67) che può essere considerata come l’Everest delle partiture grafiche (193 pagine di numeri, forme e simboli la cui interpretazione è lasciata agli interpreti) eseguito dalla Scratch Orchestra al Cardew Memorial Concert nel 1982.