Dansen op de straten

MG: Abbiamo una nuova corrispondente dal 51° parallelo. Valeria è a Rotterdam per studiare danza contemporanea. Oltre alla passione (artistica), ci unisce il fatto che entrambi siamo nati nel giorno dell’icona lontana.
Valeria ci aggiornerà, in modo informale, sugli spettacoli e gli eventi delle terre basse, lassù, dove il vento spazza le dune fra spruzzi di pioggia, gli animali di plastica camminano sulla sabbia e la gente comunica con versi tipo hoop aan van der eek.
Dato che anche a me piace parlare di danza, infilerò qui e la delle note in corsivo.

Uno dei primi spettacoli che ho visto è stata Krisztina de Châtel. Ha fatto lavorare dei danzatori, in modo molto meccanico e ripetitivo, come dei netturbini e le macchine che usano loro. Il tutto, infatti, era ambientato in una specie di vecchia stazione abbandonata..
Penso che la provocazione fosse se al giorno d’oggi anche il più semplice dei lavori si possa considerare arte, o se l’arte al giorno d’oggi venga considerata come uno dei lavori più semplici se non addirittura come spazzatura….

MegPoi ho visto la scandalosa Meg Stuart!!!
È molto, molto sperimentale, decisamente ai confini con il teatro. Ha trattato la malattia mentale, ma è stato da brivido..è stato troppo astratto è violento da guardare e raccontare, fai conto che alla fine non avevo neanche l’energia per applaudire, ma per renderti l’idea, l’atmosfera era da nido sul cuculo…forse anche più forte…se non per il fatto che hai delle persone in carne ed ossa davanti al naso!!

MG: Grande Meg Stuart. Americana emigrata a Bruxelles (credo che attualmente stia temporaneamente a Berlino). Non è ottimista e lo dimostrano i nomi che sceglie: il suo gruppo si chiama Damaged Goods, lo spettacolo di cui ho visto delle foto in prova si intitolava It’s not funny, un altro spettacolo era Crash Landing e così via.
Lei cerca di unire danza, teatro, arte visuale, architettura, coreografie sociali.

Poi lo Scapino Ballet… Che roba, quanti soldi sprecati, e sono la compagnia più famosa di Rotterdam!!
Bravi i ballerini, per carità, ma sembrava più che altro il saggio di una scuola..tutti pezzi staccati, scollegati, che puntavano solamente a far vedere quanto bravi erano i ballerini che bei salti e che belle gambe….va beh, buon per loro!! 😮

MG: In effetti il loro sito sembra quello di qualche maledetto modaiolo. Quando la danza sconfina nella pura ginnastica, yuri chechi è meglio…
Comunque, può essere un caso, nel senso che una compagnia a volte lo fa perché è in un momento di transizione fra uno spettacolo e l’altro. Quando il vecchio è stato abbandonato e il nuovo non è ancora pronto, si fa un po’ di roba di repertorio. Non si dovrebbe, però a volte capita…

Infine Van Daele. Molto forte anche questo perché era ballato da quattro donne molto animalesche, a tratti accompagnate da una cantante-musicista. Era tutto basato sulla rabbia (in effetti erano incazzate come iene), sulla costante tensione di una volontà che vuole più di ogni altra cosa ribellarsi dal giogo di una forza superiore che la sfrutta di continuo e la costante sottomissione per debolezza…

Per ora è tutto,
Saluti da Rotterdam