Sarà…

BLOGRegular pubblica questa dichiarazione di Mirella Freni, intervistata da Leonetta Bentivoglio su Repubblica di qualche giorno fa

Sia io che Luciano abbiamo studiato col maestro Campogalliani, e quando dissi a quest’ultimo che sapevo poco di musica lui m’intimò: guai a te se impari il canto scandendo uno-due-tre-quattro! Hai sensibilità, doti naturali, non perdere la tua naturalezza!

Sarà…
Lungi da me l’idea di criticare Mirella Freni e/o il suo maestro, ma capisco bene i pianisti che, quando si trovano ad accompagnare i cantanti, si lamentano perché questi ultimi “non vanno a tempo neanche a pagarli in oro”.
Accidenti, andare a tempo non significa scandire uno-due-tre-quattro. Significa sentire e assecondare con naturalezza una pulsazione interna al brano, senza però andare dove si vuole solo perché la tua sensibilità ti ci porta. La sensibilità va assecondata, ma anche controllata. e soprattutto educata.
Per esempio, penso che molti pianisti, all’inizio, da piccoli, tendano a suonare uno “smelenso” Chiaro di Luna, ma poi si capisce il pezzo e la sensibilità si adegua senza sentirsi costretta. Un interprete non deve seguire solo il proprio istinto del bello, ma anche interrogarsi su quello che sta facendo.
Secondo me, idee come “non contare, segui la tua sensibilità”, magari hanno prodotto un Pavarotti, ma anche decine di pessimi musicisti.
Forse ne vale la pena, ma non ne sono sicuro…