rhythm ‘n’ drones

Jo Jena è un gruppo sperimentale di Francoforte dalla cui produzione ho pescato questo album del 2005 che alterna ritmi e ‘ronzii’ (è questo il significato acustico di ‘drone’) in modo eccellente.

Personalmente, preferisco i ronzii, ma anche i ritmi non sono male. La cosa più interessante, comunque, è che ci sono sempre dei ritmi nei drones e dei drones nei ritmi.

Il tutto è distribuito dall’ottima netlabel TestTube.
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Contrasts, micro-tonalities, complements, embryo structures, drones. All this, in the casual and systematic exploration of the moment, elevates ‘Rhythm & Drones’ to intemporality, thus inhabiting the present and the history, so we could freely trail this ‘trans-temporality’ without preconceptions.
[Bruno Barros]

Jo Jena – rhythm ‘n’ drones (excerpts) – download the whole album

 

faune y seis tormentas

faune & seis tormentas together in this release titled “zone de guerre” (2006) for the netlabels unshell records and pathmusick by Alex Cortex.

faune e seis tormentas insieme in questo “zone de guerre” del 2006 per le netlabel unshell records e pathmusick di Alex Cortex.
Trovo affascinanti queste fasce sonore composte di pochissimi elementi in perpetuo loop, quasi un residuo di qualcosa che è già stato a cui noi non abbiamo assistito e di cui non sappiamo nulla.
In effetti questa situazione mi ricorda un po’ Stalker, non tanto il film di Tarkovskij, quanto il racconto da cui è tratto: quel Picnic sul ciglio della strada (1971) dei fratelli Arkadi e Boris Strugackij

Come dopo un picnic sul ciglio della strada, a metà del viaggio fra una galassia e l’altra, gli extraterrestri hanno mollato i propri avanzi sul prato. “Avanzi” che hanno cambiato radicalmente leggi fisiche e natura di quei luoghi..

faune y seis tormentas – zone de guerre

zone 1
zone 2
zone 3
zone 4

Se un suono non ti piace è perché non l’hai ascoltato abbastanza

Difficile scrivere poche righe su La Monte Young.
Nato nel 1935, considerato come uno dei primi minimalisti e celebrato dalla suddetta scuola, sebbene formalmente abbia molto poco in comune con compositori come Glass e Reich, i suoi lavori sono considerati fra i più importanti e radicali nel panorama dell’avanguardia post-bellica e sperimentale.
Ispiratore del gruppo Fluxus, le sue composizioni concettualmente minimali investono la stessa definizione di musica. Molti dei suoi pezzi, infatti, sono costituiti da un eterno bordone.
Ricordo che, nella mia ormai lontana gioventù, 8) rimasi colpito da una sua partitura costituita unicamente da due note in 5a (mi pare SI e FA#), con la scritta “to be held for a long time”. Probabilmente il brano più lungo con la partitura più corta mai composto.
Rimasi anche colpito da una sua riflessione che investiva la nostra considerazione del tempo:

Se un giro di blues dura 12 battute, perché non può durare 12 giorni? 4 giorni in DO, 2 giorni in FA…..

Autore del Well Tuned Piano (il pianoforte ben temperato), un’opera monumentale per piano solo accordato secondo la scala naturale (just intonation), la cui durata in alcune esecuzioni supera le 6 ore ed è documentata in una edizione in 5 CD da Grammavision (e poi in DVD per la sua etichetta Just Dreams), è stato un pioniere dello studio degli effetti generati da intervalli musicali naturali mantenuti a lungo e insieme con Marian Zazeela ha realizzato una serie di Dream Houses, ambienti in cui si combinano i suoi tappeti di onde sinusoidali in just intonation con le sculture di luce in forme simmetriche e quasi calligrafiche di Zazeela.
Ha anche studiato musica classica indiana con Pandit Pran Nath a cui è dedicato questo brano composto unicamente da un bordone di tampura e messo in linea da AnaBlog.
È lungo e sempre uguale e ricordate, se un suono non vi piace è perché non l’avete ascoltato abbastanza.

La Monte Young – The Tamburas of Pandit Pran Nath