Normalmente non mi occupo di jazz, però, come giustamente fa notare wikipedia, definire Anthony Braxton solo un jazzista è alquanto riduttivo. Come compositore e musicista, ha incentrato la sua attività sul jazz (soprattutto sul free) ma ha scritto anche per orchestra e perfino opere. Come strumentista, oltre a suonare il pianoforte, Braxton si è esibito utilizzando l’intera gamma dei sassofoni dal sopranino al contrabbasso,su una grande varietà di clarinetti e al flauto.
Devo anche dire che Braxton è stato uno dei pochi jazzisti che mi abbiano veramente emozionato ascoltandoli in concerto (alcuni degli altri sono Sun Ra, Miles Davis, Cecil Taylor e Mingus). Il suo continuo entrare e uscire dal jazz, incorporando anche elementi linguistici tipici di altri linguaggi, fra cui la musica contemporanea, rendono la sua musica interessante e vitale,anche se a volte le sue composizioni possono risultare un po’ scontate dal punto di vista strutturale. So che, recentemente, si occupa anche di elettroacustica con il Diamond Curtain Wall Trio nel quale utilizza il linguaggio di sintesi ed elaborazione del suono Super Collider, ma non ancora sentito niente con questa formazione.
Qui vi presento Composition 304 del 2002. Si tratta di un duo in cui Braxton suona vari sassofoni e Taylor Ho Bynum cornetta, tromba, trombone.
Formalmente il brano alterna momenti “composti” in cui i due eseguono strutture isoritmiche e momenti improvvisati, a volte anche in solo. Così il brano entra ed esce continuamente dall’improvvisazione, mentre gli esecutori cambiano ripetutamente strumento e timbro. In accordo con la logica del collage utilizzata spesso da Braxton, il pezzo include anche strutture tratte da altri brani dello stesso autore. In questo caso si tratta delle Composition 91, 151, e 164, per cui il titolo completo è Composition 304 (+ 91, 151, 164).
- Anthony Braxton – Composition 304 (+ 91, 151, 164) (2002)
Anthony Braxton, saxophones
Taylor Ho Bynum, cornet, trumpet, trombone, shell, mutes