Newsweek ha una bellissima pagina interattiva creata appositamente per illustrare la sua classifica dei «migliori Paesi del mondo» che, peraltro, è fatta in modo piuttosto interessante. La trovate qui.
Per la cronaca, la Finlandia è il Paese migliore del mondo. Precede la Svizzera e la Svezia. I norvegesi però non possono certo lamentarsi, sono sesti nella classifica globale, ma per qualità della vita battono tutti.
C’è anche l’Italia. Ventitreesimo posto, due posti sotto la Spagna. Davanti abbiamo però 12 Paesi europei e anche se in fatto di sanità saliamo addirittura sul podio, nelle altre quattro categorie siamo ben nascosti in mezzo al gruppo. Trentaquattresimi per l’istruzione, ventiduesimi per la situazione politica e addirittura 44esimi se si prende l’economia, ovvero competitività, dinamismo, apertura dei mercati.
Come fa notare anche La Stampa, dalla ricerca risulta che le cose vanno bene nei Paesi che investono (o investono bene) in istruzione. Non è un caso che la Finlandia sia la prima. Notare la parola. Investono, che significa: ci mettono soldi (sì, c’è anche scritto “investono bene”, ma per investire bene, intanto bisogna investire).
Ma non bastano scuole efficienti o insegnanti motivati a far correre gli alunni. La famiglia gioca un ruolo decisivo: all’età di 3 anni i figli di professionisti sono da un punto di vista dell’apprendimento (misurabile in vocaboli conosciuti e nei test di intelligenza) quasi un anno avanti rispetto ai coetanei provenienti da famiglie più povere.
Ripeto, la trovate qui.