Valeria ci scrive dalla terra dell’acqua di sotto e di sopra. Fortunatamente gli spettacoli sono molti. Questa è la prima di una breve serie da Rotterdam.
Ebbene sì, cominciamo con Ultima Vez, di Wim Vandekeybus: hanno portato un best of, che era già strepitoso di per sè, quindi non oso immaginare come sia uno spettacolo intero!!
È un tipo di danza decisamente fisico, e con fisico intendo che usano molto il peso e la massa del loro corpo fino agli estremi raggiungibili.
Per esempio nel primo pezzo erano tutte coppie che facevano prese di contact fuori balance, che vuol dire che l’asse del corpo era completamente in diagonale anziché essere dritto in verticale. In pratica mentre loro erano agganciati con le spalle i loro piedi si trovavano a due metri di distanza, formando un triangolo. In queste posizioni poi si muovevano, giravano, magari mentre correvano si prendevano per le spalle e uno saltava e facendo leva sull’altro danzatore raggiungeva la stessa posizione fuori asse!
Non so se la descrizione rende l’idea, ma chi ha provato a fare questo tipo di giochetti sa perfettamente quanto sono pesanti!
In un’altra parte c’erano tre donne che continuavano a “fare cadute” sul pavimento, come ubriache, correvano, e non erano certo corse da schiaccianoci, poi si lanciavano letteralmente sul pavimento tipo a un metro e mezzo di distanza, rotolavano e poi si alzavano sfruttando la spinta e la dinamica che avevano, e tutto questo per quasi dieci minuti…
Ho anche molto apprezzato i cambi, spesso repentini, di atmosfera, dall’ironico e leggero a un clima di tensione e violenza, come in quella scena in cui c’erano dietro a una tenda semi-trasparente tre uomini che si sono spogliati e facevano la doccia, e davanti un quarto che ha tagliato a metà delle arance. Poi tutti i danzatori sono entrati vestiti eleganti con queste metà di arance in mano, e platonicamente cercavano la loro metà, ma senza danzare. Era una scena recitata, e lì il pubblico si è scompisciato con tutti i giochi di coppia, omosessuali, eterosessuali, trio, che si sono creati!
Un altro pezzo incredibile è stato quello con i mattoni!! Finito il pezzo precedente, i cinque ballerini che erano in scena hanno preso al volo cinque mattoni (bianchi, lunghi circa mezzo metro larghi trenta e alti venti centimetri) che gli sono volati sulla testa, cosa che se si fossero sbagliati di venti centimetri…!! e con questi mattoni ne hanno poi fatte di tutti i colori. Alcune ballerine camminavano e si spostavano per il palco solo su questi mattoni, senza mai mettere i piedi per terra, oppure facevano giochi del tipo: un danzatore lanciava un mattone in aria esattamente sopra la sua testa e poi rimaneva lì; quando il mattone era a dieci centimetri dalla sua testa, un altro danzatore lo spingeva e prendeva il mattone, lo rilanciava e così via,
O ancora in tre: uno lanciava un mattone a un secondo che si stava mettendo la giacca di spalle, così il terzo interveniva e prendeva lui il mattone, sempre all’ultimo momento ovviamente, e lo lanciava a un altro che nel frattempo si stava anche lui mettendo la giacca di spalle, così interviene il secondo a prendere il mattone e così via…e dopo questo caotico pezzo dove avevo il cuore in gola costantemente per un quarto d’ora, finché i danzatori pulivano il palco, perché ovviamente il pezzo è andato in crescendo e hanno rotto i mattoni e così via, è caduta una piuma, e un danzatore ci ha giocato per cinque minuti buoni, facendo si che non cadesse per terra…
Poi la cosa comica è che è finita in mezzo al pubblico, e anche il pubblico ha provato a soffiare per far volare la piuma…ma è durata trenta secondi forse.
L’ultima cosa che racconto, è stata la sedia per aria! Hanno appeso una sedia a circa due metri dal palco, ma a testa in giù, e i danzatori la usavano tipo trapezio, si arrampicavano, e si sedevano con le gambe incrociate, in una posizione perfettamente quotidiana, ma al rovescio, poi si tiravano giù a vicenda senza troppa delicatezza, oppure cadevano quasi a peso morto, poi si aggrappavano e dondolavano come fosse un’altalena…insomma…mi dispiace un sacco che l’unica tappa in italia sia a roma…