Da morto come da vivo, Oscar Wilde si fa notare.
La sua tomba è opera dello scultore americano Jacob Epstein ed è stata eretta 3 anni dopo la sua morte (avvenuta il 30/11/1900 in un hotel di Parigi) quando i suoi resti sono stati traslati nel prestigioso cimitero parigino di Père Lachaise dalla loro sede originaria (Bagneaux).
La parte sotto la scultura è segnata da molte impronte di labbra con rossetto, presumibilmente non tutte femminili. Sembra sia una consuetudine.
Di Wilde si ricordano migliaia di aneddoti, ma uno dei più simpatici, a mio avviso, è questo: quando, durante una cena, gli fu chiesto di fare un breve discorso sullo stato della letteratura, si alzò e disse
Signori, la letteratura versa in pessime condizioni: Omero è morto, Shakespeare è morto e anch’io non mi sento molto bene.