Ho visitato il sito di Simon Stockhausen, figlio di tanto padre e vi ho trovato molta musica che può rientrare in diversi generi, da uno pseudo jazz alla contemporanea, fino al pop (fra cui una serie di pezzettini composti per il campionato del mondo di calcio del 2006).
Vi linko alcuni estratti del brano che mi ha colpito di più: queste Berliner Geschichten (Berlin stories) del 1999, composte da registrazioni eseguite sul campo a Berlino mixate con parti orchestrali, a formare un insieme fluttuante e in continua trasformazione.
Devo dire, comunque, che le cose per me più interessanti sono le più vecchie che, fra l’altro, ricordano a tratti il padre, mentre non riesco ad apprezzare i brani che utilizzano altri linguaggi, per di più in un modo che mi sembra piuttosto banale. Effettivamente il muoversi con naturalezza fra generi molto diversi è riuscito, finora, soltanto a pochissimi compositori.
E d’altra parte, fare il compositore portando un nome del genere può anche aprire diverse porte, ma il costruirsi una identità svincolata da quella del padre deve essere piuttosto difficile…
Simon Stockhausen – Berliner Geschichten (1999)