Tomorrow Never Knows

beatles

Erano molti anni che non vedevo queste immagini dei Beatles fotografate ed elaborate da Richard Avedon nel 1967, quando me le sono trovate davanti in un sito (che peraltro vende manifesti non musica).
Così ho pensato di invitarvi a riascoltare quella che considero una delle canzoni più sperimentali che i Beatles abbiano mai scritto. E non è A Day in the Life e nemmeno Revolution #9, ma Tomorrow Never Knows, il brano che chiude l’album Revolver del 1966.
Ci sono decine di loops che entrano ed escono di continuo. E sono loops veri, fatti tagliando e misurando il nastro. La leggenda racconta che Paul arrivò allo studio portandosi i nastri in un sacchetto di plastica e che furono caricati su una serie di registratori piazzati qui e la nello studio, tutti collegati a un mixer che permetteva di controllarli.
Qui trovate l’analisi di Alan W. Pollack.

The Beatles – Tomorrow Never Knows (1966)

Beatles analizzati

The Beatles

Nel 1989 il musicologo americano Alan W. Pollack ha iniziato la sua analisi delle canzoni dei Beatles, pubblicando i risultati in internet.
Nel 1991, dopo aver terminato le prime 28 canzoni, ha deciso, coraggiosamente, di continuare. 10 anni dopo, nel 2000, ha completato l’analisi dell’intero corpus ufficiale delle canzoni dei Beatles che consiste di 187 pezzi e 25 cover. Ora la rivista soundscapes.info ha riorganizzato il grande lavoro di Pollack e creato degli indici (alfabetico, cronologico e canonico). Il tutto è liberamente consultabile in rete qui.
Il lavoro è notevole. Per ogni canzone Pollack esamina la struttura generale del pezzo soffermandosi poi su stile, forma, melodia, armonia e arrangiamento. Segue poi una analisi dettagliata sezione per sezione. Una risorsa imperdibile per un cultore di popular music.

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