Cibo dalle Americhe

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Dunque, ieri si celebrava la scoperta ufficiale dell’America (perché quella non ufficiale sembra proprio essere stata fatta dai Vichinghi). Pensandoci, chissà perché, mi sono messo a elencare tutte le cose commestibili arrivate in Europa solo dopo quell’evento e la lista è abbastanza impressionante.
Abbiamo, in ordine sparso:

  • cacao: come si facesse prima a vivere senza cioccolata è un mistero
  • pomodori: a quanto sembra quelli antichi erano gialli, da cui il nome. Prima, la pasta, che già esisteva, veniva condita con burro o simili, una montagna di formaggio e a volte, pepe
  • patate, il che, per uno diventato grande a patatine fritte…
  • peperoni e peperoncino, altra parte fondamentale della mia dieta
  • mais (o granturco); la polenta c’era già, ma era prodotta con altri cereali: orzo e farro, segale, miglio, grano saraceno e anche frumento
  • i cosiddetti fagioli bianchi di Spagna, ma anche i fagiolini verdi (tegoline) e i fagioli di Lima
  • tacchino
  • arachidi
  • vaniglia
  • ananas
  • alcune delle mie bevande preferite, come rum, tequila e simili
  • infine lo zucchero, che arrivava già in Europa, ma solo dopo la scoperta dell’America iniziò ad arrivare in grandi quantità.

In cambio abbiamo portato il frumento, il riso, i cavalli, le mucche, i maiali, il cristianesimo, ma soprattutto le epidemie.
Malattie come il vaiolo, l’influenza, la varicella ecc. erano pressoché inesistenti in America. La maggioranza di questi virus e batteri era presente nei corpi degli animali da soma come cavalli, bovini o suini, che furono trasportati dagli europei. Nel continente antico questi virus erano presenti da millenni per cui le popolazioni di Europa, Asia e Africa avevano sviluppato anticorpi a queste malattie. Nel Nuovo Mondo invece, questi mammiferi non erano presenti e gli indigeni erano stati pressoché isolati dal Continente Antico per più di 40 millenni. Il risultato fu un genocidio (involontario): si stima che circa l’80 per cento della popolazione indigena delle Americhe perì in un periodo di tempo che va dal 1492 al 1550. Circa un decimo dell’intera popolazione mondiale di allora (500 milioni circa) fu eliminato dalle malattie.