I tempi sono cambiati

Bologna. Il 23 giugno del 1643, su richiesta dei professori e studenti dell’Università fu avanzata al Comune una perentoria protesta affinché fosse fatto divieto al transito per i carri attorno all’Archiginnasio per consentire agli studenti di studiare nel dovuto silenzio. L’istanza fu accolta.
[Tratto da Sounday Times, Il rumore e la città – considerazioni sul convegno la città nel rumore il rumore nella città]

Questo non per fare un elogio dei bei tempi andati, ma solo per sorridere un po’ 🙂 . In fondo parliamo di quasi 400 anni fa.

Il Dottor Stranamore: titoli alternativi

Dagli archivi di Stanley Kubrick è saltata fuori una paginetta in cui il regista annotava idee per dare un titolo al Dottor Stranamore, famoso film del 1964 liberamente ispirato al romanzo Allarme Rosso (Red Alert, 1958) di Peter George.

Già dai titoli si può intuire una certa differenza fra il romanzo e il film. Mentre il romanzo è molto serio, centrato sulla minaccia nucleare e sulla relativa facilità con cui la catastrofe può essere innescata, il film affronta lo stesso tema in modo semiserio, tanto da poter essere definito una commedia più che un film catastrofico o di fantapolitica.

L’elenco dei possibili titoli è curioso e stranamente non riporta quello che sarebbe poi diventato il titolo reale: Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb (Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba).

È anche difficile immaginare a che cosa si riferissero alcuni titoli, come, per es. Dr. Strangelove’s Secret Uses of Uranus.

Comunque, ecco un elenco completo:

  • Doctor Doomsday
  • Don’t Knock the Bomb
  • Dr. Doomsday and his Nuclear Wiseman
  • Dr. Doomsday Meets Ingrid Strangelove
  • Dr. Doomsday or: How to Start World War III Without Even Trying
  • Dr. Strangelove’s Bomb
  • Dr. Strangelove’s Secret Uses of Uranus
  • My Bomb, Your Bomb
  • Save The Bomb
  • Strangelove: Nuclear Wiseman
  • The Bomb and Dr. Strangelove or: How to be Afraid 24hrs a Day
  • The Bomb of Bombs
  • The Doomsday Machine
  • The Passion of Dr. Strangelove
  • Wonderful Bomb

ed ecco infine la pagina.
Strangelove

Grazie a Lists of Note

Il primo sito web

Se, per curiosità, volete dare un’occhiata al primo sito web mai realizzato cliccate qui.

Niente di pirotecnico. Si tratta di una serie di pagine di solo testo che, tuttavia, esibiscono una cosa che oggi, a 20 anni di distanza, è normale, ma, per l’epoca, era una grande novità e cioè il collegamento ipertestuale.

Il 6 Agosto 1991 Tim Berners-Lee e Robert Cailliau del CERN misero in linea questo sito che descriveva i fondamenti del progetto WWW, nato, in realtà, “to allow high energy physicists to share data, news, and documentation.”

Il sito era raggiungibile all’indirizzo http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html.

Quello che si vede oggi in linea è uno snapshot del sito presa il 3 Novembre 1992.

Profetico

Nell’autunno del 1888 George Gouraud fece, a Londra, una serie di dimostrazioni della nuova invenzione di Edison: il fonografo, capace di registrare il suono su cilindri di paraffina. Dopo le demo, Gouraud registrava le reazioni dei presenti su cilindri da inviare ad Edison.

Uno dei presenti era il compositore Arthur Sullivan (1842-1900). Nel suo messaggio disse, fra l’altro:

For myself, I can only say that I am astonished and somewhat terrified at the results of this evening’s experiment — astonished at the wonderful power you have developed, and terrified at the thought that so much hideous and bad music may be put on record forever.

Trad. mia
Per quel che mi riguarda, posso solo dire di essere sbalordito, ma anche un po’ spaventato dai risultati dell’esperimento di ieri sera — sbalordito dal fantastico potere che avete sviluppato e spaventato al pensiero di quanta orrenda e cattiva musica potrà essere registrata per sempre.

Fonte: wikipedia

Karl Marx Credit Card

Karl Marx Credit CardIn uno stato che una volta si chiamava Germania Est, in una città un tempo chiamata Karl-Marx-Stadt (oggi Chemnitz), una banca chiamata Sparkasse Chemnitz fa un sondaggio online per decidere quale immagine mettere sulla propria carta di credito, fra 10 immagini comprendenti 3 castelli, 2 municipi, un monumento, un fiume, una pista, una torre, un museo (lista completa qui in un pdf in tedesco).

E chi vince? Il monumento a Karl Marx. E non di poco: vince alla grande prendendosi il 35% dei consensi.

Non solo. Il fenomeno non è locale. La banca ha poi ricevuto numerose richieste da cittadini di altri stati della Germania, che chiedevano di aprire un conto solo per avere la carta di credito con l’effigie di Marx.

Nostalgia? Un sondaggio del 2008 ha rivelato che il 52% degli abitanti dell’ex Germania Est considerava l’economia di libero mercato “inadeguata” e il 43% diceva di rivolere il socialismo. Probabilmente le stesse percentuali che 30 anni fa sognavano di passare all’ovest.

Via Reuters

Come ci raccontano le cose…

Dunque, avrete tutti sentito che Assange, il rappresentante pubblico di WikiLeaks, è in carcere in UK perché accusato di stupro in Svezia.

Bene, non è così. Ufficialmente Assange è accusato di “sesso a sorpresa” (sex by surprise), un reato che esiste solo in Svezia e che consiste nel non aver condotto un rapporto sessuale come concordato con la partner.

Nel caso specifico, Assange non avrebbe indossato il profilattico, come invece aveva richiesto la sua partner e si sarebbe poi rifiutato di sottoporsi a un esame sulle malattie trasmissibili per via sessuale.

Il reato si estingue pagando una sanzione pari a circa 715 dollari, ma prima deve subire un processo.

Fonte: AOL News

Frodi Musicali

Dopo la discussione, peraltro molto interessante e per me, fruttuosa, sulla paternità delle opere di Scelsi, ho cercato un po’ per vedere se potessero esistere altri casi paragonabili.

Quando ho cominciato pensavo che in musica non esistessero molte situazioni del genere, almeno in tempi recenti (nell’antichità chissà cosa può essere successo), a meno di non scendere nel campo della musica di consumo nel senso stretto del termine dove è risaputo che gli individui che si presentano in pubblico suonano sempre in playback e sono solo dei front-men perché in realtà gli esecutori sono altri (tipicamente dei session men).

Nella musica classica, a mio ricordo, c’erano solo due casi di una certa importanza, ma entrambi riguardavano esecutori, non compositori, ed entrambi erano delle frodi consapevoli (mi riferisco al caso Joyce Hatto e a quello Schwarzkopf – Flagstad, con alcune note sostituite in una incisione). Invece è bastato cercare un po’ per trovarne parecchi:

Henri Casadesus (1879 – 1947) era violista ed editore musicale, fratello di Marius che a sua volta era lo zio del famoso pianista Robert Casadesus e prozio di Jean Casadesus. Egli fondò la Société des Instruments Anciens con Camille Saint-Saëns nel 1901. La società, che operò tra il 1901 ed il 1939, fu un quintetto di esecutori che suonavano strumenti antichi come la viola da gamba o la viola d’amore.

Il quintetto di dedicò alla riscoperta di opere di musicisti del passato non più eseguite da secoli. Si scoprì poi, che diversi pezzi attribuiti a famosi musicisti del passato, erano invece delle loro composizioni. L’Adélaïde Concerto, da loro attribuito a Wolfgang Amadeus Mozart, era stato scritto da Marius Casadesus.

Sembra invece che Henri fosse il compositore del “Concerto in re maggiore per Viola” attribuito a Carl Philipp Emmanuel Bach, descritto da Rachel W. Wade nell’appendice B del suo Keyboard Concertos of Carl Philipp Emmanuel Bach. Questo concerto apparve nel 1911 in una edizione russa, presumibilmente “trascritta…per piccola orchestra da Maximilian Steinberg,” e venne poi eseguita da direttori come Darius Milhaud e Serge Koussevitsky, e registata da Felix Prohaska e Eugene Ormandy. Nel 1981, Wade scrisse: “al giorno d’oggi, il più eseguito concerto di C.P.E. Bach non è stato scritto la lui.”

Henri è anche accreditato di un concerto di Handel e di un concerto di J.C. Bach, entrambi per viola. Questi ultimi vengono oggi adoperati nell’insegnamento del metodo suzuki per la viola, e vengono detti “The Handel/Casadesus Concerto” e “The J.C. Bach/Casadesus Concerto”.

Si passa, poi a Gaspar Cassadò (1897 – 1966), violoncellista e compositore spagnolo, ricordato perché alcune parti del suo Concerto per violoncello in RE min. e della Suite per Cello solo erano in realtà trascrizioni o rielaborazioni di brani altrui (Ravel, Kodaly), ma questo è un peccato veniale. Cassadò ha scritto molte trascrizioni e variazioni su opere altrui in modo non fraudolento. Tuttavia si è attribuito anche molti brani scritti alla maniera di… che forse lo sono un po’ troppo.

François-Joseph Fétis (1784 – 1871) è stato un musicologo, compositore e docente belga. Autore di parecchi “scherzi” (non nel senso della forma musicale), scrisse un concerto per liuto, peraltro eseguito anche da Sor, attribuendolo a Valentin Strobel.

Ma quello che ha fatto il colpo più grosso è senz’altro il musicologo italiano Remo Giazotto (1910 – 1998) che fu un famoso esperto di Albinoni, al punto tale da scrivere e attribuirgli il celeberrimo Adagio in SOL minore, noto, appunto, come Adagio di Albinoni.

Giazotto dichiarò di essersi limitato a “ricostruire” l’Adagio sulla base di una serie di frammenti di Tomaso Albinoni che sarebbero stati ritrovati tra le macerie della biblioteca di Stato di Dresda – l’unica biblioteca a possedere partiture autografe albinoniane – in seguito al bombardamento della città avvenuto durante la seconda guerra mondiale. I frammenti sarebbero stati parte di un movimento lento di sonata (o di concerto) in sol minore per archi e organo.

In verità, a partire dal 1998, anno della morte di Remo Giazotto, l’Adagio è emerso essere una composizione interamente originale di quest’ultimo, giacché nessun frammento o registrazione è stato mai trovato in possesso della Biblioteca Nazionale Sassone.

Secondo wikipedia, Giazotto è fortemente contestato dagli odierni studiosi di musica barocca, perché più volte accusato di aver prodotto dei veri e propri falsi, specie in ambito vivaldiano.

The perfect resting place…

logo… for vinyl lovers.

Traggo da Joyello questo interessante annuncio.

Dopo la nostra dipartita, le nostre ceneri, invece che finire sottoterra o disperse al vento, possono essere aggiunte alla pasta di vinile con la quale si stamperà una versione personalizzata del nostro disco preferito.

Da buon megalomane (ma neanche tanto), farei stampare un disco con la mia musica…

Il sito è molto divertente e sconsigliato ai superstiziosi. Il teschietto in basso a destra è il mouse. Inoltre notate la falce a guisa di puntina e la croce con scritto R.I.V. (requiescat in vinyl, I suppose).

Cliccate la morte per andare al sito.

6 gradi ai Black Sabbath

Per ferragosto ecco qualcosa di divertente.

Come recita wikipedia, La teoria dei sei gradi di separazione è un’ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. Tale teoria è stata proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy in un racconto breve intitolato Catene.

Dato che Karinthy si limitò ad enunciare la teoria senza dimostrarla in termini rigorosi, si dovrebbe parlare non di una teoria, ma di una congettura che rimane tale ancora oggi, anche se vi sono evidenze sperimentali della sua correttezza.

Dopo un tentativo fallito di dimostrarla per via matematica negli anni ’50, nel 1967 il sociologo americano Stanley Milgram ideò un sistema sperimentale per testare la teoria, che egli chiamò “teoria del mondo piccolo“.

Selezionò casualmente un gruppo di americani del Midwest e chiese loro di mandare un pacchetto ad un estraneo che abitava nel Massachusetts, a diverse migliaia di chilometri di distanza. Ognuno di essi conosceva il nome del destinatario, la sua occupazione, e la zona in cui risiedeva, ma non l’indirizzo preciso. Fu quindi chiesto a ciascuno dei partecipanti all’esperimento di mandare il proprio pacchetto a una persona da loro conosciuta, che a loro giudizio avesse il maggior numero di possibilità di conoscere il destinatario finale. Quella persona avrebbe fatto lo stesso, e così via fino a che il pacchetto non venisse personalmente consegnato al destinatario finale.

I partecipanti si aspettavano che la catena includesse perlomeno un centinaio di intermediari, e invece ci vollero solo (in media) tra i cinque e i sette passaggi per far arrivare il pacchetto. Le scoperte di Milgram furono quindi pubblicate in Psychology Today e da qui nacque l’espressione sei gradi di separazione che divenne subito molto popolare grazie anche al film tratto dall’omonima commedia teatrale di John Guare plurireplicata a Broadway.

La spiegazione della faccenda si basa sul fatto che, in ogni rete di persone, esistono individui che agiscono come aggregatori, perché hanno un numero di contatti elevatissimo. Il primo impiego pratico della teoria, per esempio, venne creato da Brett C. Tjaden sotto forma di un software che usava l’Internet Movie Database per calcolare i collegamenti tra attori differenti.

Il collegamento era effettuato mediante i film. Per esempio, il collegamento fra gli attori A e Z è dato dal fatto che A ha lavorato in un film con M che ha lavorato in un film con K che, a sua volta, ha lavorato in un film con X, il quale, infine, ha recitato con Z. In questo caso, il grado di separazione fra A e Z è 4.

Questo software, centrato sull’attore Kevin Bacon, considerato come uno degli aggregatori nel mondo del cinema per l’elevato numero di pellicole a cui ha preso parte, tanto che il suo grado di separazione con altri attori è circa 3, è ancora in rete con il nome de “The Oracle of Bacon“. Qui, per esempio, si può scoprire che il “numero di Bacon” che lo separa da Alvaro Vitali è solo 2 in quanto quest’ultimo ha lavorato con Gassman in “Mortacci (1989)” e Gassman ha lavorato con Bacon in “Sleepers (1996)”.

Nel 2001 Duncan Watts, un professore della Columbia University, riprese per conto suo la ricerca e ricreò l’esperimento di Milgram su Internet. Watts usò una e-mail come “pacchetto” che doveva essere consegnato e, sorprendentemente, dopo aver analizzato i dati ottenuti dagli invii effettuati da 48.000 differenti persone residenti in 157 stati diversi, nei confronti di 19 “bersagli”, trovò che il numero medio di intermediari era effettivamente sei.

Da qui il diluvio. Nel 2006, per esempio, due ricercatori di Microsoft, sfruttando i log delle conversazioni attraverso MSN Messenger, hanno ricavato che in media fra due utenti del programma vi sono 6,6 gradi di separazione (vedi) e nel 2008 Discover Magazine ha pubblicato un pezzo intitolato “If Osama’s Only 6 Degrees Away, Why Can’t We Find Him?“.

Nel mondo scientifico è diventato popolare il Numero di Erdős creato dagli amici di Erdős come tributo scherzoso all’enorme numero di pubblicazioni da lui scritte in collaborazione con un gran numero di matematici diversi.

Esiste anche un social network, chiamato Digrii, in grado di calcolare il grado di separazione fra i suoi utenti e mostrare anche il percorso di connessione (tu sei amico di quello, che è amico di quell’altro … etc.).

In musica le applicazioni non sono state molte. C’è un programma su Radio3 (Sei Gradi, che vanta vari tentativi di imitazione fra le radio private) in cui si va da un artista all’altro in 6 passi. Qui sono disponibili molte puntate.

Ma adesso c’è anche un sito, 6 Degrees of Black Sabbath, che utilizza i database di Echo Nest e MusicBrainz per connettere due musicisti dell’area pop e/o jazz, utilizzando non solo la partecipazione a una canzone o a una band, ma anche altri tipi di relazione (parentela, nomi d’arte, composizioni…)

Così si scopre, per esempio, che anche fra John Coltrane e i Black Sabbath ci sono 6 gradi, ovvero:

Da A
Relazione
John Coltrane Ravi Coltrane figlio
Ravi Coltrane Greg Osby M-Base Collective
Greg Osby Jimmy Herring Phil Lesh & Friends
Jimmy Herring T Lavitz Endangered Species
T Lavitz Aynsley Dunbar Jefferson Starship
Aynsley Dunbar Black Sabbath ha composto Warning

.

Alien Safe???

Last week the Conservatorium (the public school of music here in Italy) where I work in Trento, bought a new mixer for the electronic music studio. It’s a Mackie 1640i with ADC/DAC included, so you can connect 16 in and 16 out to your computer through a single firewire cable (no more wires, wow!).

Looking at the box, I saw the usual set of icons (this side up, fragile, keep dry, etc), but there was one more. A single icon featuring the Jarod face and saying ALIEN SAFE.

ALIEN SAFE???

Here it is. Click the images to enlarge.

icons alien safe

Tartaglia?

Allora, Tartaglia è il nome dello sfortunato aggressore dell’innominabile (perché secondo me SB porta una sfiga atroce).

L’aggressione è avvenuta il 13 dicembre.

Il 13 dicembre 1557 moriva a Venezia il matematico Niccolò Fontana, conosciuto come Tartaglia, rimasto nella storia per l’omonimo triangolo.

Coincidenza?


On December 13, the day of Berlusconi attack by Massimo Tartaglia, the italian mathematician Niccolò Fontana, known as Tartaglia, died in Venice (on the year 1557).

Niccolò Tartaglia is very famous in Italy because of the Tartaglia’s Triangle (a geometric arrangement of the binomial coefficients in a triangle, named Pascal’s triangle in english).

Oracoli e dadi musicali

dadi musicaliSe qualcuno ha bisogno di un dado a 12 facce con le note sopra può dare un’occhiata qui. Questo tipo dice di averli inventati e li vende in set di 12 a soli $34.95.

Se invece vi accontentate di dadi, sempre a 12 facce, ma con sopra semplicemente dei numeri, vi basta entrare nel più vicino negozio di giochi di ruolo.

Delle stesso autore, un po’ più interessante sembra essere il Muzoracle, presentato come “a divination system based on music, utilizing cards and twelve-sided dice”. 55.00 plus shipping in USA.

Emoticons 1881

Tutti quelli che pensano che gli emoticons siano una invenzione arrivata con internet (cioè quasi tutti), diano un’occhiata a questa parte di una pagina di Puck, un giornale satirico americano della fine dell’800. La pagina risale al 30 Marzo 1881 e la si può vedere nella sua interezza grazie a wikimedia.

emoticons 1881

Uccello estinto ritrovato, fotografato e mangiato

Una storia che ha dell’assurdo dalle Filippine.

Un esemplare di Worcester’s buttonquail (Turnix worcesteri), un uccello delle Filippine che si credeva estinto e che era noto solo grazie ad alcuni disegni risalenti a decine di anni fa, è stato ritrovato, fotografato e immediatamente venduto a un mercato di pollame come cibo.

Come se non bastasse, nessuno ha pensato a registrarlo 👿

La notizia arriva da Cryptomundo un bellissimo sito che si occupa di specie animali leggendarie, estinte o semplicemente strane.

Air and Simple Gifts

Anche la parte musicale dell’Inauguration Day di Obama è atata finalmente resa pubblica e così potete ascoltare (e vedere) Yo Yo Ma al violoncello, Itzhak Perlman al violino, Gabriela Montero al piano e Anthony McGill al clarinetto eseguire un nuovo brano composto per l’occasione da John Williams, “Air and Simple Gifts”.

In realtà, da quel che sento, si tratta di un collage di arie popolari, alcune delle quali appaiono in Appalachian Spring di Copland, uno dei compositori preferiti da Obama. Il tutto in perfetto stile americano.

La cosa divertente, però, è che i succitati quattro dell’Ave Maria suonano in playback ufficialmente perché la bassa temperatura del 16 gennaio (la cerimonia era all’aperto) non permetteva loro di portar fuori i loro costosi strumenti e avrebbe reso la performance un po’ rischiosa. Così i quattro si esibiscono in playback con strumenti banali, ma, per rendere più realistica l’esibizione, suonano davvero, solo che gli archi sono stati “saponati” e i tasti del pianoforte sono stati sganciati dai martelletti.

Il mondo senza di noi

Vedo che non sono l’unico ad avere di queste curiosità.

È uscito in paperback il libro “The World without us” del divulgatore scientifico Alan Weisman. Le sue profezie sono decisamente pessimistiche:

With no one left to run the pumps, New York’s subway tunnels would fill with water in two days. Within 20 years, Lexington Avenue would be a river. Fire- and wind-ravaged skyscrapers would eventually fall like giant trees. Within weeks of our disappearance, the world’s 441 nuclear plants would melt down into radioactive blobs, while our petrochemical plants, ‘ticking time bombs’ even on a normal day, would become flaming geysers spewing toxins for decades to come… After about 100,000 years, carbon dioxide would return to prehuman levels. Domesticated species from cattle to carrots would revert back to their wild ancestors. And on every dehabitated continent, forests and grasslands would reclaim our farms and parking lots as animals began a slow parade back to Eden.

Suona un po’ questa…

Some weird scores. Click the image to enlarge.

The three scores below are by John Stump, composer of several joke musical scores which are impossible to play, wildly complex and contain bizarre stage warnings such as “shock therapy may be necessary to finish”.

The fourth is by the japanese composer Yamasaki Atushi. I have no info about him.

Il triangolo delle Bermude delle auto

Secondo il Boing Boing, che lo riprende dal New York Daily news, le auto si guastano misteriosamente se vengono parcheggiate in un raggio di 5 isolati dall’Empire State Building a NY. In figura l’area incriminata.

Le luci funzionano, il clacson va, ma l’auto non parte. L’opinione popolare addossa la colpa alla miriade di antenne piazzate su quello che è tornato ad essere il grattacielo più alto della città.

Dopo il 9/11, infatti, i trasmettitori radio-TV sono tornati in forze sull’Empire che ormai ospita 13 antenne TV e 19 ripetitori FM.

Via Boing Boing

Popolazione zero

Una delle domande che, per una ragione o per l’altra, ogni tanto mi capita di pormi è la seguente:

  • quanto durerebbe la nostra cosiddetta civiltà senza di noi? Se la razza umana semplicemente sparisse in un solo istante, ma senza distruzioni, cataclismi o guerre, una semplice sparizione improvvisa, per quanto durerebbero le nostre infrastrutture senza alcun intervento umano? Per quanto tempo, per esempio, ci sarebbero l’acqua, il gas, la corrente, internet?

E voi mi dite, a qual pro? Nessuno, ovviamente. Si tratta solo di una congettura che però mette in luce il fatto che noi, come singole persone, non sappiamo quasi nulla sulle infrastrutture che ci mantengono in vita.

Prendiamo, per esempio, la corrente elettrica. Da cosa dipende la fornitura di elettricità che arriva a casa vostra? Se dipendesse da una fonte rinnovabile (tipo centrale idroelettrica), forse potrebbe anche continuare per anni. E se invece dipendesse dal petrolio o dal carbone, quanto durerebbero le scorte? E in ogni caso, la fornitura continuerebbe anche se non ci fosse un umano che, in certe occasioni, preme un determinato bottone?

Ovviamente qualcuno che può rispondermi c’è, probabilmente anche fra di voi. Magari c’è qualcuno che lavora all’ENEL o alla Telecom o anche al comune e sa queste cose.

Era un po’ che non ci pensavo, ma la faccenda mi è tornata in mente per due ragioni: la prima è che ho visto “Io sono leggenda”, film a mio avviso abbastanza deludente, tanto che, mentre lo guardavo, mi sono trovato a chiedermi se il fatto che nell’appartamento del protagonista ci fossero tutte le comodità, anche dopo anni, fosse realistico.
La seconda ragione è che, vagando nella rete, ho incocciato “Life After People“, una serie prodotta da History Channel la cui programmazione inizia proprio stasera negli USA.

Probabilmente, la domanda più corretta è: con quali modalità queste reti degradano? Un pezzettino alla volta o un crollo totale? E in quanto tempo?

Allora, c’è nessuno in grado di soddisfare la mia curiosità?

師走 : gli insegnanti corrono

Dato che, a quanto ne so, parecchi fra voi sono insegnanti di vario ordine e grado, vi farà piacere sapere quanto segue.

Rispolverando un po’ del mio malandato giapponese, mi torna in mente che, in Giappone, il mese di Dicembre viene chiamato anche shiwasu (師走) che letteralmente significa “teachers running” (insegnanti che corrono). Il primo dei due ideogrammi, infatti, è “shi”: insegnante, maestro, mentre il secondo è la radice del verbo hashiru che significa correre, muoversi rapidamente.

Tutto ciò a riflettere il fatto che Dicembre è un mese così “busy” che perfino gli insegnanti, che normalmente ciondolano qui e là senza avere molto da fare, sono in estrema agitazione perché ci sono un sacco di carte da presentare e cose da chiudere.

A peggiorare la considerazione di noi insegnanti c’è anche il fatto che una mia amica giapponese mi ha tradotto shiwasu con “teachers run around” che a prima vista sembra uno dei tanti phrasal verb tipo run about, ma invece c’è una bella differenza. Secondo il Merriam-Webster, infatti, run around significa “mettere in atto una azione evasiva e/o ritardante in risposta a una richiesta precisa”.

Andiamo bene… 😯

Nostalgia

Secondo voi poteva Ulisse provare nostalgia di Itaca?
La risposta è decisamente no! Al massimo aveva voglia di tornare a casa.
Contrariamente alla nostra intuizione, infatti, la nostalgia è stata codificata dalla medicina, non dalla poesia.
La parola, che è una commistione del greco νόστος (ritorno) e άλγος (dolore), apparve per la prima volta nel 1688 in una dissertazione medica di Johannes Hofer, uno studente svizzero che ha coniato il termine per descrivere “il sentimento di tristezza che deriva dal desiderio di tornare alla terra natia” (Hofer suggerì altri due termini per descrivere la sindrome: nosomania and philopatridomania).
Fra i primi a vedersi diagnosticare questa nuova “malattia” furono ragazzi della Repubblica di Berna che studiavano a Basilea, domestici e servitori svizzeri che lavoravano in Francia e in Germania e soldati spostati qua e là per il paese.
Secondo Hofer, la nostalgia esauriva lo “spirito vitale”, causando nausea, perdita di appetito, danni ai polmoni, infiammazione cerebrale, arresto cardiaco, febbre alta, marasma e propensione al suicidio.

Svetlana Boym scrive

Every language now has a special word for homesickness that its speakers claim to be untranslatable–the German Heimweh, the French maladie du pays, the Spanish mal de corazón. Czechs have the word litost,which means at once sympathy, grief, remorse, and indefinable longing. The whispering sibilance of the Russian toska, made famous in the literature of exiles, evokes the claustrophobic intimacy of the crammed spaced whence one pines for the infinite. The same stifling, almost asthmatic sensation of deprivation can be found also in the shimmering sounds of the Polish tesknota, which adds a touch of moody artistry unknown to the Russians, who are enamored of the gigantic and the absolute. The Portuguese and the Brazilians have their suadade, a tender sorrow, breezy and erotic — not as melodramatic as its Slavic counterpart yet no less profound and haunting. Romanians claim that dor, sonorous and sharp like a dagger, is unknown to other nations and speaks specifically of a Romanian dolorous ache. Although each term hews to the specific rhythms of its language, all these untranslatable words are, in effect, synonyms, but synonyms that share a desire for untranslatability, a longing for uniqueness.
Svetlana Boym. ‘Paradise Misplaced.’ Harper’s. March 2001 vol 302 no. 1810

Un cellulare a Bayreuth

Beautiful Bayreuth image

Ecco una immagine meravigliosamente wagneriana presa direttamente dal festival di Bayreuth.
Data la temperatura, mi sembra adatta.
Tranquilli, non ci sono andato. Viene da un lungo articolo del critico del New York Times, Anthony Tommasini, in cui finalmente si affronta la questione cruciale: come vestirsi al festival di Bayreuth?
Scherzi a parte 🙂 la parte più gustosa dell’articolo è il gossip. Per esempio:

  • nonostante il caldo umido, nel teatro non c’è l’aria condizionata, per timore che il rumore delle ventole possa contagiare l’acustica;
  • per segnalare la fine dei vari intervalli (ogni 60 min.) appare su una balconata un ottetto di ottoni che accenna il tema principale del prossimo atto; l’estratto è eseguito una volta a 15 min. dall’inizio, due volte a 10 min. e tre volte a 5 min.
  • tutto è regolato e super-puntuale: perfino i critici sono obbligati a ritirare i biglietti 60 min. prima dell’inizio.

Ma nemmeno Bayreuth si salva dai barbari. Alla fine del II° atto delle Valkirie, proprio quando Wotan sta per uccidere il perfido marito Hunding, un cellulare suona!!

06/06/06

Ieri, martedì, era il giorno del numero della bestia: 06/06/06. Me ne sono accorto scrivendo la data di una lezione e ho pensato che, per trovare un surrogato, bisogna arrivare almeno al 2106.
Comunque non è successo niente.
Apparentemente…

Yesterday, tuesday, was the date of the Beast: 06/06/06. I found it while writing the date of a lesson in school.
However nothing happened.
Apparently…