Halber Mensch

Wow! Su You Tube c’è l’intero film (~ 1 ora) Halber Mensch (aka ½ Mensch, trad. half humans) di Sogo Ishii dedicato agli Einstürzende Neubauten.

Il film documenta la visita in Giappone della band tedesca e include estratti da alcuni concerti, scene girate mentre la band suona nelle rovine di una vecchia ferriera ed esecuzioni accompagnate da danzatori Butoh.

Venne girato nel 1985 e uscì nel 1986 su VHS per essere poi ristampato su DVD solo nel 2005. Pur essendo su DVD la qualità non è il massimo a causa del materiale di partenza in VHS e proprio per questo la band ne ha realizzato una versione rimasterizzata.

Il titolo è quello dell’album degli Einstürzende Neubauten pubblicato lo stesso anno della tournée giapponese. La formazione è:

  • Blixa Bargeld – voce, chitarra
  • N.U. Unruh – percussioni, voce
  • F.M. Einheit – percussioni, voce
  • Mark Chung – basso, voce
  • Alexander Hacke – chitarra

Avevo già parlato di questo film in un post del 2007, ma allora ne avevo trovato solo un breve estratto.

Horror Movie

portal partyUn breve film sui film, anzi un film sui DVD in cui i DVD sono protagonisti e in effetti fa parte di una serie realizzata da Portal Party, un canale You Tube che si presenta così:

PORTAL PARTY consists of Aaron Maurer, Eric Clem, and Dylan Dawson. Together, they make fun, weird videos for the internet and for themselves.

Il titolo della serie è, appunto, Movies Starring Movies.

Questo è il quinto episodio, in perfetto stile weird. Gli altri li trovate qui su You Tube e qualcuno anche su Vimeo. Non snobbatelo. Sotto certi aspetti è geniale.

Il malfunzionamento dell’iperdrive del Millennium Falcon

star-wars-hyperdriveBen Burtt, sound designer, spiega come è stato creato il suono, in parte comico, del malfunzionamento dell’iperdrive del Millennium Falcon in Star Wars.

Il suono in questione è il missaggio di otto suoni diversi, quasi tutti prodotti da false partenze o spegnimento di motori o ingranaggi. Il che dimostra, ancora una volta, che, per fare il sound designer, non serva poi essere degli esperti in tecnologie, quanto essere creativi e soprattutto aver passato così tanto tempo ad ascoltare e sperimentare con il suono da riuscire a capire quale effetto può fare un certo suono, magari iper-amplificato o con la velocità cambiata.

In effetti, in questo esempio, la tecnologia arriva, al massimo, a un mixer e a un registratore a velocità variabile. E di questo è fatto il 98% degli effetti cinematografici più famosi (in Star Wars fa eccezione il suono di R2D2 creato con un sintetizzatore analogico ARP 2600).

Ben Burtt ha creato quasi tutti i suoni di Star Wars mediante missaggi. Per la voce di Chewbacca, per esempio, ha registrato centinaia di suoni di orsi, trichechi, leoni e altri animali. Poi ha cercato di catalogarli in base alle emozioni che trasmettevano e fondendoli insieme, ha creato il linguaggio di Chewbacca.

È interessante, poi, sentire come ha creato il famosissimo suono della spada laser:

Burtt said he could “hear the sound in his head.” At the time, he was still a graduate student at USC and was working as a projectionist. The old projector had an interlocked motor which, when idle, made a “wonderful humming sound.” Burtt recorded it, and it became the basis of the lightsaber sound. But it wasn’t enough — he needed a buzzing sound, and he actually found it by accident. Walking by television set with a live microphone, the microphone picked up the transmission from the unit and produced a buzz. Burtt loved it, recorded it, and combined it with the projector motor, creating a new sound that became the basic lightsaber tone. To achieve the aural effect of a lightsaber moving, he played the hum out of a speaker and waved a microphone by it; doing so created the fascimile of a moving sound, and in this case, the sound of a Jedi or Sith wielding a weapon in battle.

Il tutto fa pensare alla vecchia conferenza di Stockhausen su scoperta e invenzione, la cui essenza è che in campo musicale (e sonoro), alcune cose accadono perché sono state progettate, mentre altre si scoprono per puro caso, spesso lavorando a qualcos’altro.

2001: A Space Odyssey

2001 Odissea nello Spazio, di Stanley Kubrick e Arthur Clarke, ritornerà nei cinema in edizione restaurata. L’uscita in Gran Bretagna è prevista per il 28 Novembre.

È una bella notizia soprattutto per quelli che non hanno potuto vederlo al cinema (il film è del 1968), ma anche per gli amanti del genere. Io, per esempio, credo proprio che andrò a vederlo quando uscirà in Italia (almeno, spero che esca anche qui).

Non ricordo se l’edizione originale qui da noi uscì proprio del 1968 o l’anno dopo. Ricordo solo che ero al liceo, ma ricordo molto bene l’effetto che mi fece. Avevo 14 o 15 anni e alla fine del film rimasi nel cinema per vederlo una seconda volta spostandomi in prima fila, nelle poltrone più vicine allo schermo (e da allora ho sempre avuto la mania di vedere certi film da sotto lo schermo).

Per pubblicizzare l’evento, il British Film Institute (BFI) ha messo in circolazione un nuovo trailer che potete vedere qui sotto e un sito.

Il trailer è notevole. Alcune di queste scene sono entrate a buon diritto nella storia del cinema. Non mi viene in mente un altro film di fantascienza così profondo, bello da vedere e da sentire (grande colonna sonora, da Strauss a Ligeti (anche se quest’ultimo è un po’ manipolato)). E pensate che all’epoca non avevano la computer graphic attuale.

Oltretutto credo sia uno dei pochi film del genere a rispettare la realtà fisica. Non si devono sentire le esplosioni nello spazio o nel vuoto, maledizione!

Noise

noise Katarzyna Kijek e Przemysław Adamski sono animatori polacchi che inseriscono elementi di animazione in riprese vere e proprie creando un gioco di immaginazione strettamente legato al suono.

La loro tecnica è quella dell’ormai desueta stop motion in cui viene impressionato un fotogramma per volta muovendo gli oggetti animati fra uno scatto e l’altro. Dico desueta perché la stop motion, largamente in uso un tempo, è stata ormai sostituita quasi completamente dalla grafica computerizzata. Kijek e Adamski, invece, riescono ancora a trarne situazioni di grande suggestione dove la connessione con il suono è evidente e ricca.

Potete anche vedere il video su vimeo.

Il Dottor Stranamore: titoli alternativi

Dagli archivi di Stanley Kubrick è saltata fuori una paginetta in cui il regista annotava idee per dare un titolo al Dottor Stranamore, famoso film del 1964 liberamente ispirato al romanzo Allarme Rosso (Red Alert, 1958) di Peter George.

Già dai titoli si può intuire una certa differenza fra il romanzo e il film. Mentre il romanzo è molto serio, centrato sulla minaccia nucleare e sulla relativa facilità con cui la catastrofe può essere innescata, il film affronta lo stesso tema in modo semiserio, tanto da poter essere definito una commedia più che un film catastrofico o di fantapolitica.

L’elenco dei possibili titoli è curioso e stranamente non riporta quello che sarebbe poi diventato il titolo reale: Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb (Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba).

È anche difficile immaginare a che cosa si riferissero alcuni titoli, come, per es. Dr. Strangelove’s Secret Uses of Uranus.

Comunque, ecco un elenco completo:

  • Doctor Doomsday
  • Don’t Knock the Bomb
  • Dr. Doomsday and his Nuclear Wiseman
  • Dr. Doomsday Meets Ingrid Strangelove
  • Dr. Doomsday or: How to Start World War III Without Even Trying
  • Dr. Strangelove’s Bomb
  • Dr. Strangelove’s Secret Uses of Uranus
  • My Bomb, Your Bomb
  • Save The Bomb
  • Strangelove: Nuclear Wiseman
  • The Bomb and Dr. Strangelove or: How to be Afraid 24hrs a Day
  • The Bomb of Bombs
  • The Doomsday Machine
  • The Passion of Dr. Strangelove
  • Wonderful Bomb

ed ecco infine la pagina.
Strangelove

Grazie a Lists of Note

A Boy and His Atom

Ancora sulla miniaturizzazione estrema nel campo dell’informatica.

Quelli che vedete nel video qui sotto sono degli atomi. I ricercatori dell’IBM hanno realizzato questo filmato in stop motion interagendo direttamente con alcune molecole di monossido di carbonio e spostandone gli atomi su una superficie di rame.

Come si può immaginare, il fine di questa ricerca non è artistico. Il punto è che, se è possibile costringere degli atomi ad assumere una determinata configurazione e mantenerla, allora i suddetti atomi possono essere utilizzati per memorizzare delle informazioni e questo significa memorie più piccole di quelle attuali di un enorme ordine di grandezza.

Per dare un’idea dell’impatto di una tale tecnologia, Andreas Heinrich, coordinatore del progetto,  afferma che “se oggi sul tuo smartphone hai un paio di film, in futuro potresti metterci tutti quelli esistenti”. Il che apre le porte a interessanti quanto inquietanti scenari.

In quest’altro video, the making of A Boy and His Atom.

Requiem 2019

Requiem 2019 è uno spot per sostenere lo stop totale e definitivo alla caccia alle balene. Un breve film che si avvale della presenza di Rutger Hauer (Blade Runner e molti altri film) in cui l’ultima balenottera azzurra guarda negli occhi il suo unico vero nemico: noi.

Regia di Rutger Hauer e Sil van der Woerd. Guardatelo a schermo intero (click in basso a destra). Questa la sua pagina su vimeo.

Project Genesis

In questo breve film si immagina un interessante cambio di prospettiva…

Un mondo popolato solo da computer, che hanno sempre guardato il mondo da un singolo punto di vista: quello della rassegnazione e della sopravvivenza. La loro conformazione infatti da sempre limita il loro sviluppo, rendendo impegnative anche le azioni più semplici. Oggi un progetto straordinario sta per vedere la luce, aprendo strade fino ad oggi impensate: il mondo conosciuto dai computer diventa più accessibile, semplice, alla portata di tutti. Grazie a “Project Genesis” finalmente tutti i computer potranno aprire la porta ai loro sogni scoprendo una nuova dimensione: una realtà senza più limiti e paure. Ora non resta loro che iniziare a vivere, veramente.

A world populated only by computers that has always looked at our world with resignation and great sense of survival. Their structure, indeed, has always limited their development making even the simplest actions difficult. Today an extraordinary project is about to see the light, clearing new unexpected ways: the world of computers becomes more accessible, simpler, within the reach of everybody. Thanks to “Project Genesis” every computer will finally be able to open the door to its dreams, discovering a new dimension: a reality with no more limits and fears. Now they can only begin to live, for real.

Sito dedicato: projectgenesismovie.com

Director //Alessio Fava alessiofava.com
Production // Izen Ideas + Green Movie Group
Producers // Alessio Fava + Marijana Vukomanovic
Subject // Alessio Fava
Writers // Alessio Fava + Matteo Lanfranchi effettolarsen.it
Director of Photography // Beppe Gallo beppegallo.com
Original music // Giovanni Dettori + Lorenzo Dal Ri
Sound designer & re-recording mixer // Matteo Milani usoproject.blogspot.it/
Voice Actor // Michael Navarra | Donna Cuddemi | Thomas Blackthorne
Producer Post-production // Alfredo Beretta
Editing // Massimo Magnetti
Visual effects-3D // Andrea Vavassori + Andrea Zimbaro
Colorist // Giorgia Meacci
Stop motion animation // Alessio Fava + Beppe gallo + Matteo Lanfranchi
Set designer //Cristian Chierici ccsettantanove.wordpress.com/
Graphic designer // Lorenza Negri boombangdesign.com
Make up // Cristina Panata
Film studios // Izen + Pietro Baroni Photographer + Studioneon
Mockup printing // Grafix Milano grafixmilano.it
Communications strategy// Alessio Fava + Alice Avallone nastenka.it/
Actors // Alex Cendron + Marta Mazzi + Matteo Lanfranchi + Anna Mykhaylenko + Fabrizio + Giulia Linguanti + Dario Lo Nardo
Special thanks: Luciano Beretta, Gianfranco Negri, Rossella Fugazza, Ann Kroeber, Luigi Toscano, Barbara Alberghini, Grafix Milano, Enrico Bisi, Serivideo Torino, Jacopo Rondinelli, Pietro Baroni, Antonio Serra, Amos Caparrotta, Ivan Merlo, Parco delle Groane, Studio Neon, Philip Abussi, Francesca Cao, Ploonge

Sul nome B.a.c.h.

Se c’è qualcuno a cui Dio deve qualcosa, è J. S. Bach
Emil Cioran

Si tratta di un film di Francesco Leprino che ricostruisce la vita e l’opera del vecchio Bach. Ecco la descrizione dell’autore:

Sul nome B.a.c.h. è un film che si svolge su più piani strettamente interrelati e intercalati: il piano dell’esecuzione musicale dell’Arte della Fuga con elaborazioni strumentali per diversi organici, il piano dell’esplorazione di tutti i luoghi bachiani, quello del racconto biografico, quello dell’analisi discorsiva dell’Arte della fuga raccontata a più voci fra i luoghi bachiani dagli stessi personaggi, quello delle interviste ai vari esperti sugli aspetti del fenomeno bachiano (biografico, numerico-pitagorico, logico-matematico, esoterico, spirituale, profano, umano…), quello di Bach stesso, che in livrea si aggira muto nei “suoi” luoghi e ci guarda, dal remoto passato e dal lontano futuro al tempo stesso (interpretato da Sandro Boccardi, emblematico personaggio che ha promosso la musica antica in Italia fondando l’ultra trentennale festival “Musica e Poesia a San Maurizio”) e a cui dà voce il più grande attore in lingua tedesca: Bruno Ganz. La voce guida è quella altrettanto celebre di Arnoldo Foà e Sonia Bergamasco, insieme ad altri valenti attori che “interpretano” i personaggi principali della vita di Bach: il figlio Carl Philip Emanuel, autore del necrologio, Forkel, primo biografo, Anna Magdalena, la devota consorte, i severi superiori… tutti personaggi che costituiscono i testimoni di ieri.

Testimoni di oggi sono invece i personaggi intervistati, fra i più autorevoli in campo bachiano: Enrico Baiano, eccellente clavicembalista, Alberto Basso, che ha scritto il monumentale Frau Musika, Hans Eberhard Dentler, musicista e studioso, che nel suo volume su l’Arte della fuga ne ha decodificato il livello pitagorico-numerico, Ton Koopman, massimo interprete e direttore specializzato nelle esecuzioni bachiane, Douglas Hofstadter, autore dell’originalissimo saggio Goedel, Escher e Bach e studioso di intelligenza artificiale, Piergiorgio Odifreddi, logico matematico che ha approfondito le relazioni con il linguaggio musicale, Quirino Principe, autorevole musicologo e germanista particolarmente sensibile agli aspetti esoterico-cabalistici, Don Luigi Garbini, responsabile per la musica della Curia di Milano, che ha scritto una pregevole Introduzione alla musica sacra, Benedetto Scimemi, musico-matematico che con le sue lezioni-concerto ha divulgato le complessità delle fughe bachiane, Matteo Messori, clavicembalista e studioso di Bach, che ha inciso l’Arte della fuga al clavicembalo, Luca Cori, compositore e studioso che ha approfondito le relazioni strutturali e simboliche dell’Arte della fuga, Salvatore Natoli, filosofo da sempre interessato alle relazioni fra filosofia e musica. Tutti nomi riuniti in un grande convegno internazionale virtuale che fa il punto sulla figura di Johann Sebastian Bach.
Le elaborazioni strumentali, ad opera di due autorevoli compositori (Ruggero Laganà e Alessandro Solbiati), per quanto si mantengano fedeli alla scrittura bachiana (non aggiungendo né togliendo alcuna nota), sono volta a volta traduzioni ad hoc per il particolare organico, con un’opportuna assegnazione e circolazione delle voci, che ne mette in luce relazioni nascoste e virtuali, prendendo ad esempio la strumentazione del Ricercare a sei da “L’offerta musicale” di Anton Webern.
Infine gli interpreti, oltre 50 musicisti che costituiscono un insieme unico di grandi solisti riuniti appositamente per l’esecuzione di un’opera.

Puntualizzo che io non ho visto il film. Mi sono imbattuto nei vari frammenti posti su You Tube. Alcuni mi piacciono, altri meno. Nell’insieme, però, mi sembra un lavoro abbastanza interessante da segnalarlo.

Qui la pagina di cinema italiano mentre a questo link trovate la playlist su You Tube.

Intanto, eccovi il primo capitolo, con il primo Contrappunto dell’Arte della fuga eseguito con la glass-harmonica.

D’une rare Crudité

D’une rare Crudité (sottotitolo: Histoires douces et cruelles dans un étrange jardin) è il lavoro di diploma di Emilien Davaud – Jérémy Mougel – Marion Szymczak (musica di David De Salle).

Si tratta di una breve opera di animazione che mostra dei frammenti di vita di strane piante in uno strano giardino, mentre il tempo passa e scorrono le stagioni. Il tutto in una atmosfera surreale e un po’ misteriosa.

Lo riporto anche qui, ma vi consiglio di vederlo a risoluzione migliore su Vimeo.

Altri lavori dello stesso autore qui.

Troma su You Tube

logoIn Italia la Troma Entertainment è poco nota. Si tratta di

una casa di produzione e distribuzione cinematografica indipendente statunitense, fondata da Lloyd Kaufman e Michael Herz nel 1974.

La compagnia produce film indipendenti e a basso costo, che presentano un alto tasso di sequenze splatter e di nudità, politicamente scorretti e irriverenti, molti dei quali sono divenuti dei cult movie. Ha prodotto e distribuito oltre 800 film, tra cui i primi lavori di registi come Trey Parker e Matt Stone, Brian De Palma e Oliver Stone, e attori come Robert De Niro, Kevin Costner, Samuel L. Jackson e Marisa Tomei.

Tra i titoli più famosi prodotti o distribuiti dalla Troma vi sono Il vendicatore tossico, Tromeo and Juliet (rivisitazione in chiave splatter ed erotica di Romeo e Giulietta di William Shakespeare), Sgt. Kabukiman N.Y.P.D., Terror Firmer e Cannibal! The Musical. Fatta eccezione per alcuni la maggior parte dei film della Troma sono rimasti inediti in Italia.

[Leggi la voce su wikipedia]

Oggi la Troma Entertainment ha il proprio canale su You Tube con cui ha distribuito gratuitamente più di 150 film, compresi alcuni fra i più famosi.

Peter Sellers legge She Loves You

Tanto per mostrare cosa sa fare un grande attore, ecco Peter Sellers che interpreta il testo di She Loves You di Lennon & McCartney nei panni del Dottor Stranamore, da lui interpretato nell’omonimo film di Kubrick del 1964 (faceva 3 parti in quel film: il Dottor Stranamore, il Capitano Lionel Mandrake e il Presidente degli Stati Uniti).

Come se non bastasse, in questo post di Open Culture potete anche vederlo mentre recita lo stesso testo con accento cockney, con accento aristocratico e con accento irlandese.

Infine, a questo link, legge il testo di un altro brano dei Beatles, A Hard Day’s Night, nello stile di un attore shakespeariano, per la precisione imitando Laurence Olivier nel monologo del Riccardo III (quello che inizia con l’inverno del nostro scontento).

The Future Forms Of Life

The Future Forms Of Life è un breve, visionario cortometraggio di David Lance basato sulle sculture cinetiche di Theo Jansen, il cui lavoro seguiamo da anni.

L’idea base è efficacemente delineata da questa frase di Lance:

If we work really hard on our dreams sooner or later we will reach our goals. But what if one day our dreams go too far?

e in effetti nel film immagina che le sculture di di Jansen, che già si muovono autonomamente spinte dal vento, un giorno prendano vita.

Lo potete vedere più in grande direttamente su vimeo, da cui lo potete anche scaricare in alta qualità, oppure su you tube,

Douglas Trumbull

Douglas TrumbullDouglas Trumbull è uno dei più prestigiosi creatori di effetti speciali per il cinema. Ha partecipato a film come 2001 Odissea nello Spazio, Blade Runner, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Star Trek. Il suo team ha costruito i modellini delle astronavi che ruotano a tempo di valzer e il panorama apocalittico della città di Blade Runner.

Il suo nuovo sito svela come sono stati realizzati molti di questi effetti. Per ora, la maggior parte dei contenuti è relativa a Blade Runner, ma altri saranno aggiunti prossimamente (gira voce che stia preparando il documentario definitivo sul making of 2001). Andate nella pagina dei video.

Il Popolo Migratore

Questa notte hanno dato su RAI1 Il Popolo Migratore, un bel documentario naturalistico che conoscevo da tempo (realizzato da jacques Perrin nel 2001) che racconta le migrazioni stagionali degli uccelli senza pomposità o atteggiamenti infantili, con affascinanti riprese aeree.

Lo sto guardando proprio adesso. La sua diffusione in orari più consoni potrebbe forse convincere qualcuno a non prenderli a fucilate quando passano. Ne trovate qualche stralcio su You Tube, ma la visione in HD su grande schermo è insostituibile.

Un estratto

Evidence

Questo è un video di Godfrey Reggio, già regista del famoso Koyaanisqatsi e degli altri due film della stessa serie. La parte interessante (e impressionante) inizia circa 1’30”, con i visi di bambini ripresi frontalmente mentre guardano la televisione.

Il video è stato realizzato in Italia da Fabrica, con Angela Melitopoulos e Miroslav Janek e prodotto da Massimo Cortesi.

Aurora timelapse

Negli ultimi mesi, a causa dell’aumento dell’attività solare, si sono viste aurore spettacolari nei cieli dell’estremo nord. Ecco uno spettacolare timelapse realizzato da Terje Sorgjerd. Immagini prese in Norvegia, presso Kirkenes e al Pas National Park vicino al confine Russo, a 70 gradi nord and 30 gradi est. Temperature di circa -25 Celsius.

Takemitsu Soundtrack Documentary

Su You Tube c’è un bel documentario sulla musica da film scritta da Toru Takemitsu, una parte molto importante e significativa della sua produzione.

Il documentario è sottotitolato in inglese e include varie interviste con il compositore e con alcuni dei famosi registi per cui ha lavorato, oltre a numerosi estratti musicali.

Questa è la prima parte. I link alle altre sono riportati sotto. Purtroppo la parte 2 è stata bloccata dal solito idiota “per motivi di copyright”, ma tutte le altre sono visibili.

Electric Dragon 80.000 V

La mitica, lunga scena tratta da Electric Dragon 80.000 V, film di Gakuryū (Sogo) Ishii del 2001, in cui il protagonista, che si è beccato una mega-scossa da giovane scalando un traliccio, si ritrova in grado di emettere scariche elettriche dai pugni mentre, in stato di intensa eccitazione, rivive le sue esperienze con la corrente e poi si lancia sulla chitarra elettrica (vedi scena da 6’40”).

Vi consiglio vivamente il film. Ecco il plot, demenzialmente tradotto dal giapponese con google translate (del 2010; oggi sperabilmente dovrebbe essere migliore)

Un giovane ragazzo viene scosso con energia elettrica mentre sta salendo un pilone alto cavo. Mentre si invecchia, si inserisce intense esperienze di violenza in cui i bulloni di Burt energia elettrica da pugni. Altrove a Tokyo, c’è un mago dell’elettronica che avviene anche per essere un vigilante con un gusto per le armi elettriche. Quando la coppia di cattura di ogni altro l’attenzione, il risultato è una battaglia che si accende la città

Out My Window

Out My Window è un film e un documentario interattivo. Diretto da Katerina Cizek e girato nel corso degli anni, Out My Window esplora, con approccio novellistico, la vita in 13 luoghi diversi, sparsi per il pianeta, da Chicago a San Paolo, Bangalore e Johannesburg.

Potete scegliere quali storie vedere fra le 49 disponibili. Tutte partono da un alloggio in un edificio a molti piani (da noi sarebbe un condominio), le case ormai più comuni sul pianeta.

Inizia qui

John Carpenter

John Carpenter nel 2001Non tutti sanno che John Carpenter, regista di pellicole tendenzialmente horror come Halloween, la notte delle streghe (1978), 1997: fuga da New York (1981), La cosa (1982), Il signore del male (1987), Essi vivono (1988), Il seme della follia (1994), Villaggio dei dannati (1995), Fuga da Los Angeles (1996), Vampires (1998), Fantasmi da Marte (2001), scrive e registra anche molte delle colonne sonore dei suoi film (date un’occhiata anche al suo sito: non è niente male).

Potete ascoltare il tema del film del 1994 In The Mouth Of Madness

e vedere la tracklist di un suo album pubblicato da Sacred Bones record.

Qui un’intervista per Resident Advisors e qui sotto un mix delle sue colonne sonore compilato dal suo collaboratore Alan Howarth (John Carpenter Anthology – Movie Themes 1974 to 1998 – Full Album – Vinyl version)

Sita Sings the Blues

Sita Sings the Blues (2009) è un film di animazione di Nina Paley che racconta l’epica del Ramayana (la storia di Sita, moglie di Rama, che segue il marito in un periglioso esilio, finendo per essere rapita dal demone Ravana), facendo un parallelo con la vicenda autobiografica di una newyorkese contemporanea in cui marito viene inviato per lungo tempo in India per lavoro e che lei decide di raggiungere. Il tutto condito da una colonna sonora formata da canzoni di Annette Hanshaw, cantante blues degli anni ’20.

Il film è stato osannato dalla critica, sebbene sia stato accusato da alcuni gruppi Hindu di essere irrispettoso nei confronti del Ramayana e della cultura indiana. Il New York Time lo ha recensito come un’opera che

evokes painting, collage, underground comic books, Mumbai musicals and ‘Yellow Submarine’ (for starters)

Sita Sings the Blues è rilasciato in Creative Commons e può essere scaricato liberamente da questa pagina dell’Internet Archive in vari formati e risoluzioni (e quindi dimensioni). Il film ha vinto una enorme quantità di premi.

Ecco, come preview, la versione da You Tube (quelle scaricabili sono meno compresse e di qualità migliore)

BLADE RUNNER revisited

Video artist François Vautier made an experimental film in tribute to Ridley Scott’s legendary film “Blade Runner” (1982).
This film was made as a unique picture with a resolution of 60.000 x 60.000 pixels (about 3.6 gigapixels)
It was made with 167,819 frames from ‘Blade Runner’.

The artist explain

  1. first step : the “picture” of the film
    I extracted the 167,819 frames from ‘Blade Runner’ (final cut version,1h51mn52s19i)
    then I assembled all these images to obtain one gigantic image of colossal dimensions : a square of approximately 60,000 pixels on one side alone, 3.5 gigapixels (3500 million pixels)
  2. second step : an illusion
    I placed a virtual camera above this big picture. So what you see is like an illusion, because contrary to appearances there is only one image. It is in fact the relative movement of the virtual camera flying over this massive image which creates the animated film, like a film in front of a projector.

source : Blade Runner de Ridley Scott (the final cut)
duration : 1h51mn52s19i > 167819 frames >>
one picture / format psb : 60 000  X 60 000 : 3 540 250 000 pixels >> 3,5 gigapixels
compositing> logiciel : Combustion. Mac pro 2X 2.26 GHz Quad-Core Intel Xeon. nombre de layers : 1!

Note by me: 3.600.000.000 are 3.515.625 mega-pixels, so the title should be “> 3.5” not 3.6. But it’s only an academic question.

In my opinion, the interesting fact is that this is a whole film in a single image. All the 167819 frames from the film are in this mammoth image.

More Tarkowsky

Thanks to the Film Annex, you can now watch the complete collection of Tarkovsky films online for free in original language with english subtitles.

The soundtrack of three films, Solaris, The Mirror and Stalker, has been written and recorded by the russian electronic composer Eduard Artemiev.

From Open Culture

Is anything real?

UPDATE 2024:
Così scrivevo 14 anni fa e anche il video ha la stessa età

Con tecnologia digitale verrà un momento in cui nessuna foto e nessun film saranno più ammissibili come prova in un processo. Date un’occhiata qui.

The digital technology will ban photos and films from the trials, some day.

Tokyo/Glow

Written and directed by Jonathan Bensimon and produced by Jonas Bell Pasht, Tokyo/Glow follows the nighttime journey of an illuminated man from a crosswalk sign as he embarks on an adventure through the streets of Tokyo. Shot on location throughout Tokyo using thousands of individual digital stills, the short film features original music by indie rock band Kidstreet, who recently signed with Nettwerk Records and will be releasing their debut album worldwide in 2010.

To achieve the striking effect of the illuminated man, an original light suit was constructed using hundreds of feet of high-voltage LED rope lights and a translucent nylon outer shell. Michael Lambermont, executive producer at Alter Ego in Toronto, oversaw the effects-heavy post-production process, which included weeks of extensive rotoscoping and compositing in the facility’s two Flame suites, plus a final colour grade, once the effects were complete. Geoff Ashenhurst, editor at Stealing Time, was charged with bringing the thousands of digital stills to life with director Bensimon.

Film Storici

Parecchi film storici di produzione europea della prima metà del ‘900 sono visibili integralmente online sul sito European Film Gateway. Al momento attuale sono 40.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito del progetto Treasures from European Film Archives curato dall’Unione Europea.

Visto il successo che ha avuto un’altra iniziativa analoga, Europeana, di cui abbiamo già parlato, non possiamo che plaudere a queste aperture culturali della UE.

Film di ferragosto

Visto il tempo, abbiamo passato il ferragosto impegnati a guardare film e in altre attività di cui non vi faccio la recensione. Ecco alcuni dei film.

stacy

Stacy – The Attack of the schoolgirls Zombie – Naoyuki Tomomatsu – 2001
Japgore malato, sanguinolento e divertentissimo. Avete presente le studentesse giapponesi, quelle in camicetta bianca, gonnelline scozzesi e calzine bianche? Ecco. Di colpo queste graziose ragazzine muoiono inspiegabilmente per poi trasformarsi in zombies (chiamati Stacy).
È un po’ una parodia della Notte dei Morti Viventi, tanto che le squadre di eliminazione delle zombies si chiamano Romero Repeat Kill Troops
Smembramenti, mattanze e una storia d’amore fra un marionettista e una delle ragazzine zombie. Per menti malate come il sottoscritto.

electroma

Daft Punk’s Electroma è un film del 2006, diretto da Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, i Daft Punk. Vagamente fantascientifico. Privo di dialoghi, solo colonna sonora.
Due robot cercano di diventare umani mediante ogni mezzo. Non male.
hellevator The Bottled Fools (aka Hellevator, orig. Gusha no bindume) – Hiroki Yamaguchi – 2004
In un prossimo futuro l’umanità vive sottoterra e si sposta fra i piani grazie a grandi ascensori pubblici. Uno di questi, spostandosi, raccoglie una serie di sconcertanti personaggi, compresi due prigionieri (assassini psicopatici) con polizia al seguito. In seguito a una esplosione, l’ascensore si blocca e i prigionieri prendono il controllo della situazione…
Grande film. Non un horror e nemmeno un poliziesco con ostaggi, ma una storia con grande tensione. Assolutamente anormale e meravigliosamente claustrofobico.

Dark City – Alex Proyas – 1998
Fantascienza. Bellissimo film. Quasi un Matrix ante litteram.
John si risveglia e scopre con orrore che una donna è stata uccisa nel suo appartamento, ma lui non ricorda più nulla della propria vita, se non alcune immagini confuse. Scappa immediatamente dalla propria abitazione e tenta di ricostruire poco a poco il suo passato, mentre la polizia gli dà la caccia. Nel suo pellegrinaggio nella città scopre però degli strani avvenimenti: la notte ad esempio i palazzi cambiano forma e chiunque tranne lui in città cade in un sonno profondo. Solo alcuni strani individui vestiti di nero, da cui è inseguito, sembrano immuni al potere sovrannaturale che piega gli abitanti della cittadina al proprio volere…

Pistol Opera – Seijun Suzuki – 2001
Da vedere assolutamente.
Riporto la recensione di OffScreen che condivido:
Seijun Suzuki è un tranquillo signore di settantotto anni, con alle spalle una filmografia sterminata e un lungo periodo di inattività, interrotto solo negli anni ottanta. Pistol Opera è proprio una sorta di remake de La farfalla sul mirino, il film del 1967 che gli procurò l’esilio dall’industria del cinema giapponese, pur diventando uno dei suoi titoli più celebri e arrivando ad essere distribuito anche in Italia. È quasi impossibile rendere conto di quello che succede nel film, incentrato sulle gesta di Miyuki, “Gatta Randagia”, uno dei killer pronti a combattersi l’un l’altro per la supremazia all’interno di un clan: con una gamma di riferimenti che spazia dal kabuki a 007 e con un ritmo altalenante tra sospensioni e accelerazioni improvvise, Seijun Suzuki compone una sinfonia caleidoscopica di suoni e colori, in cui ogni angolo illuminato e ogni centimetro di surround acquista un valore preciso. Vertiginosamente stilizzato, violento e beffardo, Pistol Opera è un’esperienza sensoriale al limite dello stordimento, che suona come il monito sensazionale di un vecchio maestro pronto a ricordarci le infinite (e infinitamente trascurate) possibilità espressive della macchina cinema.

Dementia 13

Dementia 13 è un film horror scritto e diretto da Francis Ford Coppola nel 1963 che ora è disponibile su youtube con sottotitoli anche in italiano.

Apocalypse Now

apocalypse nowTornato un po’ tardi da Trento (dove piove), mi trovo catapultato in mezzo ad Apocalypse Now Redux (la versione del 2001), trasmesso sul terzo.

Non riesco mai a staccarmi da questo film quando lo vedo. Penso che sia uno dei film più potenti dell’intera storia del cinema. Credo di averlo visto ormai almeno 30 volte, non perché lo rimetta su continuamente (capita solo quando lo qualcun altro, tipicamente più giovane di me, lo vuol vedere), ma proprio perché non riesco a cambiare canale quando lo fanno in TV. Ormai so le battute a memoria.

La guerra del Vietnam non è stata solo storia per me. È iniziata quando avevo 10 anni ed è finita quando ne avevo 21. Sono andato a decine di funerali a quell’epoca. Padri e fratelli maggiori dei ragazzini americani con cui giocavo. Ho scritto altrettante lettere di partecipazione e condoglianze. Ho sentito i racconti di quelli che sono tornati, al punto da sognarmela.

Secondo me, la nuova versione del film, con tutte le scene che erano state tagliate nella versione precedente, non aggiunge un gran che al lavoro di Coppola, ma ha un pregio: lo rende più lungo e la storia del capitano Willard che risale il fiume su una PBR (una barchetta di plastica, peraltro ben armata) dall’assurdo nome in codice di “Street Gang”, ha bisogno di tempo.

Willard, risalendo il fiume in cerca di Kurtz, ad ogni passo, perde parte della sua umanità. I suoi compagni, uno dopo l’altro, perdono la vita, tranne uno che riesce ad astrarsi sufficientemente da restare vivo.

O forse no. Sono ancora indeciso.

Willard, risalendo il fiume in cerca di Kurtz, ad ogni passo, recupera parte della sua umanità andando oltre ogni convenzione sociale, ogni ipocrisia, ogni finta pietà, laggiù, dove Kurtz è già andato. La storia dei bambini vietnamiti vaccinati dagli americani a cui i vietcong tagliano il braccio vaccinato è tanto crudele quanto perfetta (“E allora ho capito che loro erano più forti di noi…”).
Willard matura il suo Cuore di Tenebra. Quello che, forse, sarebbe dovuto essere il vero titolo del film, come il romanzo di Joseph Conrad (uno dei più grandi scrittori in lingua inglese, che era, in realtà, polacco) da cui il film dice di essere “liberamente tratto” (così liberamente che in certi punti sono uguali perfino le battute).

Comunque, è solo per questo che alla fine riesce ad uccidere Kurtz. E quando esce, per tutti è il nuovo Kurtz secondo una consuetudine tribale che ha salde radici nella parte rettiliana del nostro cervello, largamente usata nei romanzi e nel cinema (e.g. “Chi uccide un capo Necromonger diventa il nuovo capo Necromonger”, The Chronicles of Riddick).

Ma Willard sfugge alla regola. Recupera Lance, l’unico sopravvissuto ormai perduto in un suo mondo allucinato, risale sulla PBR e punta la prua, dove?? Ridiscende il fiume tornando alla pseudo-civiltà che lo aveva spedito ad uccidere un colonnello dei berretti verdi, un suo compatriota, perché “I suoi metodi sono … malsani”, oppure si dirige contro corrente, verso la sorgente del fiume, verso il nulla?

Infine, due parole su RAI3 che riesce ad avere qualche sprazzo di intelligenza, ma per il resto si allinea alla spazzatura imperante.
Vi sembrerà un discorso inutile, ma, per me, vedere la pubblicità in questo film è come imbattersi in una merda in mezzo a una mostra di Kandinsky e non merda d’artista, ma merda e basta. L’idea, poi, di piazzarci in mezzo il TG testimonia della bassa considerazione, non solo del film, ma soprattutto del pubblico.
E alla fine, come ormai fanno tutti, niente più titoli di coda.

Finale alternativo

Grazie a Lemi per aver segnalato questo finale alternativo del film Io sono leggenda, che, peraltro, sembra essere quello vero, cioè quello che era nelle intenzioni originali del regista prima che la produzione lo facesse a pezzi. Così il film diventa più sopportabile. Ciò nonostante resta sempre chilometri lontano dal libro di Richard Matheson, ma probabilmente non è corretto confrontare libri e relativi film.

È interessante, comunque, osservare alcune differenze fra libro e film, magari secondarie, ma certamente significative. Per esempio

  • nel libro, Neville (il protagonista) è un fumatore e un alcoolizzato; nel film è politically-correct;
  • nel libro Neville ascolta Beethoven; nel film Bob Marley;
  • il libro non offre speranze alla razza umana: Neville è veramente l’ultimo essere umano.

Ma la differenza maggiore sta proprio nel finale. Nel libro c’è uno splendido colpo di teatro: il romanzo si chiude con un papà “mostro” che sta raccontando al figlioletto “mostriciattolo” la storia di Neville, l’ultimo essere umano che ha ucciso tanti di loro e che per questo è stato catturato e giustiziato. Così i “mostri”, che nel libro sono veri e propri vampiri e non generici simil-zombie, si rivelano capaci di provare sentimenti e costruire una struttura sociale.

Proprio questa è la spiegazione del titolo: Neville diventa una leggenda per i “mostri”, mentre nel film lo è per gli umani superstiti che ricostruiranno la nostra civiltà.

Questo finale, invece, si avvicina un po’ più alle tesi del libro, riconoscendo ai mostri una sia pur minima capacità di provare dei sentimenti.

Infine, vi segnalo un altro film la cui trama è molto simile a Io sono leggenda, ma in cui il tema è affrontato con maggior realismo. Si intitola 28 giorni dopo. (ma il trailer non gli rende giustizia e come al solito, è migliore il libro.