Invisible Cities

Invisible Cities (2013) è un’opera di Christopher Cerrone, compositore e librettista, ispirata alle Città Invisibili di Calvino, pubblicato nel 1972.

INVISIBLE-CITIES-production-photo-by-Dana-RossLa fruizione è inusuale. Il palcoscenico è la storica Union Station di Los Angeles. Non c’è separazione fra gli strumentisti, i danzatori, i cantanti e il pubblico: tutti si aggirano per la stazione e il pubblico può ascoltare la musica dovunque, essendo dotato di cuffie wireless (il main sponsor è Sennheiser). E devo dire che ambientare quello che, sia pure solo in superficie, è un racconto di viaggi in un luogo deputato ai viaggi è una bella idea.

Perché l’opera narra, appunto, il racconto di Marco Polo a Kublai Khan. I suoi viaggi e le favolose città che ha visto: alcune reali, altre frutto dell’immaginazione. Città di desiderio, di segni, e di memoria.

La musica è semplice, quasi minimalista, di quella tipica tonalità americana che, grazie alla ripetizione, annulla il dramma tonale per diventare quasi drone music (ma si può anche sentirvi la netta influenza di Escalator Over The Hill di cui potete leggere fra i collegamenti, sotto). Nel player, qui sotto, potete ascoltarne una parte, ma il modo migliore per farsi un’idea è andare sull’apposita pagina dove si possono vedere dei video ad alta risoluzione, girati nella Union Station, con audio molto buono.

Note dal sito dell’autore:

The music of Invisible Cities is the result of my first collision with Calvino’s extraordinary novel. For years I had been unable to bridge categories of music, thinking that a work could be either lyrical or conceptually rigorous, but not both. Calvino’s novel, however, is both a tightly structured mathematical work, yet also opens with the gorgeous line:

“In the lives of emperors there is a moment which follows pride in the boundless extension of the territories we have conquered, and the melancholy and relief of knowing we shall soon give up any thought of knowing and understanding them.”

After reading that sentence—so pregnant with meaning, lyricism, mood—I immediately began composing. I imagined the sound of a unearthly resonant and gong-like prepared piano, the ringing of bells, and wind players gently blowing air through their instruments. All of this would support a lyrical and deep voiced Kublai Khan who is slow moving and sings with gravitas. I imagined there would be two women, two high sopranos, who always sing together in harmony: they would be the musical personification of the cities that pervade the novel. And of course, our Italian explorer would be a tenor, light and quick moving, melismatic, and deft.

As with Calvino, there are many formally derived components to my opera. The orchestra is split into two (left and right) halves which alternate melodies to create the whole. The left part is associated Marco Polo, the right is associated with Kublai Khan. And the opera is structured as formally as the novel, always alternating Polo and the Khan’s conversations with Polo’s stories of le città.

To borrow a term from of one of Calvino’s favorite writers, Jorge Luis Borges, Invisible Cities is a garden of forking paths. As the work progresses, you might find yourself wandering back to the same place in Union Station again and again only to find new things happening each time. In the same way, the same few musical ideas of Invisible Cities are revisited again and again, just from vastly different perspectives. As we grow and evolve, the same objects in our lives can acquire such different meanings. That above else governs what Invisible Cities is about: how our memories change as we get older, how our map of the world gets larger, and how our past is always being changed by our ever-shifting present.

Empty America

Empty America è una serie di brevi video realizzati da Thrash Lab. Si tratta di timelapse dedicati ad alcune città americane ripulite da qualsiasi presenza umana, compresi turisti e traffico.

Francamente non so bene come abbiamo fatto. Posso pensare che, essendo timelapse, quindi video non continui, ma formati da immagini a distanza di (poco) tempo montate in serie, siano state selezionati solo i fotogrammi senza persone e traffico. Però nei video ci sono anche luoghi in cui è piuttosto difficile non vedere nessuno.

Inoltre, nel video di San Francisco, c’è (secondo me) un indizio del fatto che le persone c’erano, ma sono state tolte ed è una scala mobile funzionante, ma vuota. Di solito le scale mobili si fermano quando non rilevano nessuna presenza, dopo che hanno completato poco più di un ciclo di salita.

UPDATE

Con qualche ricerca, ho trovato il making of di uno dei video. C’è dietro un notevole lavoro di Photoshop, After Effects, e Premiere. Praticamente si approfitta del fatto che il timelapse è fatto con una camera fissa. Di conseguenza, nel filmato di partenza, il posto che in un fotogramma è occupato da (per es.) un’auto, è vuoto nel fotogramma precedente o in quello successivo. In tal modo è facile prendere un frammento da un fotogramma e copiarlo su un altro per far sparire auto e persone.

Si può vedere il making of qui.

END UPDATE

Le città finora svuotate sono Seattle, San Francisco e New York. La prossima sarà Washington DC. I video hanno prodotto reazioni contrastanti. Alcuni li hanno definiti “eerily disturbing” affermando che “It feels like everyone was abducted by aliens”.

Ammetto che l’idea di un’intera metropoli come un’immensa Mary Celeste può suonare un po’ inquietante, anche perché alcuni dei casi che conosciamo sono collegati a catastrofi, tipo Pryp’yat’, ma io li trovo deliziosi. Solo la musica, in questo contesto, mi suona un po’ irritante.

Ecco i video.

Com’era il vecchio west

Quando passo per qualche luogo che mi piace mi chiedo sempre come è apparso agli occhi dei primi uomini (il senso reale della domanda è com’era prima che la civiltà lo riempisse di insulse casette, strade eccetera). Pensare per esempio a come poteva apparire il lago di Garda a qualcuno che lo vedeva per la prima volta arrivando dalle montagne a nord, è sorprendente: un’immensa distesa di acqua con qualche villaggio e qualche palafitta qui è la.

Adesso il Daily Mail online pubblica una serie di foto scattate da Timothy O’Sullivan nei primi anni del 1870: sono le prime immagini di quelle terre che diverranno note come il selvaggio west (principalmente Arizona, Nevada, Utah).

Qui il link.

The wild west

These remarkable 19th century sepia-tinted pictures show the American West as you have never seen it before – as it was charted for the first time.

The photos, by Timothy O’Sullivan, are the first ever taken of the rocky and barren landscape.

At the time federal government officials were travelling across Arizona, Nevada, Utah and the rest of the west as they sought to uncover the land’s untapped natural resources.

The DailyMail online: Here is the link.

Niagara senza acqua

Ecco alcune rare (!) immagini della cascate del Niagara senza l’acqua.

Nel Giugno 1969, il ramo americano del fiume venne deviato per vari mesi. Il progetto era di rimuovere dalla base della cascata l’ammasso di rocce che si era depositato. I lavori vennero portati avanti fino a novembre quando furono interrotti per mancanza di fondi.

Click to enlarge. Altre immagini qui.

Six Flags

Il parco dei divertimenti Six Flags New Orleans, che fa parte di una catena diffusa nelle principali città degli USA, è stato distrutto dall’uragano Katrina nel 2005. Da allora è abbandonato. La sua demolizione è prevista per Gennaio 2011, ma secondo wikipedia è in atto un tentativo di salvataggio.

Questo video è stato girato in Ottobre 2010 da Teddy Smith. La musica è vagamente pink-floydish, un po’ banale, ma, in  un’ottica tradizionale, non sta male (o almeno, è sicuramente superiore alla media dei filmati su You Tube). Il film, però, è bello anche nel silenzio più completo. Conviene vederlo in HD a schermo pieno.

Call 911 via Twitter

We have what could be the first call for immediate help via Twitter.

A mountain biker who was too far from any real humans to scream for help, and too far from a cell phone tower to call 911 found that she did have enough of a cell signal to tweet her emergency.

“I’ve had a serious injury and NEED Help!” she typed. “Can someone please call Winding Trails in Farmington, CT tell them I’m stuck bike crash in woods.”

Within minutes of sending her tweet, she heard an ambulance siren. Here is the whole new.

What’s about this story? If you are at the edge of a (wireless) network, you’ll have fringe coverage enough to get a text message through.


Secondo voi, può accadere in Italia?

In altre parole, se vedete su Twitter un messaggio tipo quello di cui sopra, chiamate un’ambulanza o lo ignorate?

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Messaggi del 9/11

wl_hour_glassQuattro giorni fa, Wikileaks, che si definisce “a multi-jurisdictional organization to protect internal dissidents, whistleblowers, journalists and bloggers who face legal or other threats related to publishing”, ha iniziato a pubblicare una immensa mole di messaggi scambiati da apparecchi mobili (tipicamente pagers, cioè cercapersone) nei fatidici giorni 11 e 12 settembre 2001.

Tutto il materiale è rigorosamente in ordine cronologico. Dall’insieme, 573.000 messaggi non solo fra privati, ma anche fra forze dell’ordine e agenzie governative, si vede come la notizia dell’attacco abbia cominciato a circolare.

Il primo segnale è alle 08:50:25, circa 4 minuti dopo il fatto: “A plane crashed thru the twin towers. Real bad..BR”, ma il flusso si incrementa rapidamente

  • 08:50:50: BOMB DETINATED IN WORLD TRADE CTR. PLS GET BACK TO MIKE BRADY W/A QUICK ASSESSMENT OF YOUR AREAS AND CONTACT US IF ANYTHING IS NEEDED AT 212-647-2345.
  • 08:51:24: plane crash at World Trade Center in NYC-no word on details- efforting more info now
  • 08:51:37: THE WORLD TRADE CENTER HAS JUST BLOWN UP, WE SEEN THE EXPLOSION OUTSIDE OUR WINDOWS. TERESA…
  • 08:51:42:THERE WAS SOME KIND OF EXPLOSION AT WORLD TRADE CTR. MAY HAVE SOME TROUBLE GETTING TO METRO TECH.
  • 08:52:27: GO TO TWIN TOWERS PLANE CRASH IMMEDIATELY WITH KEVIN. WALTER.
  • 08:52:57: World trade center damaged; unconfirmed reports say a plane has crashed into tower. Details to come.
  • ….

È interessante notare come, qualche minuto dopo, la polizia di NY non abbia ancora una chiara cognizione del fatto:

  • 08:53:44: NYPD Ops Div” <|1 PCT WORLD TRADE CENTER|— 1 PCT – WORLD TRADE CENTER – POSSIBLE EXPLOSION WORLD TRADE CENTER BUILDING. LEVEL 3 MOBILIZATION TO CHURCH AND VESSY.
  • 08:54:46: NYPD and emergency units at World Trade center, RE; airplane crash. Small Jet.

Poi i messaggi della polizia scompaiono, segno del fatto che sono passati su altre linee.

Potete consultare l’indice di tutti i files qui, in ordine cronologico inverso (inizia con i files del 12 e va giù fino al primo che parte alle 03:00 dell’11). Ogni file copre 5 minuti, ma attenzione: non pensate di trovarvi di fronte a una bella serie di conversazioni. I file sono infarciti di messaggi di broadcasting e altre cose poco significative. In genere, si confondono fra quotazioni di borsa, test tecnici, numeri, codici e email provenienti da cercapersone di chi, quel giorno, operava in veste ufficiale come il personale del Pentagono, la polizia di New York, e ancora messaggi automatici da computer che segnalano guasti.

Tutto questo, però, fa nascere anche un altro interrogativo non banale. Wikileaks non ha voluto rivelare la propria fonte, tuttavia appare chiaro che esiste un’organizzazione che ha intercettato e poi archiviato migliaia di telecomunicazioni sul territorio nazionale già prima dell’11 settembre.

Chi sono e perché?


Nota:

Wikileaks (da leak, “fuga di notizie” in inglese) è un sito internet che dà spazio all’invio di materiale classificato e riservato, in genere documenti di carattere governativo o aziendale, da parte di fonti coperte dall’anonimato.
Il progetto si occupa di preservare l’anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella “fuga di notizie”.

Wikileaks vuole essere “una versione irrintracciabile di Wikipedia che consenta la pubblicazione e l’analisi di massa di documentazione confidenziale”. Lo scopo ultimo è quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia, di etica, di una più forte democrazia.

Il sito è curato da dissidenti del governo cinese, scienziati, attivisti, giornalisti; i suoi obbiettivi primari sono le nazioni dell’ex Unione Sovietica, dell’Africa sub-sahariana e del Medio Oriente. Comunque i cittadini di ogni parte del mondo possono e sono invitati ad inviare materiale “che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende”.

Gran parte dello staff del sito, come gli stessi fondatori del progetto, rimangono per ora anonimi.

[wikipedia]

Ballard vive

Lonely HighriseProbabilmente è un effetto collaterale della crisi immobiliare negli USA, ma, in ogni caso, questa è una storia alla Ballard.

Questo condominio di 32 piani si chiama Oasis Tower One e si trova a Fort Myers, Florida. Ha 200 appartamenti, ma uno solo è occupato.

Victor Vangelakos, 45 anni, vigile del fuoco del New Jersey, lo ha acquistato 4 anni fa, quando Fort Myers era nel bel mezzo di un boom immobiliare, con l’idea di mandarci la famiglia in estate e poi di trasferirvisi stabilmente, ma, da allora lui e la sua famiglia sono rimasti gli unici abitanti dello stabile.

La maggior parte degli altri proprietari non ha confermato il proprio contratto e quelli che invece l’hanno fatto, hanno preferito permutare l’appartamento con uno equivalente, appartenente alla stessa agenzia, in un altro building perché quel palazzo era più frequentato di questo.

L’agenzia che ha venduto ai Vangelakos, invece, non ha dato loro questa possibilità. Così, quando vengono qui, hanno l’uso esclusivo della piscina, della sala giochi e della palestra.

“Per noi che veniamo dalla città” dice Victor, “è piuttosto inquietante. È come vivere in un film dell’orrore”.

Nel frattempo, la fontana di fronte allo stabile è stata chiusa, le luci intorno alla piscina sono state spente e le palme tagliate. Lo scarico della spazzatura è stato sigillato e un bidone è apparso di fronte al loro appartamento.

PacBell Building

PacBell buildingQuesta incredibile costruzione Art Deco di 26 piani, con tanto di aquile che le danno un aspetto quasi neo gotico, si trova a San Francisco ed è vuota.

Costruito nel 1925 su progetto di Miller and Pflueger, il Pacific Bell Building è stato abbandonato nel 2005. Due anni dopo, la proprietà è passata nelle mani di una nota società di investimenti locale. La sua attuale destinazione non è chiara e varie incursioni fotografiche mostrano già chiari segni di degrado degli interni.