Mozart, il buon cristiano

Ultimamente nella chiesa cattolica Mozart va per la maggiore. È il compositore che Papa Ratzinger preferisce suonare al pianoforte (insieme a Bach), ma anche il cardinal Martini e perfino Hans Küng hanno confessato la loro passione per il genio di Salisburgo.
Di conseguenza, ecco che l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, teologo e allievo di Ratzinger, si preoccupa di far sapere al mondo che Mozart era un vero cristiano e che la sua affiliazione massonica era un atto di pura convenienza. In pratica, come scrive Socci, per Mozart affiliarsi alla Loggia significava entrare in un club pieno di potenti che potevano sostenere la sua attività e le sue languenti finanze familiari (cioè più o meno come ha fatto Berlusconi :mrgreen: ).
Dunque, capisco che il fatto che la massoneria fosse stata scomunicata ben due volte (da Clemente XII e Benedetto XIV) possa essere un problema, ma, dannazione, è mai possibile che costoro debbano giustificarsi di fronte al mondo e lanciarsi nell’ennesimo atto di revisionismo storico, solo perché al Papa piace suonare Mozart? Forse che il Papa deve informarsi sulla posizione religiosa di un compositore, prima di suonarlo? Ma il Papa non può ascoltare Wagner, se ne ha voglia?
E poi, come si permettono? Il cardinale Schönborn sarà anche un brillante teologo e un raffinato intellettuale, ma non mi risulta abbia pubblicato alcunché nel campo della musicologia e della storia della musica. Dell’affiliazione massonica di Mozart e delle sue musiche massoniche, invece, sono pieni i libri.
Da dove trae il cardinale Schönborn questa certezza? Lui dice che “Basta leggere l’ epistolario dell’artista per non avere dubbi sulla sua fede convinta”. Ma nell’epistolario di Mozart c’è tutto e di più. Fra l’altro anche degli ottimi esempi, sconsigliati ai bambini, di turpiloquio a sfondo sessuale 😳 , come questa lettera alla cuginetta che non sembra proprio una testimonianza di fede ( 😆 va bene, aveva 22 anni…).
Socci, che secondo me non avrebbe alcuna difficoltà nel sostenere anche che i maiali volano se lo dicessero le gerarchie ecclesiastiche, fa notare che le musiche massoniche sono state scritte per committenza. Ma, accidenti, anche la musica sacra di Mozart è stata scritta su commissione, con l’unica eccezione della grande messa in do minore che, infatti, è rimasta incompiuta.
Non ultimo, sostenendo che Mozart si iscrisse alla massoneria solo per convenienza, costoro gli danno anche, implicitamente, dell’ipocrita.
Io capisco che la chiesa cattolica tenti di appropriarsi di ciò che è bello, ma respingo questo tentativo. Socci afferma che “Mozart esprime il genio del cristianesimo”. Se è così, lo esprime anche in Don Giovanni e Così fan tutte. Ma in realtà, Mozart esprime il genio. E basta.
Insomma, guardando la biografia di Mozart, mi pare si possa dire che, oltre che genio musicale, sia stato libertino per quanto ha potuto, massone quando gli era utile e cristiano quando ne ha sentito il bisogno. Non proprio un esempio di buon cristiano. Un uomo.

I dadi di Mozart

A quanto pare quest’anno è difficile non parlare di Mozart. Qui però ci occupiamo di un aspetto dell’attività di Wolfang forse un po’ più ludico, ma sempre molto interessante.
Nel 1793, due anni dopo la sua morte, venne pubblicato, con grande successo, un Musikalisches Würfelspiel (gioco musicale con i dadi) che permetteva di comporre un minuetto senza alcuna conoscenza musicale, utilizzando due dadi e una serie di battute predefinite. Si tratta di un esempio di composizione algoritmica ante litteram anche se val la pena di ricordare che la seconda metà del XVIII° secolo vide una certa fioritura di giochi musicali di questo tipo.

La paternità Mozartiana di quest’opera è stata a lungo discussa, ma ormai sembra assodata.
Le regole da osservare sono molto semplici. Un minuetto, all’epoca, aveva una forma pressoché standardizzata, in 3/4, composta da una prima parte (il minuetto), seguita da una parte centrale, di andamento più melodico e disteso, detta “trio” perché in origine era affidata a tre strumenti e si chiudeva con la ripresa del minuetto di partenza.
Sia il minuetto che il trio erano di 16 battute e nel creare la loro struttura interna era possibile utilizzare uno schema preciso. Il minuetto della Kleine Nachtmusik, per esempio, è composto da una frase di 4 battute (A) a cui segue una variazione di eguale durata (A’); abbiamo poi una seconda frase (B), sempre di 4 battute, che si conclude con una ripresa di A’. A sua volta, il trio si apre con una melodia (C) di 8 battute seguita da un motivo diverso (D), lungo 4 battute, che sfocia, in chiusura, in una ripresa abbreviata di C.
Erano strutture di questo tipo a permettere l’automazione compositiva realizzata da Mozart. Il gioco si basa su due tabelle, una per il minuetto, per il quale si utilizzano 2 dadi, e l’altra per il trio, per il quale è sufficiente un solo dado e da un libretto in cui si trova un elenco di 176 battute composte da Mozart. Ogni tabella ha in ascissa il numero di battuta e in ordinata il risultato del lancio dei dadi. All’intersezione di ascissa e ordinata si trova il numero della battuta da utilizzare.
L’utente deve semplicemente lanciare i dadi una volta per ogni battuta e trascrivere la battuta corrispondente copiandola dall’elenco e ponendola dopo la precedente.
Lanciando 16 volte i dadi, quindi, si ottengono le 16 battute che formano il minuetto. La tabella per il minuetto, infatti, ha 11 righe (i dadi vanno da 2 a 12) per 16 colonne e in questo caso, Mozart ha scritto 11 battute possibili per ognuna delle 16 battute del minuetto (11 * 16 = 176).
Per “comporre” il trio, invece, si utilizza un solo dado e la tabella ha solo 6 righe. Per ogni battuta, quindi, Mozart ha scritto 6 possibili battute.
L’abilità di Mozart, in questo caso, è stata quella di scrivere delle battute che potessero in ogni caso concatenarsi logicamente senza creare grandi scompensi con ognuna delle precedenti. Trattandosi di musica tonale, la cosa è meno complessa di quanto può sembrare a prima vista (la tonalità è sempre la stessa, Re per il minuetto, Sol per il trio), ma resta sempre piuttosto difficile se si considera anche il fatto che una composizione di questo tipo non ammette grandi irregolarità sequenziali.
Infine, sarebbe interessante sapere se Mozart, nel disporre le battute nelle tabelle, ha tenuto conto delle diverse probabilità di uscita determinate dal lancio dei dadi. Il problema non si pone nel caso del trio in cui si usa un solo dado e ogni numero ha probabilità 1/6, quanto per il minuetto per il quale si utilizzano 2 dadi con probabilità differenti per gli 11 possibili risultati. Con 2 dadi, infatti, il 7 ha le probabilità maggiori perché si ottiene con 6 combinazioni diverse. Seguono il 6 e l’8 con 5, il 5 e il 9 con 4, il 4 e il 10 con 3, il 3 e l’11 con 2, mentre il 2 e il 12 si ottengono con una soltanto.
In definitiva, comunque, con questo sistema possono essere generati 1116 cioè 45.949.729.863.572.161 minuetti e 616 cioè 2.821.109.907.456 trii. Dato che il minuetto come forma musicale è composto da un minuetto e un trio, abbiamo un totale di 129.629.238.163.050.258.624.287.932.416 diverse composizioni possibili. Ovviamente molte di loro saranno quasi uguali in quanto la differenza sarà costituita soltanto da una o due battute; ciò nonostante, su un totale così elevato, restano da ascoltare ancora molte interessanti combinazioni.
Il problema è che, anche tralasciando la ripresa finale del minuetto, ogni brano dura circa un minuto, e quindi servirebbero 246.630.970.629.852.090.228.858 anni per ascoltarli tutti.

Cliccando qui potete ascoltare uno di questi minuetti, mentre qui trovate un sito che implementa il gioco.