What the Thunder Said

Un nuovo (2006) lavoro di Steve Layton (compositore residente a Seattle nato nel 1956) che a un primo ascolto notturno, mi è piaciuto.
Interessante anche il metodo. La base del brano è costituita da un frammento tratto da una composizione di un amica (At the Abyss di Alex Shapiro), dilatato dalla sua durata originale di 5 secondi fino a più di 18 minuti. Questo è stato il template della composizione, il sentiero da seguire e a cui adattarsi, trovando una propria strada fra evocazioni e connessioni.
Il titolo è tratto dalla sezione finale del poema di Eliot “The Wasteland” (Terra Desolata).

A new work by Steve Layton (composer based in Seattle, born 1956) that I like.
The composer says:

A “journey” or “meditation” similar to this year’s earlier O, Hebdomeros. A tiny snippet of a recording (5 seconds from the second movement of my composer-friend Alex Shapiro’s At the Abyss) was stretched to something over 18 minutes. This became the template for the composition, a kind of path that I had to accept, finding my way through, making whatever evocations and connections appear somehow form a thread of their own sense and meaning. The title is taken from the final section of T.S. Eliot’s iconic poem “The Wasteland”.

 

Steve Layton – What the Thunder Said (2006) flute, piano, vibraphone, strings/electronics