Petites esquisses d’oiseaux

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Since I have just updated some posts on bird songs and Messiaen’s interpretation of them, I thought I’d post his Little Bird Sketches in the 1985 version for a piano (there is also a version for two pianos).

Messiaen had already found the convergence between his two passions, ornithology and music. Already in 1951 he had composed a virtuoso piece for flute and piano used as an admission test for flute at the Paris conservatory (remember that the Paris conservatory is at a higher level and is equivalent to our own specialization academy). The piece was called Le merle noir and is his first work entirely inspired by the song of a bird (some fragments were included in previous works).

In 1953 he composed Réveil des oiseaux (The awakening of the birds) for orchestra, composed almost exclusively of transcriptions of the songs of the birds that the author could hear between midnight and noon in the mountains of the Jura Massif.

From this time he got into the habit of incorporating these transcriptions in all his works, as well as writing collections entirely dedicated to this subject (Oiseaux exotiques (Exotic birds) for piano and chamber orchestra, 1955-1956, La Chouette hulotte for piano, 1956, the monumental Catalog d’oiseaux (Catalog of birds) for piano, 1956-1958, La Fauvette des Jardins for piano, 1970-1972, Un Vitrail et des oiseaux (A stained glass and birds) for piano and orchestra, 1986, up to these Petites esquisses d’oiseaux (Little sketches of birds) for one or two pianos, 1985-1987). As works they are not simply collections of transcriptions, but real symphonic poems. Paul Griffiths observed that Messiaen was a more conscientious ornithologist than any of the composers who had preceded him, and a more attentive musical observer of birdsong than all previous ornithologists.

Indeed, Messiaen’s transcription work is accurate and takes into account musical problems that often escape scientific ornithology. He himself explains:

The bird, being much smaller than we are, with a heart that beats faster and nervous reactions much faster, sings at extremely fast tempos which are absolutely impossible for our instruments; therefore I am obliged to transcribe it at a slower tempo. Moreover, this speed is associated with extreme acuity, being a bird able to sing in such high registers as to be inaccessible to our instruments; therefore I transcribe the song one, two or even three octaves below. And that’s not all: for the same reason I am obliged to suppress those too small intervals that our instruments could not play. So I replace these intervals of the order of one or two paragraphs with semitones, but respecting the scale of values ​​between the different intervals, that is, if any paragraph corresponds to a semitone, then a true semitone will correspond to a whole tone or an interval of third; everything is enlarged, but the ratios remain unchanged, nevertheless what I give is correct.

Petites esquisses d’oiseaux (1985) – Håkan Austbø, piano

  1. Le Rouge-gorge (erithacus rubecula – pettirosso)
  2. Le Merle noir (turdus merula – merlo)
  3. Le Rouge-gorge
  4. La Grive musicienne (turdus ericetorum sinonimo di turdus philomelos – tordo bottaccio)
  5. Le Rouge-gorge
  6. L’Alouette des champs (alauda arvensis – allodola)

 

The silent flight

owl

The owl fly in perfect silence.

Inaudible even in headphones, despite passing a few centimeters from a large set of microphones in an already silent test environment. Its wings move the air without generating any spikes.

Please, note: NOT “any spikes at audible frequencies”, just no spikes. The record is a almost straight line (see the second video).

Taken from the BBC Two Natural World program. Reported by Lucia.

In the first video there is the essence of the experiment.

 

Here we have a more complete video with some comments.

Uccello estinto ritrovato, fotografato e mangiato

Una storia che ha dell’assurdo dalle Filippine.

Un esemplare di Worcester’s buttonquail (Turnix worcesteri), un uccello delle Filippine che si credeva estinto e che era noto solo grazie ad alcuni disegni risalenti a decine di anni fa, è stato ritrovato, fotografato e immediatamente venduto a un mercato di pollame come cibo.

Come se non bastasse, nessuno ha pensato a registrarlo 👿

La notizia arriva da Cryptomundo un bellissimo sito che si occupa di specie animali leggendarie, estinte o semplicemente strane.

Ornitologia e musica

Updated 20150604

Tanto per restare in campo ornitologico e ascoltare un po’ di di Messiaen, godetevi questa Grive-Musicienne tratta dai Petites esquisses d’oiseaux del 1985 per pianoforte solo (grive musicienne = Turdus philomelos, è il Tordo bottaccio; vive in tutta Europa, Asia, Africa del nord ai margini di boschi e foreste ed è chiamato philomelos non a caso; ecco il canto originale di cui potete vedere anche il sonogramma, entrambi tratti da xeno-canto).

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È incredibile come i canti degli uccelli si possano sentire chiaramente in questo pezzo, come se fossero riprodotti pari pari e nello stesso tempo il brano sia costruito e sviluppato con grande coerenza.
Sentite come i brevissimi frammenti del canto del tordo vengano trattati come dei moduli tematici e sviluppati sia dal punto i vista melodico che ritmico.

Nathan Carterette, pianoforte.

Messiaen 100 anni

Il 2008 è il centenario della nascita di Olivier Messiaen, una figura gigantesca nella scena musicale del ‘900, alla cui scuola si formarono anche compositori come Pierre Boulez, Yvonne Loriod (sua allieva che ne divenne la seconda moglie), Karlheinz Stockhausen, Iannis Xenakis e George Benjamin.

È quasi impossibile elencare in un post tutte le innovazioni apportate da questo compositore francese che riesce a fondere aspetti apparentemente lontani tra loro in un crogiolo in grado di provocare disappunto sia nei puristi tradizionalisti che negli avanguardisti incendiari: in realtà tale disappunto risiede nell’impossibilità di iscrivere l’autore nelle facili catalogazioni storico-critiche o ideologiche prevalenti nel Novecento musicale.

Ma, per coloro che hanno saputo vedere con chiarezza, Messiaen è sempre stato un punto di riferimento importante. Boulez, per esempio, gli ha praticamente dedicato il Primo Libro delle Strutture per due pianoforti utilizzando la serie tratta da Mode de valeurs et d’intensitées (1950) come materiale base per la sua composizione, che sarà quasi un manifesto del serialismo integrale.

Fra i suoi contributi, non si possono non citare due espedienti compositivi legati ad una personale nozione di simmetria applicata sia a livello ritmico che melodico/armonico. Si tratta dei ritmi non retrogradabili e dei modi a trasposizione limitata.

I primi sono ritmi palindromi, cioè identici se letti da sinistra a destra o viceversa (come la parola ANNA).
Un esempio è nel secondo rigo dell’immagine, tratta da Prélude, Instants défunts, in cui si vede una figurazione ritmica che risulta identica se letta nelle due direzioni. Ritmi come questo, che restano inalterati in seguito ad una inversione temporale e in cui Messiaen vede “il fascino dell’impossibilità”, generano una sensazione di immobilità temporale che trova la sua controparte armonica nei modi a trasposizione limitata.

Questi ultimi sono modi su cui non si possono effettuare le 12 trasposizioni canoniche (12 considerando l’enarmonia; parliamo di modi, non di tonalità).
Per esempio, la scala maggiore non è a trasposizione limitata perché, enarmonicamente parlando, ogni trasposizione di mezzo tono genera una successione di note nuova, che non si sovrappone a nessun altra.
La scala a toni interi (Do, Re, Mi, Fa#, Sol#, La#), invece, trasposta di mezzo tono genera una nuova successione (Do#, Re#, Fa, Sol, La, Si), ma, alla successiva trasposizione (Re, Mi, Fa#, Sol#, La#, Do), si ripresenta il caso precedente. Quindi questa scala può essere trasposta una sola volta.

Un esempio un po’ più complesso è la scala alternata detta anche octofonica o diminuita, che procede per toni e semitoni alternati rigorosamente e si può trasporre due volte:

Do, Re, Re#, Fa, Fa#, Sol#, La, Si

Do#, Re#, Mi, Fa#, Sol, La, La#, Do

Re, Mi, Fa, Sol, Sol#, La#, Si, Do#

poi si ritorna al primo caso.

Il suo vocabolario espressivo, comunque, va ben oltre questi, sia pur famosi, artifici. Citiamo anche le sue evoluzioni ritmiche realizzate per aumentazione o diminuzione, aggiungendo o togliendo un piccolo valore temporale a ogni ciclo ritmico. E i suoi primi suggerimenti spettrali, costruiti al pianoforte con accordi in cui a una fondamentale f venivano sovrapposte note più o meno armoniche con dinamica inferiore, in un tentativo di fonderle con il suono di base (per es. in Prélude, La colombe o Le loriot, nel Catalogue d’oiseaux).

Inoltre, Messiaen affascina anche per alcuni tratti extra-musicali, che comunque hanno avuto un impatto notevole anche sulla sua musica.

Per prima cosa, era un sinesteta: associava cioè le percezioni uditive a quelle visive (colori) che con il tempo si sono fatte sempre più precise, fino a giungere a descrivere minuziosamente i colori da lui associati al suono di scale, accordi, timbri strumentali, nella prefazione alle Trois Liturgies.

Poi per la sua passione ornitologica che si integra nella sua musica sia in forma tematica che con opere apertamente dedicate al canto degli uccelli [es. Catalogue d’oiseaux, per piano (1956–58), Réveil des oiseaux, piano e orchestra (1953), Oiseaux exotiques, piano e orchestra (1955–56) e altre].
Delle sue modalità di trasposizione dei canti degli uccelli, Messiaen dice:

L’uccello… canta a tempi estremamente veloci che sono assolutamente impossibili per i nostri strumenti; dunque sono obbligato a trascriverlo ad un tempo più lento. Per di più, questa rapidità è associata ad una estrema acutezza, essendo un uccello in grado di cantare in registri così alti da essere inaccessibili ai nostri strumenti; perciò trascrivo il canto da una a quattro ottave sotto. E non è tutto: per la medesima ragione sono obbligato a sopprimerne i microintervalli che i nostri strumenti non riescono a suonare.

Infine, la sua fede, che personalmente non capisco e non condivido, ma che è sempre stata per lui una forza.
Con grande scandalo degli ideologi a lui contemporanei Messiaen radicò la sua fonte d’ispirazione alla panca dell’organo della Sainte Trinité, su cui restò assiso finché visse. Nei suoi scritti egli proclama una candida sequela alla Santa Romana Chiesa, ma mentre ad Igor Stravinsky o a Franz Liszt la fede cattolica ispirò musica essenziale e castigata, Messiaen trae dalla sua esperienza di cristiano una fastosità e una sovrabbondanza espressiva tali da farlo erroneamente definire “panteista” o “sentimentale”. I testi delle Trois petites Liturgies rivelano una conoscenza profonda della filosofia tomistica e della spiritualità ceciliana e solesmense. La trascrizione musicale delle sue esperienze religiose si rivela così troppo concentrata e complessa per chi si aspetta da esse facili ascolti, ma inspiegabilmente mantiene di volta in volta freschezza, tenerezza o ferocia che possono provenire solo da chi non fa del misticismo intellettuale l’unica forma di ispirazione.

La pagina che segue, pubblicata in wikipedia (cliccate l’immagine per ingrandire), tratta da Oiseaux exotiques, mostra con chiarezza alcune delle caratteristiche molto personali di questo compositore:

  • l’uso di ritmi arcaici ed esotici. Nei righi in basso si vedono due figurazioni etichettate come “Asclépiade” e “Saphique” che sono antichi ritmi greci, mentre il Nibçankalîla che inizia in ultimo rigo, ultima battuta, è un decî-tâla dalla Śārṅgadeva, una lista di 120 unità ritmiche che appartiene alla tradizione indiana (Messiaen si è rifatto spesso al corpus ritmico dei tala indiani).
  • i canti degli uccelli notati minuziosamente, indicandone anche il nome. La garralaxe à huppe blanche e la troupiale des vergers sono, appunto, uccelli.

Ascolta Oiseaux exotiques da YouTube

Ascolta Oiseaux exotiques da YouTube

Per approfondire consiglio la voce a lui dedicata in wikipedia italiana e inglese.

[alcune parti e immagini di questo post sono tratte pari pari da Wikipedia]