Metri quadrati per persona

square feet per person

Questa immagine schematizza la densità della popolazione in varie aree del pianeta e lo fa calcolando lo spazio disponibile per ogni abitante. Notate che questa superficie è riferita al terreno calpestabile, cioè esclude laghi e fiumi.

Le misure sono in piedi quadrati, ma una veloce conversione in metri quadrati dà (e aggiungo l’Italia):

  • Australia 365961 m2, che equivalgono a un quadrato con il lato pari a circa 605 m
  • Canada 273823, idem 523
  • Russia 120805, 348
  • USA 30158, 174
  • Sud Africa 25009, 158
  • Messico 17491, 132
  • Cina 7035, 84
  • Italia 4969, 70
  • Gran Bretagna 3965, 63
  • Giappone 2944, 54
  • Bangladesh 872, 30
  • Hong Kong 156, 12.5
  • Monaco 59, 7.7

ma l’immagine esprime meglio le differenze.

Tutto questo significa anche che, se gli esseri umani fossero distribuiti con la massima regolarità, in Australia sarebbero a circa 605 m l’uno dall’altro come minimo, mentre nel Principato di Monaco ognuno avrebbe 4 immediati vicini a circa 7.7 m di distanza.

Ovviamente bisogna anche pensare che, se è vero che, per es., in Australia, ognuno dispone di 365961 m2, gran parte di questo territorio è costituito da deserti difficilmente abitabili, così come in Canada buona parte del terreno è gelato.

Però la presenza di un territorio così vasto ha un effetto. Quando guidavo in Russia o in Canada avevo spesso la percezione della vastità in gran parte vuota che iniziava subito al di là dei confini della città, mentre ad Hong Kong (prima del ritorno alla Cina), mi rendevo conto che era impossibile sfuggire alla folla.

Una sensazione simile, seppure meno opprimente, mi accompagna anche qui, in Italia. Andando su e giù per la pianura Padana o per la valle dell’Adige, ma anche salendo sulla montagna trentina, è quasi impossibile non vedere costruzioni e altri segni evidenti di presenza umana.

E non è un caso, secondo me, che i più visionari progetti di land art nascano dalla mente di persone che vivono nei paesi a bassa densità abitativa.

Jim Denevan

L’immagine rappresenta un recente lavoro di Jim Denevan, land artist di cui ci siamo già occupati.

Ocean & Cricket Music

Walter De Maria (nato ad Albany, in California, nel 1935) è uno dei principali esponenti della corrente artistica detta Land Art alla quale è passato dopo un’iniziale esperienza di scultore nell’ambito della Minimal Art (alcune sue opere di questo periodo, come “Balldrop” del 1961, si trovano al Guggenheim Museum di New York).

Tra gli anni ‘60 e ‘70 inizia a intervenire direttamente sul territorio con le sue monumentali earth sculptures: nel 1968, per esempio, disegna con la calce delle linee parallele all’interno del Mojave Desert, in California, mentre nel 1977, in occasione di documenta, la grande rassegna di arte contemporanea che si svolge a Kassel, in Germania, ogni cinque anni, fa penetrare nel terreno un’asta metallica per un chilometro.

La sua opera più famosa, però, rimane senza dubbio “The Lightning Field” (1977): in questa monumentale installazione posta in un angolo remoto del deserto del New Mexico De Maria cerca la complicità della natura per mettere in scena un evento sempre straordinario. Dopo aver conficcato in verticale nel terreno 400 pali metallici appuntiti su un’area di circa 3 chilometri quadrati, ne sfrutta l’effetto-parafulmine durante i temporali raccogliendo e moltiplicando la potenza dei fulmini a servizio di un grandioso spettacolo di luce (nell’immagine).
[da Wikipedia]

Non tutti sanno, però, che De Maria ha anche firmato alcune opere sonore in cui lui stesso suona la batteria e la mixa con field recording, ora disponibili su UbuWeb.

Scritte dal cielo

Quelle che vedete sono probabilmente alcune delle più antiche scritte sulla terra visibili da Google Earth/Maps e si trovano in Russia. Sono state create intervenendo in modo appropriato sulla vegetazione per celebrare anniversari dello stato sovietico e sono vere e proprie opere di land art.

La prima, che recita 100 anni di Lenin è del 1970, mentre le altre, che celebrano i 50 e 60 anni di Russia sovietica, sono del 1967 e 1977. Le dimensioni sono enormi e da terra non ci si rende conto di cosa rappresentano: in base alla scala di Google Maps, per es., la prima è lunga circa 500 m.

Come al solito le immagini sono cliccabili. Andate a vederne altre su English Russia.

Jim Denevan

Jim Denevan è un land artist. Disegna su sabbia e su laghi salati asciutti. E disegna forme colossali interamente a mano, camminando per miglia e miglia, senza accurati strumenti di misura.

Con il suo intervento marca un luogo, stabilisce relazioni di distanza, crea un paesaggio da percepire ed esplorare in un ambiente altrimenti piatto. Un paesaggio la cui esistenza è effimera perché le sua tracce vengono cancellate dall’acqua e dal vento e alla fine non ne resta nulla.


Jim Denevan makes freehand drawings in sand. At low tide on wide beaches Jim searches the shore for a wave tossed stick. After finding a good stick and composing himself in the near and far environment Jim draws– laboring up to 7 hours and walking as many as 30 miles. The resulting sand drawing is made entirely freehand w/ no measuring aids whatsoever. From the ground, these drawn environments are experienced as places. Places to explore and be, and to see relation and distance. For a time these tangible specific places exist in the indeterminate environment of ocean shore. From high above the marks are seen as isolated phenomena, much like clouds, rivers or buildings. Soon after Jim’s motions and marks are completed water moves over and through, leaving nothing