Ho deciso che, ogni tanto, vi racconterò anche qualcosa dei miei viaggi. Fa cool 8) .
Questa è la storia di una casa. Una grande casa che ho visto tanti anni fa e che avevo completamente dimenticato fino a qualche giorno fa quando l’ho ritrovata citata in un libro su Bob Dylan.
La casa ormai è nota come “Winchester Mystery House” ed è il frutto del delirio della sua proprietaria, una simpatica vecchia signora dal cognome famoso.
Sarah L. Winchester (1839–1922), infatti, era la vedova di William Wirt Winchester (1837–1881), figlio di quell’Oliver Winchester (1810–1880) che aveva inventato l’omonima arma (“il fucile che vinse il west”) e fondato la Winchester Repeating Arms Company della quale William era diventato presidente alla morte del padre, nel 1880. Ma presidente lo era stato per un anno solo, perché era morto nel 1881 e Sarah, pur restando fuori dall’azienda (le donne manager non esistevano a fine ‘800), ne aveva ereditato il 50% della proprietà, il che le assicurava una rendita di circa $ 1000 al giorno esentasse (fino al 1913 le rendite azionarie non erano tassate in USA; equivalgono a circa $ 19.000 al giorno attuali). In più, l’eredità era costituita anche da circa $ 20 milioni fra titoli, immobili e liquidi.
Non era povera la vedova Winchester, ma era inguaribilmente depressa per la prematura morte del marito e come spesso accade anche ai nostri giorni, la depressione la condusse da un mago.
Il mago le disse che c’era una maledizione sulla sua famiglia, a causa delle tante vittime dei suoi fucili, i cui spiriti cercavano vendetta e presto avrebbero preso anche lei, prematuramente come il marito. L’unico modo di calmare queste anime perdute era quello di costruire una casa tanto grande da ospitare lei stessa e tutte loro. Ma erano migliaia e non poteva esistere una casa abbastanza grande. Così Sarah Winchester avrebbe dovuto costruirne una e continuare ad allargarla giorno dopo giorno, per sempre. “Non dovrete mai fermare la costruzione. Continuate a costruire e vivrete. Smettete e morirete”.
E così fece. In fondo il denaro non le mancava. Sarah Winchester si trasferì all’ovest, a San Jose, California nel 1884 e qui comprò una fattoria di 8 stanze in cui andò a vivere, iniziando ad ampliarla.
I lavori di ampliamento continuarono sempre, 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana, 365 giorni l’anno per 38 anni, fino alla sua morte nel 1922 a 83 anni (in effetti visse molto, per quei tempi).
Ogni notte Sarah si recava in una stanza dove era convinta di ricevere messaggi spiritici che le suggerivano cosa costruire. Così ci sono scale che non portano in nessun posto, corridoi e porte più piccoli del normale (Sarah era alta circa m 1.50), un armadietto con solo 2 cm di profondità…
Oggi la casa è una curiosità per turisti. Ha 160 stanze. Prima del grande terremoto del 1906 aveva 7 piani, 3 dei quali crollarono. Venne rimessa a posto, ma gli ultimi 3 piani non furono mai ricostruiti, optando saggiamente per un ampliamento più orizzontale che verticale.
Ci sono 1257 finestre, 47 fuochi (fra camini, stufe, punti di cottura, alcuni dei quali a gas, gli altri a legna o carbone), 17 camini (sui tetti) + 2 in costruzione, 6 cucine, 40 camere da letto, 40 scale interne, 2 saloni da ballo e 52 punti luce (a candele, ovviamente). Si stima che la costruzione sia costata $ 5.5 milioni.
La vedova Winchester, inoltre, considerava protettivi il numero 13 e le ragnatele. I tipici candelieri a 12 braccia sono modificati e ne hanno 13, gli appendiabiti sono in multipli di 13 e varie finestre sono decorate con un motivo a ragnatela in cui sono inserite 13 pietre colorate. Nel 13° bagno, l’unico con doccia, ci sono 13 finestre. Lo scalone centrale ha 13 gradini.
Oggi si organizzano visite speciali la notte di Halloween e tutti i venerdì 13.
La foto aerea dà un’idea della struttura, ma non della complessità della casa. Per apprezzare quest’ultima cliccate qui.
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Chernobyl-4
Si parla molto di Chernobyl in questi giorni perché oggi è il 25 Aprile. Sono passati 20 anni dal disastro e le TV si sforzano a raccattare filmati di repertorio o di visite più o meno recenti.
Se avete voglia di farvi un’idea un po’ più reale di quanto è successo, andatevi a vedere il viaggio di questa ragazza,
Elena Vladimirovna Filatova, che da sola si è fatta un giro in moto attraverso campagne e villaggi abbandonati, in gran parte radioattivi, fin quasi al sarcofago. Alla fine di ogni pagina trovate il link al capitolo seguente, oppure partite da qui e saltate dove volete.
Nelle note che accompagnano le foto, dice che le piace andare in moto sulle strade vuote e che in queste terre abbandonate dall’uomo ormai da 20 anni, si trovano boschi e laghi di grande bellezza. Il territorio intorno a Chernobyl è diventato terra dei lupi. La natura se l’è ripreso nonostante le radiazioni perché è più dura di noi. Bastano 500 roentgens per 5 ore per uccidere un uomo. È interessante notare che, per uccidere un pollo, serve una dose 2.5 volte superiore e una dose 100 volte superiore non basta per ammazzare uno scarafaggio.
Chernobyl e i villaggi vicini sono città fantasma da cui siamo scappati in tutta fretta senza portare via niente, lasciando tutto come stava. Foto su un pianoforte, giocattoli, quaderni, manifesti, auto, chiatte abbandonate su un fiume. Una immensa Maria Celeste.