La microfotografia (o nanofotografia) ha la capacità di svelare paesaggi inaspettati e misteriosi, tali da poterci costruire sopra delle storie, come fa Alan Jaras.
Guardatevi questa serie, denominata MicroWorld, partendo dalla prima immagine.
La microfotografia (o nanofotografia) ha la capacità di svelare paesaggi inaspettati e misteriosi, tali da poterci costruire sopra delle storie, come fa Alan Jaras.
Guardatevi questa serie, denominata MicroWorld, partendo dalla prima immagine.
Una panoramica interattiva di Parigi ottenuta assemblando 2346 foto singole, per comporre un’immagine orientabile e ingrandibile con risoluzione 354159×75570.
Le foto digitali contengono un sacco di dati, quasi tutti di carattere tecnico. Il formato utilizzato dalle fotocamere digitali, infatti, va sotto il nome di Exif (Exchangeable image file format). La specifica utilizza i formati esistenti JPEG, TIFF Rev. 6.0, e RIFF, con l’aggiunta di specifiche etichette (tag) di metadati.
Questi metadati, in genere, sono utili perché permettono, anche a distanza di tempo, di visualizzare i valori di tempo, diaframma, risoluzione, data e ora, nonché tutte le impostazioni con cui è stata scattata la foto.
Per vederli, aprite questa pagina e caricate una foto oppure scaricate l’ottimo ExifTool.
Fra questi dati, però, almeno uno può essere utile o dannoso in base alle intenzioni. È il numero di serie della fotocamera, che è unico e quindi, in qualche modo, permette di risalire all’acquirente. Quindi ricordate di eliminare i metadati se, per es., mettete una immagine in internet e non volete essere identificati.
D’altra parte, proprio il serial number può avere un altro utilizzo, più interessante. Supponete che vi rubino la fotocamera e che, alla fine, vada in mano a qualcuno che fa qualche foto e la mette in internet.
Ebbene guardando il serial number di quelle immagini, voi potete dimostrare che sono state scattate con la vostra fotocamera (peraltro il numero dovrebbe essere anche riportato sulla garanzia).
È proprio quello che fa il sito stolencamerafinder che ha raccolto un database di più di un milione di fotocamere. Vi basta avere una immagine non modificata scattata con la vostra fotocamera ormai perduta e il sito può aiutarvi a identificare altre immagini scattate con la stessa, a patto che siano state imprudentemente messe in rete.
Se, poi, per curiosità, volete vedere i dati Exif contenuti in una immagine, ecco qui:
Exif Byte Order : Little-endian (Intel, II)
Image Description : OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Make : OLYMPUS IMAGING CORP.
Camera Model Name : SP800UZ
Orientation : Horizontal (normal)
X Resolution : 72
Y Resolution : 72
Resolution Unit : inches
Software : Version 1.0
Modify Date : 2010:10:15 09:15:56
Y Cb Cr Positioning : Co-sited
Exposure Time : 0.3
F Number : 4.1
Exposure Program : Program AE
ISO : 400
Exif Version : 0221
Date/Time Original : 2010:10:15 09:15:56
Create Date : 2010:10:15 09:15:56
Components Configuration : Y, Cb, Cr, -
Compressed Bits Per Pixel : 2
Exposure Compensation : 0
Max Aperture Value : 2.8
Metering Mode : Multi-segment
Light Source : Unknown
Flash : Off, Did not fire
Focal Length : 36.7 mm
Special Mode : Normal, Sequence: 0, Panorama: (none)
Camera ID : OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Equipment Version : 0100
Camera Type 2 : D4434
Focal Plane Diagonal : 7.665 mm
Body Firmware Version : 77
Camera Settings Version : 0100
Preview Image Valid : No
Preview Image Start : 1644
Preview Image Length : 0
Macro Mode : Off
Flash Mode : Off
White Balance 2 : Auto
Drive Mode : Single Shot
Panorama Mode : Off
Image Processing Version : 0112
Distortion Correction 2 : Off
Face Detect : Off; Unknown (0)
Face Detect Area : (Binary data 383 bytes, use -b option to extract)
Quality : SQ (Low)
Macro : Off
Black & White Mode : Off
Digital Zoom : 1.0
Resolution : 1
Camera Type : D4434
Pre Capture Frames : 0
White Board : 0
One Touch WB : Off
White Balance Bracket : 0
White Balance Bias : 0
Scene Mode : Standard
Serial Number : 000JAJ248048
Data Dump : (Binary data 2540 bytes, use -b option to extract)
User Comment :
Flashpix Version : 0100
Color Space : sRGB
Exif Image Width : 2560
Exif Image Height : 1920
Interoperability Index : R98 - DCF basic file (sRGB)
Interoperability Version : 0100
File Source : Digital Camera
Scene Type : Directly photographed
Custom Rendered : Normal
Exposure Mode : Auto
White Balance : Auto
Digital Zoom Ratio : 0
Focal Length In 35mm Format : 204 mm
Scene Capture Type : Standard
Gain Control : High gain up
Contrast : Normal
Saturation : Normal
Sharpness : Normal
Compression : JPEG (old-style)
Thumbnail Offset : 9216
Thumbnail Length : 4452
Image Width : 2560
Image Height : 1920
Encoding Process : Baseline DCT, Huffman coding
Bits Per Sample : 8
Color Components : 3
Y Cb Cr Sub Sampling : YCbCr4:2:2 (2 1)
Aperture : 4.1
Image Size : 2560x1920
Scale Factor To 35 mm Equivalent: 5.6
Shutter Speed : 0.3
Thumbnail Image : (Binary data 4452 bytes, use -b option to extract)
Circle Of Confusion : 0.005 mm
Field Of View : 10.1 deg
Focal Length : 36.7 mm (35 mm equivalent: 204.0 mm)
Hyperfocal Distance : 60.77 m
Light Value : 3.7
questa immagine per un po’…
Non è un video. È una GIF animata. Un formato che, di solito viene utilizzato per fare stupidaggini come quella qui sotto, ma che Jamie Beck e Kevin Burg stanno cercando di elevare a un livello che si avvicini all’arte: “more than a photo but less than a video”.
La fotografia ad alta velocità (high speed photography) ormai ha raggiunto limiti impensabili (fino a 1/30000 di secondo (0.03 msecs) ed è in grado di produrre immagini come questa che ha anche un risvolto audio perché la superficie rossa da cui emana il liquido è quella di un subwoofer in vibrazione, rosso perché illuminato da un flash con gel rosso.
Quasi tutti credono che, per ottenere queste immagini, ci si serva di macchine fotografiche con otturatori velocissimi, ma non è così, o almeno non sempre. Sebbene gli otturatori abbiano raggiunto la ragguardevole velocità di 1/8000 di secondo, per la fotografia ad alta velocità basta una macchina normale in grado di mantenere l’otturatore aperto per tempi molto lunghi o meglio ancora in posa (B: sempre aperto fino al comando di chiusura).
La foto, infatti, è ottenuta grazie al flash. Alcuni flash, di alta qualità, sono in grado di generare lampi di durata brevissima, fino a 1/30000 di secondo, per cui si mette il tutto in un ambiente buio, con la macchina bloccata ad otturatore aperto e si impressiona il sensore con un singolo, istantaneo lampo di luce.
Il difficile, ovviamente, è sincronizzare il lampo e il fenomeno. In realtà non servono apparecchiature particolarmente esoteriche e si può mettere insieme un buon set anche in casa.
L’immagine di cui sopra è tratta dall’album di Chaval Brasil su Flickr, ma coloro che si dedicano di questo tipo di fotografia sono parecchi (per es. vedi gruppi su Flickr).
Qualche anno fa, in questo post, abbiamo parlato delle foto a colori realizzate nel 1909, con una tecnica semplice quanto ingegnosa, dal russo Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorskii.
Oggi la collezione delle sue immagini, ricreate in digitale a partire dalle lastre originali, è approdata a Flickr e può essere visualizzata qui.
Eccone alcune. Nella loro semplicità e staticità, le trovo bellissime.
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Shinichi Maruyama è un fotografo giapponese che vive a New York. Crea immagini d’acqua utilizzando semplicemente la materia prima, le proprie mani e una macchina fotografica Phase One P45 che dispone di un tempo di esposizione che arriva a 1/10000 sec. con risoluzione di ben 39 Megapixel.
The Coolist ha una bella rassegna fotografica delle 10 più belle e sorprendenti rovine moderne (alcune le abbiamo già segnalate), fra cui colpisce, non per la sua bellezza, ma per quanto è recente (le altre hanno almeno 50 anni), questo incredibile fabbricato: il Ryugyung Hotel a Pyong Yang (Corea del nord) che potrebbe essere uno dei più grandi fallimenti architettonici del XX° secolo.
Iniziato nel 1987 e bloccato nel 1992 per mancanza di fondi da parte del governo coreano, la costruzione è ripresa nel 2008, ma, data la segretezza governativa, è difficile, per ora, capire se i lavori siano solo di facciata o se l’edificio sarà portato a termine anche all’interno.
If you find beauty in urban decay, in the crumbling and abandoned places of yesteryear, you’ll want to read on. The Coolist publish a gallery of 10 of the most amazing, beautiful and creepy abandoned places in the modern world.
Guardate anche questo video di Ross Ching Labs su una Los Angeles vuota…
If you desire high-resolution images of the Earth, the good folks at Unearthed Outdoors have made available the 250m True Marble image set for a free download with a Creative Commons Attribution 3.0 license. It’s a map of the Earth made up of 32 tiles, where each tile is a 21,000 pixel square, available in png and tif formats. There’s also a series of smaller files that may be more useful — in case you don’t need a map of the Earth that ends up being 84,000 pixels tall and 168,000 pixels across. Printed at 600 dpi, that’s about 12 feet by 24 feet (m 3.66 x 7.31)!
UPDATE 2024:
Così scrivevo 14 anni fa e anche il video ha la stessa età
Con tecnologia digitale verrà un momento in cui nessuna foto e nessun film saranno più ammissibili come prova in un processo. Date un’occhiata qui.
The digital technology will ban photos and films from the trials, some day.