UTP (per UToPia), di Alva Noto (aka Carsten Nicolai) e Sakamoto Ryuichi nasce da un invito delle città di Mannhein a sviluppare uno spettacolo audio visivo per il 400° anniversario della fondazione della città.
In questa registrazione, i due hanno abbandonato lo stile minimale fatto di tappeto elettronico + pianoforte che caratterizzava i loro lavori precedenti (Vrioon, Insen, Revep), espandendo la tavolozza timbrica anche alle sonorità di un gruppo cameristico contemporaneo, l’Ensemble Modern di Mannhein, ed a field recording realizzati nella stessa città e nei suoi dintorni.
When it was born in the mind of italian musician Guglielmo Cherchi (aka VACVVM), ‘Peaceful Atom’ was intended to be a concept work about the Chernobyl disaster, and as a result of this some tracks are ideally connected to that topic: the title track (referring to the name of the first RBMK – Reactor Bolshoy Moshchnosty Kanalny – reactor), SCRAM (the emergency shutdown of a nuclear reactor), Lava Flow (the melted material erupted from the reactor after the explosion), Leaving Pripyat (the evacuation of the nearest city to the powerplant), Worm Wood Forest (the dead trees killed by the radiations) and Ignalina’s Sunset (Ignalina was the last nuclear powerplant to use a RBMK reactor, the same model involved in the Chernobyl disaster, which was only shut down in 2009).
The other songs don’t belong to this concept but are related to the environment pollution problem in Russia: Oka and Yenisei are the two most polluted rivers in the planet; Pylons refers to the Shukhov towers (featured on the cover artwork), which were electricity pylons on the banks of the Oka river. The remaining track, Radiologos, is a stand-alone song, but features an original jingle aired in Soviet Russia’s radio stations.
‘Peaceful Atom’ was entirely built from scratch using laptop-based synthesizers and electric guitar, with the exception of a few samples. On ‘Worm Wood Forest’: Arboretum Bad Grund by Inchadney at The Free Sound Project, on ‘Radiologos’: Soviet jingle and radio recordings taken with an old military tubes HF radio and on ‘Leaving Pripyat’: electrostatic hiss taken from an old Kenwood amplifier dating from the eighties) at high volume.
I rumeni Felix Petrescu (Waka X) e Valentin Toma (Qewza), nel 2001 hanno dato vita a questo progetto sperimentale chiamato Makunouchi Bento (che è il nome di un pranzo “al sacco” giapponese).
Utilizzano sia strumenti elettronici che acustici. Il loro ultimo lavoro, Swimé, è acquoso in modo affascinante con inserti che abbozzano semplici strutture armoniche e graziosi rumori di fondo.
Il solito d’incise (Laurent Peter) insieme al percussionista Cyril Bondi (con cui forma il duo Diatribes) e ad Abdul Moimême, membro attivo della scena portoghese della musica improvvisata, ha registrato questo Complaintes de marée basse: sette improvvisazioni caratterizzate da atmosfere sospese, per me piuttosto intriganti ed emozionali.
Il tutto è stato registrato a Lisbona il 28 e 29 Agosto 2009.
La formazione è:
abdul moimême: two prepared guitars, metalic objects, springs, cymbals, metronome
d’incise: laptop, objects, various instruments, snare drums, bow, cymbals, gramophone
cyril bondi: drums, percussions, bow, cymbals, objects, small instruments
Yoshihide Otomo (大友 良英, Ōtomo Yoshihide, born August 1, 1959 in Yokohama, Japan) is a Japanese composer and multi-instrumentalist.
He first came to international prominence in the 1990s as the leader of the noise rock group Ground Zero, and has since worked in a variety of contexts, ranging from free improvisation to noise, jazz and contemporary classical. He is also a pioneering figure in the EAI-scene, and is featured on important records on labels like Erstwhile Records. He plays guitar, turntables, and electronics.
Non so se lo sapevate, ma il suono iniziale di Windows 95 è stato creato da Brian Eno. Me ne ero accorto anni fa aprendo il box delle proprietà.
Ma adesso ho trovato su wikipedia questa gustosa dichiarazione dello stesso Eno
la Microsoft mi chiese questa cosa dicendomi che volevano una musica capace di ispirare, universale, ottimistica, sexy, futuristica, sentimentale, emozionale, più un’altra serie quasi sterminata di circa centocinquanta aggettivi, e poi in ultimo conclusero che il brano doveva durare tre virgola venticinque secondi. Da allora ho composto 84 di questi piccoli pezzi, sicché quando ritorno a lavorare su brani della durata di tre minuti questi ultimi mi sembra siano come oceani di tempo.
Ieri mi sono ritrovato a canticchiare una canzone che a un certo punto diceva
Contemplating
suicide
As protection from fraud
Escalator
over
the hill
e mi è ritornato in mente il monumentale lavoro di Carla Bley e Paul Haines, registrato fra il 1968 e il 1971 e uscito su un triplo vinile, passando come un’opera jazz, mentre in realtà era ed è molto di più.
Sono andato a riascoltarlo e fra le altre cose, mi sono reso conto che molte della melodie che io tuttora canticchio, camminando o sistemando la casa, provengono da quest’opera. Ma, ancora di più, sono rimasto colpito dalla profondità e dall’universalità artistica di questo lavoro che racchiude elementi del jazz del pop e del rock dell’epoca (con varie altre influenze, dall’atonale a Weill, fino ad una incursione nella musica indiana, relativamente popolare in quegli anni).
Intendiamoci: Escalator over the hill mi è sempre piaciuto e l’ho sempre ricordato come un’opera di grande spessore, ma erano anni che non lo riascoltavo e la sua freschezza, a 40 anni di distanza, mi ha davvero sorpreso. Soprattutto mi ha sorpreso l’attualità compositiva del tutto, mentre oggi, quando concetti come la world music e il crollo dei muri, compresi quelli che delimitano i generi, dovrebbero essere ormai assodati, non vedo in giro lavori di questa potenza.
Nella versione del 1971 (è stato poi eseguito live nel 1997, 98 e 2006 con altri musicisti), Escalator ha messo insieme un personnel di gran lustro:
Acoustic Guitar – Sam Brown
Bass – Charlie Haden , Jack Bruce , Richard Youngstein , Ron McClure
Bells, Celesta – Bill Morimando
Cello – Calo Scott
Clarinet – Perry Robinson , Souren Baronian
Clarinet, Saxophone [Tenor] – Gato Barbieri , Peggy Imig
Congas – Roger Dawson
Drums – Paul Motian
French Horn – Bob Carlisle , Sharon Freeman
Guitar – John McLaughlin
Lyrics By – Paul Haines
Organ, Celesta, Organ [Calliope], Written-by – Carla Bley
Saxophone [Alto] – Dewey Redman , Jimmy Lyons
Saxophone [Baritone] – Chris Woods
Synthesizer [Moog] – Don Preston
Trombone – Jimmy Knepper , Roswell Rudd , Sam Burtis
Trombone [Bass] – Jack Jeffers
Trumpet – Don Cherry , Enrico Rava
Trumpet, Producer – Michael Mantler
Tuba – John Buckingham
Vibraphone – Karl Berger
Viola – Nancy Newton
Violin – Leroy Jenkins
Vocals – Jack Bruce , Linda Ronstadt
Tutti questi musicisti si dividono tra più gruppi per raccontare una complessa vicenda i cui personaggi sono rappresentati sia dai cantanti che dai musicisti, dove gli ultimi concorrono alla definizione dei caratteri esprimendo le emozioni che vanno oltre le parole semplici ma visionarie, aperte a molte interpretazioni, di Paul Haines.
Qualcuno ha scritto che ognuno ha la musica che si merita. Non so cosa ho fatto di buono, ma sono molto contento di meritarmi, fra le altre, questa 🙂 .
Da You Tube, ecco la playlist completa (27 tracce).
Agnes Heginger, soprano e Karlheinz Essl, elettronico, hanno registrato poco meno di un anno fa, all’Essl Museum in Vienna, questo disco, dal titolo Out of the Blue.
Sei brani, di cui tre collaborazioni e tre soli. Lo stile è generalmente quello della free music europea, virtuoso, ma spesso destrutturato e a tratti manierista (esiste, naturalmente, un manierismo anche nella free music).
Ma c’è almeno un brano, questo Action rituelle, inciso in duo, che, a mio avviso, trascende il genere e conquista per la sua intensità.
Il disco è distribuito dalla netlabel portoghese XS Records e liberamente scaricabile anche dall’Internet Archive.
Un busto dedicato a Frank Zappa è stato inaugurato due giorni fa nella sua città natale, Baltimora.
La cosa buffa è che il busto è stato donato alla città di Baltimora dall’attivissimo Zappa fan club lituano ed è una copia di quello eretto a Vilnius alcuni anni or sono.
Così il monumento non è costato nulla alla città di Baltimora, che finora aveva fatto solo lo sforzo di proclamare un “Frank Zappa Day” nella giornata del 9 Agosto 2007.
Johannes Kreidler (1980) è uno dei giovani compositori attualmente più discussi. Sa essere provocatore in modo molto tagliente, fa frequenti incursioni nel pop e spesso utilizza la musica per sollevare questioni etiche.
Uno dei suoi brani, Product Placements (2008), è una provocazione nei confronti della GEMA (la SIAE tedesca). In Germania, con splendida coerenza teutonica, per depositare un brano si deve compilare un modulo per ogni campionamento utilizzato, per quanto breve sia. In Product Placements Kreidler riesce a stipare 70200 campioni tratti da dischi altrui nel giro di 33 secondi. Ovviamente, con una tale concentrazione, i singoli campioni sono irriconoscibili. Ciò nonostante, Kreidler ha preteso di depositare il brano inviando 70200 moduli.
Nel pezzo che vi presentiamo, Charts Music (2009), le melodie sono generate seguendo le curve dei grafici della borsa (sostanzialmente discendenti) e delle vittime in Iraq (ascendenti), passando per l’andamento del debito e del tasso di disoccupazione negli USA. I grafici vengono rimappati su una scala musicale e armonizzati con SongSmith, il software della Microsoft che genera automaticamente un accompagnamento in uno stile a scelta basandosi sulla melodia.
Il risultato è uno spassoso e conturbante esempio di sonification.
Kreidler vive a Berlino e insegna teoria musicale e musica elettronica all’Università della Musica e del Teatro di Rostock, al Hochbegabtenzentrum della Università della Music di Detmold e alla Hochschule für Musik und Theater di Hannover.