Zavoloka

Kateryna Zavoloka is an experimental electronic music composer and graphic designer from Kyiv city, Ukraine.

Zavoloka mainly explores digital and analogue synthesis, sometimes she uses recorded herself songs, separate phrases, words, instruments, etc.

One of her big influences is the traditional Ukrainian culture. She traveling by Ukraine and recording native traditional ethnic folk songs, which singing old people in country-sides of Ukraine. The aim is to reach interplay between the electronic context and rough unprocessed voices that common people sing with. This produces a very ‘human’ outcome (owing to the spirit that unaffected voices bring), yet staying electronically saturated, post -sounding and edgy.

Zavoloka’s music consists of intensive varied sound motions and unexpected combinations piped into carefully controlled electronic flows. Never try to predict anything, it can turn out in what one just cannot predict. Some of Zavoloka’s friends amongst musicians admit, that her music is very unusual from the structural point of view.When asked about the motive of building such a diverse and complicated constructions, she explained her intention to produce more and more frank music that could reflect her momentary shades of feelings and emotions. She also pointed out that her music is intended to be a natural expression of her private freedom.

  • exhale (2008) – mp3
  • inhale (2008) – mp3
  • rankova – mp3

Europa 2008

plx018In questo progetto della netlabel Plex Records, denominato “Europa 2008”, cinque artisti sono stati invitati a mettere in comune alcuni campioni sonori per poi comporre individualmente un brano utilizzando l’intero pacchetto.

I cinque nomi coinvolti sono Zavoloka, .at/on, Akan, Vitalis Popoff e d’incise. Qui vi faccio ascoltare i pezzi dei primi due.

Il set completo è scaricabile qui.

Composition 304

braxtonNormalmente non mi occupo di jazz, però, come giustamente fa notare wikipedia, definire Anthony Braxton solo un jazzista è alquanto riduttivo. Come compositore e musicista, ha incentrato la sua attività sul jazz (soprattutto sul free) ma ha scritto anche per orchestra e perfino opere. Come strumentista, oltre a suonare il pianoforte, Braxton si è esibito utilizzando l’intera gamma dei sassofoni dal sopranino al contrabbasso,su una grande varietà di clarinetti e al flauto.

Devo anche dire che Braxton è stato uno dei pochi jazzisti che mi abbiano veramente emozionato ascoltandoli in concerto (alcuni degli altri sono Sun Ra, Miles Davis, Cecil Taylor e Mingus). Il suo continuo entrare e uscire dal jazz, incorporando anche elementi linguistici tipici di altri linguaggi, fra cui la musica contemporanea, rendono la sua musica interessante e vitale,anche se a volte le sue composizioni possono risultare un po’ scontate dal punto di vista strutturale. So che, recentemente, si occupa anche di elettroacustica con il Diamond Curtain Wall Trio nel quale utilizza il linguaggio di sintesi ed elaborazione del suono Super Collider, ma non ancora sentito niente con questa formazione.

Qui vi presento Composition 304 del 2002. Si tratta di un duo in cui Braxton suona vari sassofoni e Taylor Ho Bynum cornetta, tromba, trombone.

Formalmente il brano alterna momenti “composti” in cui i due eseguono strutture isoritmiche e momenti improvvisati, a volte anche in solo. Così il brano entra ed esce continuamente dall’improvvisazione, mentre gli esecutori cambiano ripetutamente strumento e timbro. In accordo con la logica del collage utilizzata spesso da Braxton, il pezzo include anche strutture tratte da altri brani dello stesso autore. In questo caso si tratta delle Composition 91, 151, e 164, per cui il titolo completo è Composition 304 (+ 91, 151, 164).

  • Anthony Braxton – Composition 304 (+ 91, 151, 164) (2002)
    Anthony Braxton, saxophones
    Taylor Ho Bynum, cornet, trumpet, trombone, shell, mutes

Tellus #10: All Guitars!

Della ripubblicazione di Tellus (“rivista su audio cassetta” lanciata nel 1983 a New York) da parte di UBUWeb abbiamo già parlato.

Oggi vi presentiamo il numero 10, uscito nel 1985 e dedicato ai chitarristi della scena newyorkwese (e dintorni) dell’epoca [fra i più noti (pochi) Arto Lindsay, Glenn Branca, Lydia Lunch]. Il genere spazia dal post punk, al minimalismo, all’improvvisazione, il tutto non privo di ironia in certi brani.

Come al solito, Tellus si concentrava sulla sperimentazione, sull’anormalità e sull’estremo. 28 brani, dai 2 ai 5 minuti, in cui, a volte, è difficile riconoscere la chitarra.

Il tutto è scaricabile qui. Ecco qualche anticipazione:

O Superman

Il web magazine dello Smithsonian American Art Museum ha pubblicato una breve intervista con Laurie Anderson che ricorda anche il momento in cui è diventata una star con O Superman negli anni ’80.

La storia è divertente:

I didn’t know anything about the pop world. I was just an artist in New York and I had made a record that I was distributing by mail order. People would call me up on the phone and say, “Can I get this record?” I would go over to a carton, pick it up and go to the post office with it. I had pressed 1,000 records of something I had done on an NEA grant called O Superman. Then I got a call one afternoon from a guy in Britain who said “I’d like to order some records. I’ll need 40,000 Thursday and 40,000 more on Monday.” So I said, “Right. Okay. I’ll get right back to you.”

I called Warner Brothers and said, “Listen, I need to press a bunch of records, could you help me with it?” And they said, “That’s not how we do things at Warner Brothers Records. What we do is you sign an eight-record deal.” And I was like, “What?”

So that’s what I did, because I thought that could be interesting. I tried very hard not to be seduced by that kind of world. I had a lot of fun with it. You get out of a car and everyone is screaming, it was just funny for me. They were like, “Can I get your autograph? Oh my god!” and “It’s really you.” For me I felt like an anthropologist.

E visto che c’è su You Tube, tanto vale rivederselo

Vegetable Orchestra

The Vegetable Orchestra performs music solely on instruments made of vegetables. Using carrot flutes, pumpkin basses, leek violins, leek-zucchini-vibrators, cucumberophones and celery bongos, the orchestra creates its own extraordinary and vegetabile sound universe. The ensemble overcomes preserved and marinated sound conceptions or tirelessly re-stewed listening habits, putting its focus on expanding the variety of vegetable instruments, developing novel musical ideas and exploring fresh vegetable sound gardens.

Suonano veramente con carote, zucchine, zucche, porri, cocomeri, sedano. Oddio, “suonano”, diciamo che fanno rumorini.

The Vegetable Orchestra.

Hans Reichel

UPDATE 2023

All’epoca della stesura di questo articolo (2008) Hans Reichel era ancora fra noi. Purtroppo è deceduto nel 2011.


Hans Reichel, chitarrista improvvisatore tedesco, ma anche liutaio, inventore di nuovi strumenti e tipografo.

Una sua recente invenzione è il daxophone. Si tratta di un idiofono dalla forma simile a una lama fissato a un blocco di legno che contiene uno o più microfoni a contatto. Pizzicato, percosso o trattato con un arco, il daxophone produce dei suoni simili alla voce umana, spesso umoristici.
L’altezza delle note viene variata con il dax: un blocco di legno con una parte tastata e un’altra liscia che, premuto sulla lama e inclinano, varia la lunghezza della parte vibrante, un po’ come un ponticello mobile. Lo si vede in azione in questo breve video e in altri simili.

Ma Reichel è anche noto per le sue sorprendenti elaborazioni della chitarra e del liuto che comprendono vari tipi di strumenti a doppio manico, come quello visibile nella foto.