Le perversioni del copyright (1)

Le perversioni indotte dal copyright, nel modo forsennato in cui viene utilizzato attualmente, sono molte. Quella che segue è, a mio avviso, una delle più assurde.
Dunque, come qualcuno di voi sa, io insegno Informatica Musicale al Conservatorio di Trento.
Esiste un libro, “Henri Pousseur (a cura di), La Musica Elettronica, Feltrinelli 1976” considerato fondamentale per capire la storia e l’evoluzione della suddetta materia, tanto da essere incluso nel programma dei corsi di musica elettronica in quasi tutti i conservatori italiani.
Il problema è che il suddetto testo è da molti anni fuori catalogo. Per di più, trattandosi di una ponderosa raccolta di scritti molto tecnici di autori vari e quindi con bassi volumi di vendita, l’editore non sembra avere la minima intenzione di ristamparlo. Questo testo non è sostituibile perché contiene una serie di articoli degli anni ’50 e ’60 difficilmente trovabili anche nelle biblioteche, oppure consultabili solo in lingua originale, tuttavia fotocopiarlo è un reato.
Ore vedete l’assurdità della situazione?

  • Non è possibile acquistarlo per volontà dell’editore che non lo stampa più.
  • Il che significa che, per l’editore, questo testo non ha alcun interesse economico e che per gli autori non genera nessuna royalty.
  • Ne consegue che fotocopiandolo non si danneggia nessuno.
  • E in effetti, dato che non è possibile comprarlo, l’unico modo di procurarselo è fotocopiarlo
  • Ciò nonostante fotocopiarlo è un reato.