Bach nella cattedrale

The Cantata “Gott ist mein König” (BWV 71) performed in St. Mary’s Church in Mühlhausen.

It is a 14th century Gothic cathedral whose reverberation illuminates the cantata from the beginning of the first movement. Bach worked in Mühlhausen in 1707/8 and it is possible that the cantata BWV 71 was performed for the first time in this church.

Concerti barocchi per chitarra a 8 corde

Un po’ di musica “leggera” per questi giorni di afa. In questo disco, Daniel Estrem esegue musica barocca di Vivaldi e Bach trascritta per chitarra a 8 corde. Le due corde in più espandono decisamente le possibilità dello strumento dando alla chitarra una completezza armonica che, a mio avviso, normalmente non ha.

In circa 30 anni di carriera Vivaldi ha scritto più di 500 concerti, molti dei quali sono stati poi trascritti per vari strumenti.
L’Estro Armonico, Op. 3, scritto nel 1711, è una raccolta di 12 concerti per 1, 2 e 4 violini che ha influenzato molti compositori dell’epoca, tanto che lo stesso J.S. Bach ne ha trascritto ben sei.

In questa incisione si eseguono il num. 2 e il num. 8 nonché il concerto in Sol Maggiore (Alla Rustica), particolarmente vicino alla musica popolare e molto adatto ad una trascrizione chitarristica.

Dall’opera di J.S. Bach sono tratti il famosissimo terzo Brandeburghese e il doppio concerto in Re minore, originariamente per due violini.

Una parola sul terzo Brandeburghese, il cui primo e terzo movimento sono due allegri, mentre il secondo è un adagio cosi breve che nelle esecuzioni pubbliche spesso si preferisce saltarlo oppure sostituirlo con un tempo lento tratto da un’altra composizione, come in questo caso.

Questa incisione si può scaricare gratuitamente in MP3 oppure acquistare in formato non compresso da Magnatune cliccando sul link riportato sotto il player.

Cliccate invece un brano nel player per ascoltarlo qui.

Baroque Concertos on 8 String Guitar by Daniel Estrem

J.S. Bach – Opera completa per organo

Potete scaricare l’opera completa per organo di J.S. Bach, in modo perfettamente legale da qui.

Se invece vi interessano solo alcuni capolavori andate qui.

Si tratta di esecuzioni di James Kibbie registrate con l’organo barocco di Leipzig e messe a disposizione del pubblico dall’Università del Michigan. Codifica AAC a 256 kbps.

Aimard – Bach

coverSentite un po’ Pierre-Laurent Aimard che suona Bach, nientemeno che l’Arte della Fuga.

Oddio, niente da dire tecnicamente. Mi piace anche il suono, così chiaro, quasi clavicembalistico (anche il pedale è molto limitato). Mi lascia solo un po’ perplesso il fatto che lui ormai suoni tutto lo scibile pianistico disponibile…

Comunque questa è la sua prima incisione per DGG. Direi, un esordio impegnativo visto che va a confrontarsi con gente come Glenn Gould (che la iniziava con un metronomo lentissimo) o Sokolov.

In ogni caso, Aimard si appoggia sulla sua tecnica e a un primo ascolto non mi sembra sfigurare anche nei passaggi più difficili. Poi vedremo se mi emoziona…

  • J.S. Bach – Contrapunctus I dall’Arte della Fuga, Pierre-Laurent Aimard pianoforte.

Lituus

Secondo questo articolo della BBC, un antico strumento di origine romanica utilizzato, via via sempre più raramente, fino all’epoca di Bach, è stato recentemente ricostruito dai ricercatori dell’Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) e dell’Università di Edinburgo.

Il Lituus ha l’aspetto di una lunga (2.4 m) tromba di legno e produce un suono simile a quello della tromba, ma con pronunciate inflessioni vocali.

Purtroppo il video che in origine era parte dell’articolo non esiste più. Una versione del lituus leggermente diversa, più corta grazie anche alla curvatura finale, si può vedere in questo video.

Basso Profondo

Here are two short extracts of an exceptional record of Russian choral work (which includes anonymous ancient liturgical chant, popular folk songs, and music by well known Russian choral composers, such as Tchesnokov and Gretchaninov), introducing some of the lowest voices in the world. The two singers here are Vladimir Pasuikov and, with an even lower voice, Viktor Wichniakov, one of the most famous Basso Profondo, who are unique to Russian singing. Their vocal range is at least one octave below the normal bass range (think Paul Robeson). In the first extract the bass hits the low Ab1; in the second the bass hits a G1. Not only do they possess the lowest notes of any choral singer, but the soloists have such full voices that the effect is immediately striking.
Enjoy those exceptional samples of the magnificent Russian choral art!

Comunque, uno degli effetti collaterali di You Tube che mi colpisce maggiormente e in modo sfavorevole è il fatto che, ormai, per mettere in internet della musica si sia costretti a realizzare un video. Per es. questo post è musicale. Qui il video ha una importanza assolutamente marginale e se ne potrebbe benissimo fare a meno. Esiste solo per poter mettere il tutto su uno dei siti più cliccati dell’orbe terracqueo.

Oltre il loro Tempo (2): Spem in Alium

In Queene Elizabeths time there was a songe sent into England of 30 parts (whence the Italians obteyned the name to be called the Apices of the world) which beeinge songe mad[e] a heavenly Harmony. The Duke of ______ bearing a great love to Musicke asked whether none of our English men could sett as good a songe, & Tallice beinge very skillfull was felt to try whether he would undertake the Matter, which he did and mad[e] one of 40 p[ar]ts which was songe in the longe gallery at Arundell house which so farre surpassed the other th[a]t the Duke hearinge of the songe tooke his chayne of gold from of his necke & putt yt about Tallice his necke & gave yt him.

Ai tempi della Regina Elisabetta arrivò in Inghilterra un brano in 30 parti [cioè a 30 voci, nota mia] che creava una armonia paradisiaca (per cui gli italiani avevano ottenuto la più alta considerazione nel mondo).
Il Duca di ___ si era appassionato a questa musica e chiese se qualcuno dei nostri inglesi fosse in grado di scrivere un pezzo altrettanto bello. E Tallis, essendo molto esperto, fu ritenuto in grado di realizzare questo compito e ne fece uno in 40 parti che venne eseguito nella grande galleria di Arundel house e che superò di molto l’altro, al punto che il Duca, ascoltandola, si tolse la propria catena d’oro e la pose al collo di Tallis, donandola a lui.

TallisQuesto è quel poco che sappiamo della storia di Spem in Alium, il mottetto in 40 parti, scritto da Thomas Tallis verso il 1570 per 8 gruppi di 5 voci ciascuno.
Pensate che l’unico manoscritto di questo brano giunto fino a noi, ci è pervenuto solo perché, nel 1610, venne utilizzato durante la cerimonia di investitura a Principe di Galles di Enrico Stuart, figlio di Giacomo I di Inghilterra (era Giacomo VI di Scozia), con il testo rimaneggiato e tradotto in inglese (divenne Sing and Glorify, da lode a Dio a lode al sovrano; fortunatamente il testo originale è riportato alla fine della partitura).
Il brano non portò fortuna a Enrico Stuart, che morì di tifo a 18 anni, ma il fatto che venisse utilizzato in questa occasione testimonia della sua considerazione nella cultura del tempo.
Il Duca di cui si parla, potrebbe essere Thomas Howard, quarto Duca of Norfolk che finì sul patibolo nel 1572.

Secondo gli studiosi, l’opera in 30 parti a cui si allude nel testo è in realtà “Ecce beatam lucem” dell’italiano Alessandro Striggio, che, però, è a 40 voci (il 30 potrebbe essere un errore). In effetti, Striggio venne a Londra nel 1567 e nonostante non si sia trovato alcun accenno a una esecuzione di Ecce beatam lucem, Tallis potrebbe averlo conosciuto in questa occasione. Questa data, incrociata con quella dell’esecuzione del Duca di cui sopra, portano alla datazione del lavoro di Tallis.
Il brano di Striggio era per 10 cori a 4 voci e faceva largo uso dell’omofonia, secondo lo stile veneziano. Quello di Tallis, invece, è per 8 cori a 5, seguendo la configurazione del coro inglese (soprano, mezz’alto, controtenore, tenore, basso) e utilizza largamente l’imitazione tanto che, nelle prime 39 battute, il tema attraversa tutte le 40 voci, fino al possente “tutti” che fa venire i brividi e inizia a battuta 40.
Notate la coincidenza numerica? Ne esiste un’altra: la partitura è lunga 69 brevi e la somma delle lettere TALLIS nell’alfabeto latino è 69.
Il brano, comunque, è un tour de force a vari livelli, non ultimo quello ambientale. Se i cori sono piazzati circolarmente, seguendo la numerazione della partitura, allora in vari punti del brano il suono ruota letteralmente intorno al pubblico in senso orario all’inizio e in senso anti-orario verso la metà.
Inoltre Tallis sfrutta la distribuzione dei cori utilizzandoli anche in senso antifonico, suddivisi in 4 gruppi di 2 e in 2 gruppi di 4, con movimento sia est-ovest che nord-sud.
Nel finale, poi, dopo una breve pausa, i cori entrano tutti insieme sulla parola “respice” per concentrarsi nuovamente al centro e ri-espandersi in una intricata polifonia che sottolinea nel modo meno umile possibile la “humilitas” del verso finale.

La varietà e la quantità delle idee musicali che Spem in Alium contiene, ma soprattutto l’atmosfera che si crea nell’esecuzione, con il pubblico completamente circondato dai cori, ne fanno un’opera atemporale che ha ispirato parecchi autori contemporanei, fra cui Ligeti, Penderecky e Arvo Part.

Scarica la partitura dalla Choral Public Domain Library (InsiemeParti)
Ascolta “Spem in Alium”
MIDI File

Testo Originale in latino Traduzione Rifacimento del 1611 in inglese
Spem in alium numquam habui praeter in te
Deus Israel
qui irasceris
et propitius eris
et omnia peccata hominum in tribulatione dimittis
Domine Deus
Creator coeli et terrae
respice humilitatem nostram
Non ho mai riposto la mia speranza in altri che in te
Dio di Israele
che sarai irato
e poi indulgente
nel perdonare tutti i peccati dell’umanità sofferente
Signore Dio
creatore del cielo e della terra
considera la nostra umiltà
Sing and glorify heaven’s high Majesty,
Author of this blessed harmony;
Sound divine praises
With melodious graces;
This is the day, holy day, happy day,
For ever give it greeting,
Love and joy, heart and voice meeting:
Live Henry princely and mighty,
Harry live in thy creation happy.