Ritual Melodies è una composizione del 1990 di Jonathan Harvey realizzata all’IRCAM.
A dispetto delle sonorità, alcune delle quali a un primo ascolto possono sembrare strumentali, si tratta invece di pura computer music. Tutti i suoni sono generati e manipolati dal computer. Nessuno è stato campionato, se non per fini di analisi e risintesi.
Questo procedimento è stato attuato per creare un materiale sonoro in continua trasformazione. I suoni base del brano sono risintesi di strumenti di origine cerimoniale e/o rituale (es: oboe indiano, campane tibetane, flauto di bambù, frammenti vocali di diversa origine…) le cui caratteristiche vengono poi alterate in fase di sintesi per creare suoni intermedi.
A mio avviso è decisamente un bel brano, sia dal punto di vista compositivo che da quello tecnico. L’unico lato che per me è un po’ disturbante è costituito da alcune sonorità di tipica marca IRCAM, come quel maledetto scampanio sulle frequenze alte, che sarà anche bello a un primo ascolto, ma ormai si trova in quasi tutti i brani realizzati laggiù.
François Bayle, francese, nato nel Madagascar, allievo e poi assistente di Schaeffer (dal 58 al 62) è uno dei principali esponenti della musica concreta di cui porta avanti la tradizione anche oggi. Ha diretto l’INA/GRM (Marseille) dal 1975 al 1997. Lasciata la direzione dell’INA, ha fondato un proprio studio chiamato Magison in cui lavora attualmente.
Fra i fondatori del movimento acusmatico (musica in cui scompaiono sia l’oggetto generatore del suono che l’interprete). Acusmatiche erano le lezioni di Pitagora, che i suoi discepoli ascoltavano celato da una tenda, senza vederlo restituendo “all’udito la totale responsabilità di una percezione che normalmente si appoggia ad altre testimonianze sensibili”, come scriveva Pierre Schaffer nel suo “Traité des objets musicaux”. L’acusmatica isola il suono dal contesto visivo e lo propone come fenomeno di per se stesso.
Here you can listen to the Espaces inhabitables, d’après Bataille et Jules Vernes (1967)
Philippe Manoury è attualmente uno dei più importanti ricercatori e compositori francesi. Attivo da anni nell’area della musica elettroacustica, avvalendosi della collaborazione di Miller Puckette, ha scritto alcuni dei primi lavori per strumento e elaborazione effettuata totalmente in tempo reale (Jupiter, 1987 e Pluton, 1988, entrambi inseriti nel ciclo Sonus ex Machina).
Qui vi presentiamo due estratti di Neptune (op. 21, 1991) per tre percussionisti ed elettronica. I percussionisti suonano 2 vibrafoni MIDI, tam-tam e marimba e sono elaborati e contrappuntati in tempo reale.
I musicisti rappresentati sono in gran parte sconosciuti ai più, ma tutti sono impegnati ad estendere le possibilità di questo strumento spesso grazie anche all’inserimento dell’elettronica. E secondo me questo è uno dei casi in cui l’elettroacustica di confine supera nettamente la ricerca “accademica”. Mentre quest’ultima è ancora impegnata a porsi il problema dell’inserimento dell’elettronica in composizioni in gran parte acustiche, con relative problematiche come la standardizzazione della partitura, questi tipi, ai quali vanno sicuramente affiancati anche musicisti come l’Hans Reichel di qualche post fa e personaggi come Fred Frith, invece, agiscono.
Certo si può obiettare che forse il loro livello di progettualità è scarso, ma quando esiste la ricerca sonora, la progettualità la segue; è solo questione di elaborare delle idee a partire dai materiali sonori.
This is the equipment HK most typically uses when performing or recording
ELECTRIC GUITARS
Steve Klein Custom Electrics – Danny Ransom guitars – Modulus Graphite Neck guitars – Moonstone M-80 – Moonstone Z-80 – James L. Mapson 7-string – Tom Anderson Cobra – Tom Anderson Classic strat type – Rick Turner Model T
BASS GUITARS
Jerry Jones 6 string bass – Rick Turner Rennaisance fretless bass
Monteleone Eclipse – Dana Bourgeois Anniversey Model – Dana Bourgeois Bourgeois Blues – Stefan Sobell 12 fret – Bohmann 12 fret – Ralph Bown baritone – Ralph Bown 12 fret – Danny Ferrington baritone – Santa Cruz Koa D – Marc Silber K&S Leadbelly Model 12 string
AMPS
Dumble Overdrive Special – Dumble Steel String Singer – ADA Cobra – Fender Super Champ – THD V-Front – Trainwreck Rocket – Trainwreck Liverpool
Gordon Mumma è una figura storica della musica elettroacustica negli USA, Fondatore dell’Ann Arbor’s Cooperative Studio for Electronic Music con Robert Ashley, ha lavorato per la Merce Cunningham Dance Company (con John Cage e David Tudor) ed è stato membro della Sonic Arts Union con Ashley, Alvin Lucier e David Behrman.
Qui vi propongo due brani: Epifont (1984), un breve studio dalle sonorità sostenute scritto in memoria del compositore George Gacioppo e il monumentale Megaton for William Burroughs del 1963, che meriterebbe di essere visto più che ascoltato, dato che gli esecutori (Robert Ashley, Harold Borkin, Milton Cohen, George Manupelli, Joseph Wehrer, Tony Dey e Gordon Mumma) sono alle prese con varie sculture sonore.
Megaton for Wm. Burroughs is a theatrical live-performance electronic-music composition with ten channels of sound. An ensemble of electro-acoustical sculpture,performed by five players, is heard from four of the channels. Six channels of composed tape are heard from the remaining loudspeakers. The performance takes place in the center of the space, with the audience surrounding the sculpture ensemble. All ten channels are heard from loudspeakers surrounding the audience.
“The thunderous four-minute introduction begins abruptly with a blackout. As the introduction fades, the sculpture gradually becomes visible, illuminated so that the performers are isolated from each other in the space. The performers communicate with each other by means of aircraft headsets. This communication coordinates the performance and is not heard by the audience.
“The live-performance section with the sculpture, which grows out of the fading introduction, occupies nearly half of the piece. The performers, isolated in space but communicating by their headsets, develop an increasingly complex sound montage with the electro-acoustical sculpture. Invisible taut-steel wires above the audience carry speeding, projectile-like flashing objects. The movement of these objects sets the overhead wires into vibrating resonances which, when amplified, become part of the sonic montage.
“As the illumination fades near the end of this live-performance section, a drone emerges and becomes recognizable as that of an aircraft squadron. The isolated images of the performed sculpture evolve through the drone into the sounds of World War II bomber crews communicating with each other from isolated parts of their aircraft during the course of a raid.
“The piece has evolved gradually but directly from its thunderous, abstract beginning through the electro-acoustical montage and into a cinema-real air raid. A brief burst of heroic movie music introduces the closing sequence: in an entirely different part of the space, in an isolated pool of light a lone drummer quietly rides his traps.”
Keith Rowe, forse il prototipo dei chitarristi improvvisatori di scuola anglosassone, esegue un brano di Cornelius Cardew tratto dall’album “A Dimension of Perfectly Ordinary Reality” del 1990.
Solo prepared guitar recording from the AMM member who pioneered the table-top guitar technique in his free improvisations back in the ’60s and thus influenced everyone from Syd Barrett through to Fred Frith and Jim O’Rourke. A Dimension of Perfectly Ordinary Reality is a live recording of Rowe solo outside of the AMM context he shares with percussionist Eddie Prevost and pianist John Tilbury. The array of sounds that the Englishman coaxes from the mere six string instrument is phenomenal, and his art is to extend upon the prepared piano techniques pioneered by John Cage and apply them to the electric guitar. As ecstatic as Derek Bailey, the comparison stops there as Rowe scarcely even puts his fingers on the string, instead opting for radio feedback, arco, and any number of kitchen implements to attack the guitar. To the uninitiated this may sound like clattering mess of noise. A Dimension of Perfectly Ordinary Reality is certainly far from it, as the dexterity with which he approache…s abstraction is prodigal. It is no doubt then that everyone from Sonic Youth, Henry Kaiser, and even Frank Zappa could accredit Rowe as inspirational. His activities on recordings increased dramatically in the year 2000, with the proto-noise artist directing MIMEO and collaborating with improv mainstay Evan Parker on numerous recordings. This CD is a great document of one of his scarce solo performances.
[Martin Walters, All Music Guide]
Cornelius Cardew (Arr. K. Rowe) – Ode Machine No. 2
K. Rowe prepared guitar, voice
Recorded at the Holywell Music Room, Oxford on 5 July 1989
Audiogrammes è un brano di Benoit Moreau il cui titolo si rifà ai Calligrammi (poesie in forma grafica datate 1913) di Guillaume Apollinaire. Si tratta di musica in parte scritta e in parte improvvisata che esiste in due versioni:
AUDIOGRAMMES I : versione per quattro solisti
flauti dolci
sassofoni
percussioni
elettronica
AUDIOGRAMMES II: versione per quattro solisti e quattro ensembles
flauti dolci solo + flauto traversiere, violino, contrabbasso
sax solo + clarinetti, trombone, violoncello
percussioni solo + viola, percussioni
elettronica solo + pianoforte
Qui ascoltiamo Audiogrammes II, eseguita il 7 Giugno 2008 al Conservatorio di Ginevra.
Gli amici di USO Project pubblicano una intervista in tre parti con James Andy Moorer, uno dei pionieri della computer music, che potete trovare sul loro blog.