Nuova Consonanza

Led by pianist Franco Evangelisti the Gruppo performed as a collective from 65 -71. The focus was to expand both the sonic capabilities of their instruments, but also the sensitivity of each performer within the context of the improvisation. The result(s) remain some of the purist and elevated abstract explorations put to tape retaining both warmth and intelligence. Piano, percussion, double bass, trombone, cello, trumpet, etc are the tools for unparalleled types of aesthetic experiences I was led through and into. This could easily be described as difficult music but only if one remains on the surface of its architecture.

Nuova Consonanza was a brilliant and prolific composer’s collective exploring extended techniques and new sound sources through the medium of improvisation. Although very much a product of its time, their music remains timeless. They were instrumental in founding a radical tradition of western musical improvisation that owed little or nothing to anybody and created some of the strangest music ever made. They were utterly unique.
from John Zorn liner notes, NYC 2006

Consapevoli della rarefatta e marginale presenza della produzione contemporanea nel panorama concertistico romano degli anni ’50, un ristretto circolo di giovani compositori interessati alle avanguardie matura l’intenzione di fondare un’associazione destinata alla promozione e alla diffusione della musica contemporanea a Roma, convinti della necessità di scendere nel cuore della vita musicale romana ufficiale per far sentire una voce di dissenso e proporre nuove iniziative. Le associazioni concertistiche ufficiali, in quegli anni non favorivano la conoscenza e la diffusione della musica contemporanea se non in modo del tutto sporadico e casuale. Si delineò così la consapevolezza che soltanto muovendosi in prima persona, gestendo direttamente un’attività concertistica, in alternativa a quella esistente, potesse emergere la nuova musica. L’idea si concretizza nei primi anni ’60 ad opera di Mauro Bortolotti, Aldo Clementi, Antonio De Blasio, Franco Evangelisti, Domenico Guaccero, Egisto Macchi, Daniele Paris, Francesco Pennisi.
Il nome Nuova Consonanza, citazione di una celebre prefazione seicentesca di Ottavio Rinuccini, allude all’esigenza di aggiornamento permanente e, al tempo stesso, alla volontà di recuperare gli indirizzi marginalizzati dalle tendenze più radicali della musica internazionale.
Nata non come movimento omogeneo di pensiero, bensì come incontro di personalità molto diverse e musicalmente distanti, professionalmente già formate, Nuova Consonanza si fonda non su ideali estetici comuni, ma sulla necessità di svecchiamento della musica in Italia attraverso un’azione comune ai fini della diffusione della musica contemporanea, al di là delle posizioni personali e dei singoli itinerari linguistici.

Tra le molteplici iniziative sostenute, occupa un posto di assoluto rilievo il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza (GINC) sorto a Roma nel 1964 ad opera di Franco Evangelisti. Unico gruppo di improvvisazione formato esclusivamente da compositori, il GINC costituiva il punto di approdo di tutte le profonde mutazioni intervenute in quegli anni nel rapporto compositore-esecutore e mirava sovvertire l’assunto base dell’opera aperta (l’esecutore diventa compositore), trasformando il compositore in esecutore, attraverso un’operazione di identificazione permanente tra l’atto del comporre e l’atto dell’eseguire. Ne hanno fatto parte, accanto a Evangelisti e Carmine Pepe, un folto insieme di musicisti non italiani: Larry Austin, John Eaton, John Heineman, Roland Kayn, William O. Smith, Ivan Vandor.

Dal sito dell’Associazione Nuova Consonanza

Nuova Consonanza – Omaggio a Giacinto Scelsi (1976)

Franco Evangelisti (pno,percs)
Giancaro Schiaffini (tb)
Ennio Morricone (tpt. fl)
Giovanni Piazza (horn, fl, vln)
Egisto Macchi (percs, strings)
Antonello Neri (pno)

Statistiche natalizie

Matthew Guerrieri, sul suo blog Soho the Dog, ha esaminato centinata di inni mettendo in luce una differenza significativa fra i brani natalizi e gli altri: la maggior parte delle carole natalizie comincia sul 5° grado della scala.
Queste sono le statistiche:

Christmas hymns (39):

Scale degree 1: 13 (33.3%)
Scale degree 3: 7 (18.0%)
Scale degree 5: 19 (48.7%)

Non-Christmas hymns (518):

Scale degree 1: 233 (45.0%)
Scale degree 3: 84 (16.2%)
Scale degree 5: 196 (37.8%)
Other: 5 (1%)

Naturalmente sarebbe bello sapere il perché, se ne esiste uno.
Un lettore ha suggerito la spiegazione seguente: per celebrare il SOLstizio.
ROFL

La più antica canzone del mondo

harpscorSecondo il Prof. Anne Draffkorn Kilmer (professor of Assyriology, University of California, and curator at the Lowie Museum of Anthropology at Berkeley), quella che vedete potrebbe essere la partitura del più antico brano musicale attualmente conosciuto.
La tavoletta, che proviene dall’antica città assira di Ugarit (oggi Ras Shamra in Siria), risale a 3400 anni fa. Nella parte superiore si trova il testo, mentre la parte inferiore reca informazioni sull’esecuzione.
Il punto è che, sempre secondo l’interpretazione del Prof. Kilmer, la musica che ne esce è diatonica (scala maggiore ovviamente non temperata ma verosimilmente basata su una scala naturale) e armonizzata. Ho messo questi dati in neretto perché, se fossero veri, smentirebbero in un solo colpo ben due assunti della musicologia tradizionale: l’idea che le prime scale strutturate risalgano ai greci (2000 anni fa) e che le prime manifestazioni musicali fossero solo melodiche.

Musicovery

musicovery
Un altro oggetto carino che cerca di costruire un percorso di ascolto basandosi su un paio di categorie. Musicovery lavora con l’intersezione di mood (stato d’animo, carattere, da dark a positive) e energy (da calm a energetic). La selezione può anche essere ristretta a un certo genere e a un particolare periodo storico.
Funziona gratuitamente in low-fidelity (presumibilmente mp3 128 bpr, ma comunque buona per delle casse da computer) e a pagamento in high-fidelity.
Provatelo. Funziona anche con la classica (ma non con la contemporanea, ci saranno si e no 10 pezzi).
Secondo me il maggiore pregio di questi oggetti è quello di farti ascoltare cose che non avresti mai cercato da solo, ma che comunque si avvicinano ai parametri scelti.
È interessante spiarlo dentro e vedere come classifica i brani (info che l’utente normale non vede, ma io sì). Ogni brano è classificato secondo i seguenti parametri (riporto solo i principali; i valori che vedete qui sono quelli attribuiti a Gnossiennes di Satie).

artist=”Satie”
genre=”classique”
Mood_humeur=”143303″
Mood_energie=”37519″
Rythme_dance=”31266″
Rythme_tempo=”134835″
Orch_linearite=”847967″
Orch_energie=”0″

Come vedete lista il mood (con 2 valori), altri 2 valori per il ritmo (tempo è verosimilmente il metronomo e dance potrebbe essere una stima della ballabilità), infine 2 valori per la linearità e l’energia.
Ovviamente il problema è l’attribuzione di questi valori che, non essendo oggettiva, ma percettiva, dovrebbe essere fatta su base statistica con un gran numero di soggetti.
Infatti dipende anche da fattori non strettamente musicali. Per esempio, penso siamo d’accordo sul fatto che la Cavalcata delle Valkirie è un brano ad alta energia e piuttosto dark. Ma, se sull’energia non c’è discussione, sul mood può esserci. Io lo definisco dark perché conosco il contesto e so dove arriva nell’opera, ma se non lo sapessi? In altre parole, tutta la musica dei Black Sabbath è dark, ma non sapendo niente dei Black Sabbath e non potendo capire il testo, cos’è? L’unica risposta possibile viene da un test su molti ascoltatori.
In ogni caso, l’oggetto è divertente (adesso sto scrivendo con la sua colonna sonora, dopo aver selezionato classica, molto calmo, molto dark e in questo momento sto ascoltando l’adagio del concerto per piano #4 di LvB; poi arriva il Miserere dell’Allegri). Vale una visita e può diventare un giochino per passare un po’ di tempo.
Forse anche i DJ dovrebbero cominciare a preoccuparsi per il loro posto di lavoro.

Musica Discreta

discreet music
Da Discreet Music (1975), di Eno, ho sempre amato la prima variazione sul Canone di Pachelbel in Re maggiore, in cui, dopo l’inizio, le varie parti a poco a poco si sfasano.
È uno strano comporre in cui l’unico parametro utilizzato è il tempo. Ma a volte penso che il fascino del brano sia determinato più dalla bellezza del canone che dall’opera di Eno.

From Discreet Music, the first non-pop Eno album (1975), I always liked the first variation of Pachelbel Canon in D Major on which the instrumental parts go little by little out of syncro.
It’s a strange composing, working only with the time. But sometimes I think this piece’s appeal depends more on the canon’s beauty than on the Eno’s work.

Pop (?) music that I loved (4)

third ear band
Dal disco di Third Ear Band dedicato ai 4 elementi (1970), questo è Water.
From the Third Ear Band’s LP dedicated to four elements, this is Water.

Personnel

Paul Minns — oboe
Glen Sweeney — percussion
Ursula Smith — cello
Richard Coff — violin and viola

Pubblicato in Pop

Vox Balenae

Un brano acquatico ed evocativo questo Vox Balenae composto nel 1971 da George Crumb per flauto, violoncello e piano, tutti amplificati (non c’è trattamento audio; ci si limita all’amplificazione).
Ispirato a una registrazione di canti delle balene, il brano imita e trasfigura i suoni della natura, che divantano materiale da elaborare musicalmente.
C’è anche un aspetto teatrale: i musicisti devono indossare una maschera intesa a cancellare la loro umanità per portarli a impersonare le forze della natura. Inoltre, l’esecuzione dovrebbe avvenire in luce blu.
Di questa composizione Crumb dice:

The form of Vox Balenae (Voice of the Whale) is a simple three-part design, consisting of a prologue, a set of variations named after the geological eras, and an epilogue.
The opening Vocalise (marked in the score: “wildly fantastic, grotesque”) is a kind of cadenza for the flutist, who simultaneously plays his instrument and sings into it. This combination of instrumental and vocal sound produces an eerie, surreal timbre, not unlike the sounds of the humpback whale. The conclusion of the cadenza is announced by a parody of the opening measures of Strauss’ Also sprach Zarathustra.
The Sea-Theme (“solemn, with calm majesty”) is presented by the cello (in harmonics), accompanied by dark, fateful chords of strummed piano strings. The following sequence of variations begins with the haunting sea-gull cries of the Archezoic (“timeless, inchoate”) and, gradually increasing in intensity, reaches a strident climax in the Cenozoic (“dramatic, with a feeling of destiny”). The emergence of man in the Cenozoic era is symbolized by a partial restatement of the Zarathustra reference.
The concluding Sea-Nocturne (“serene, pure, transfigured”) is an elaboration of the Sea-Theme. The piece is couched in the “luminous” tonality of B major and there are shimmering sounds of antique cymbals (played alternately by the cellist and flutist). In composing the Sea-Nocturne I wanted to suggest “a larger rhythm of nature” and a sense of suspension in time. The concluding gesture of the work is a gradually dying series of repetitions of a 10-note figure. In concert performance, the last figure is to be played “in pantomime” (to suggest a diminuendo beyond the threshold of hearing!); for recorded performances, the figure is played as a “fade-out”.

 

Una delle canzoni più romantiche…

…che abbia mai sentito questa “This Is A Rebel Song” di Sinead O’Connor.
Qualcuno potrà obiettare che è anche una delle più melense (= spudoratamente sentimentali), ma non è vero. In realtà questa è davvero una canzone ribelle e di grande coraggio perché ai tempi in cui l’Ulster era in fiamme, un amore fra una ragazza irlandese e un soldato inglese era una cosa di cui non si poteva parlare.

I love you my hard englishman
Your rage is like a fist in my womb
Can’t you forgive what you think I’ve done
And love me, I’m your woman

And I desire you my hard englishman
And there is no more natural thing
So why should I not get loving
Don’t be cold englishman

how come you never said you love me
in all the time you’ve known me
how come you never say you’re sorry

i do

Oh please talk to me englishman
What good will shutting me out get done
Meanwhile crazies are killing our sons
Oh listen, englishman

I’ve honored you hard englishman
Now I am calling your heart to my own
Oh let glorious love be done
Be truthful englishman

Pubblicato in Pop

Mozart db online

A free Mozart database has been launched on the internet, with 24,000 pages of sheet music incorporating all the composer’s works.
The database also contains more than 8,000 pages of critical commentary, said Ulrich Leisinger, head of research at the International Mozart Foundation.
The site has had more than 1m hits since its launch on Monday. Next summer it hopes to make available 270 letters written by Mozart, some 100 original manuscripts and about 2,000 pages of texts accompanying many vocal works.
From The Guardian

Un grande database che contiene l’opera completa di Mozart (partiture, non audio) è stato messo in linea dall’International Mozard Foundation (Mozarteum).
Il db comprende circa 24.000 pagine di partiture e 8000 pagine di commento critico liberamente consultabili e scaricabili in pdf da questo sito.
Il problema, se ce ne è uno, è che la navigazione è tutta in tedesco, quindi vi diamo una dritta. Per arrivare ai pdf dovete cliccare sull’icona con la “i” (quadratino bianco con la i in rosso che significa inhaltverzeichnis, ovvero indice). Qui si apre un indice in cui accanto a ogni brano c’è la classica icona del pdf.
Entro la prossima estate si spera di mettere in linea anche materiale originale: circa 270 lettere e 100 manoscritti, oltre ad altre 2000 pagine di testi.
Fonte: The Guardian

African Autobahn

Sebbene Athletic Automaton di solito non mi entusiasmi, devo ammettere che trovo questo brano, tratto da “5 Days In Africa”, piuttosto accattivante.

Guitar & Lap Steel Guitar: Stephen Mattos
Originally from Providence, Rhode Island; an ex-member of Arab on Radar
Percussion: Patrick Crump
Originally from Kansas City, Missouri: an ex-member of Pellum 1-2-3 and Saturday Night Palsy

Athletic Automaton – African Autobahn

Pubblicato in Pop