PacBell Building

PacBell buildingQuesta incredibile costruzione Art Deco di 26 piani, con tanto di aquile che le danno un aspetto quasi neo gotico, si trova a San Francisco ed è vuota.

Costruito nel 1925 su progetto di Miller and Pflueger, il Pacific Bell Building è stato abbandonato nel 2005. Due anni dopo, la proprietà è passata nelle mani di una nota società di investimenti locale. La sua attuale destinazione non è chiara e varie incursioni fotografiche mostrano già chiari segni di degrado degli interni.

Le rovine di Detroit

Yves Marchand & Romain Meffre sono fotografi che si occupano di archeologia urbana e industriale.

Sul loro sito esibiscono tre bellissime gallerie dedicate rispettivamente alle rovine di Detroit, alle vestigia industriali della Germania Est e ai teatri abbandonati d’America. Sono tutte belle, ma la prima, per me, è la più interessante.

Sviluppatasi con il boom economico del dopoguerra legato principalmente all’automobile, Detroit era arrivata a 2 milioni di abitanti negli anni ’50, diventando la quarta città degli Stati Uniti. Oggi, con la General Motors molto vicina al fallimento, Detroit ha perso la metà dei suoi abitanti e la de-industrializzazione ha lasciato enormi monumenti alla decadenza che non vengono riconvertiti perché non ci sono investimenti in una città in decadenza. Semplicemente rimangono, tracce di uno splendido passato, monumenti sopravvissuti alla perdita della loro funzione.

Amo quella foto con il pianoforte…

Lego recreation

Prendete una serie di foto famose, ricostruitele in Lego e otterrete, per esempio, questo.

La quasi intera collezione è qui.

lego

lego

lego

lego

PS: il vedere gli omini della Lego impegnati a mimare queste azioni storiche mi dà una strana sensazione, un misto fra l’ilarità e l’incazzatura. Il punto è che gli omini Lego non hanno alcuna espressione, o meglio, hanno sempre la stessa espressione giocherellona e producono una scissione schizoide rispetto all’immagine originale. La cosa è particolarmente evidente nel caso di situazioni drammatiche come questa. This Associated Press photograph, “General Nguyen Ngoc Loan executing a Viet Cong prisoner in Saigon,” (February 1, 1968) won a 1969 Pulitzer prize for its photographer Eddie Adam (from wikipedia)

In questo senso segue la linea tracciata da molta arte pop postmoderna, come le varie versioni dell’Ultima Cena o la corrente cult following.

Sculture semoventi

Delle sculture semoventi mosse dal vento di Theo Jansen abbiamo già parlato 3 anni fa.

Questo scultore olandese ha delle idee geniali. Progetta e costruisce le sue opere con tubi di plastica e bottiglie abbandonate (sempre in plastica, materiali leggeri) e gli oggetti che ne risultano esibiscono movimenti sempre più naturali. Adesso ha un bel sito ricco di immagini che potete ammirare qui.

Un video di 10 minuti con particolari costruttivi

Sculture Sonore

sound sculpturesContinuo’s weblog recupera una bella incisione Wergo del 1985, ormai fuori catalogo, dedicata alle sculture sonore.

I costruttori degli oggetti sonanti rappresentati nel disco appartengono tutti all’area austro-tedesca, selezionati dal critico Klaus Hinrich Stahmer. Vi si trovano compositori come Anestis Logothetis, di origini greco/bulgare, naturalizzato austriaco, già noto per le sue partiture grafiche degli anni ’70, o costruttori di strumenti come Hans-Karsten Raecke, fino a Herbert Försch-Tenge, con un bel brano generato suonando le proprie sculture.

I singoli brani si possono ascoltare su UbuWeb, l’opera completa su Continuo’s weblog.

Alcuni estratti:

 

Piano Etudes

Piano Ètudes by Jason Freeman è un altro esempio di opera aperta via web in cui l’utente crea un brano seguendo un percorso fatto di frammenti. Andate qui.

Notate:

  • dopo aver scelto uno studio, cliccando “settings” potete vedere le note o il piano roll
  • cliccando “sharing” potete salvare la vostra creazione
  • potete apporre il vostro nome come autore accanto a quello di Jason Freeman cliccando “Anonymous”

Note dell’autore:

Inspired by the tradition of open-form musical scores, I composed each of these four piano etudes as a collection of short musical fragments with links to connect them. In performance, the pianist must use those links to jump from fragment to fragment, creating her own unique version of the composition.

The pianist, though, should not have all the fun. So I also developed this web site, where you can create your own version of each etude, download it as an audio file or a printable score, and share it with others. In concert, pianists may make up their own version of each etude, or they may select a version created by a web visitor.

I wrote Piano Etudes for Jenny Lin; our collaboration was supported, in part, with a Special Award from the Yvar Mikhashoff Pianist/Composer Commissioning Project. Special thanks to Turbulence for hosting this web site and including it in their spotlight series and to the American Composers Forum’s Encore Program for supporting several live performances of this work. I developed the web site in collaboration with Akito Van Troyer.

ArtBabble

Apre le porte in modo ormai stabile ArtBabble, un sito creato dall’Indianapolis Museum of Art e destinato a ospitare video dedicati all’arte provenienti da varie istituzioni (MoMA, SFMOMA, PBS, the New Public Library, etc).

Il sito esisteva in forma sperimentale dal 24 Gennaio, ma ormai ha brillantemente superato il periodo di prova e si pone come un punto di riferimento per i video artistici o dedicati ad argomenti collegati (interviste, profili, etc…).

Video di tal fatta, attualmente, esistono già su internet, per es. in You Tube, ma il fine di ArtBabble è quello di renderli disponibili in forma meglio organizzata e più pulita. Inoltre, gran parte del materiale è in alta definizione.