Information Mechanics

Un impressionante brano del chitarrista e improvvisatore Henry KaiserInformation Mechanics

Qui potete ascoltare l’intero album.

This is the equipment HK most typically uses when performing or recording

ELECTRIC GUITARS

Steve Klein Custom Electrics – Danny Ransom guitars – Modulus Graphite Neck guitars – Moonstone M-80 – Moonstone Z-80 – James L. Mapson 7-string – Tom Anderson Cobra – Tom Anderson Classic strat type – Rick Turner Model T

BASS GUITARS

Jerry Jones 6 string bass – Rick Turner Rennaisance fretless bass

SPEAKERS

JBL D-120JBL D-130

EFFECTS RACK

Lexicon MPX-1 – Eventide 3500 – Lexicon PCM-42 – Eventide 4000 – TC 2290 – Aleisis Midiverb II

PICKUPS

Alembic Activator – Bartolini – Sunrise – Turner

ACOUSTIC GUITARS

Monteleone Eclipse – Dana Bourgeois Anniversey Model – Dana Bourgeois Bourgeois Blues – Stefan Sobell 12 fret – Bohmann 12 fret – Ralph Bown baritone – Ralph Bown 12 fret – Danny Ferrington baritone – Santa Cruz Koa D – Marc Silber K&S Leadbelly Model 12 string

AMPS

Dumble Overdrive Special – Dumble Steel String Singer – ADA Cobra – Fender Super Champ – THD V-Front – Trainwreck Rocket – Trainwreck Liverpool

PICKGUARDS

Clown Vomit

Audiogrammes

Audiogrammes è un brano di Benoit Moreau il cui titolo si rifà ai Calligrammi (poesie in forma grafica datate 1913) di Guillaume Apollinaire. Si tratta di musica in parte scritta e in parte improvvisata che esiste in due versioni:

AUDIOGRAMMES I : versione per quattro solisti

  • flauti dolci
  • sassofoni
  • percussioni
  • elettronica

AUDIOGRAMMES II: versione per quattro solisti e quattro ensembles

  • flauti dolci solo + flauto traversiere, violino, contrabbasso
  • sax solo + clarinetti, trombone, violoncello
  • percussioni solo + viola, percussioni
  • elettronica solo + pianoforte

Qui ascoltiamo Audiogrammes II, eseguita il 7 Giugno 2008 al Conservatorio di Ginevra.

Benoit Moreau – Audiogrammes II

Anne Gillot: flûtes à bec
Laurent Estoppey: saxophones
Alexandre Babel: percussion
Benoit Moreau: composition, électronique

Il brano è scaricabile dall’Internet Archive

Zar di tutti gli artropodi

Jaekelopterus rhenaniaeCome ultimo post dell’anno, dedichiamo questa lunga improvvisazione, che sa di insetti e di palude devoniana, allo Jaekelopterus rhenaniae, il più grande artropode (insieme all’Arthropleura) che abbia mai mosso le chele sul nostro pianeta, circa 390 milioni di anni fa.

Al di là della dedica, questo è un altro brano in cui accostiamo alle sonorità sintetiche dei veri suoni di insetti che il sottoscritto ha pazientemente raccolto e pulito per una installazione fatta a Mantova l’estate scorsa. Questi suoni sono stati campionati, trasposti varie ottave in basso e rallentati, per portare in evidenza la loro struttura complessa che sfugge se li ascoltiamo alla velocità e alla frequenza a cui gli insetti li emettono e costituiscono l’ossatura della prima parte e il foreground della seconda.

Tellus

Tellus era una “rivista su audio cassetta” lanciata nel 1983 a New York e pubblicata solo su abbonamento con cadenza bimensile. Rimase attiva per ben 10 anni grazie ai finanziamenti del New York State Council of the Arts e del National Endowment for the Arts.

In questo periodo venne raccolto e pubblicato molto materiale della avanguardia americana e più tardi, europea. Oggi gran parte di questo audio viene riproposto dall’impagabile UBUWeb. Inoltre esiste un archivio di Tellus qui.

Nel frattempo, ascoltate alcuni brani. Come era tipico dell’epoca, parecchi sono vere aggressioni sonore che però hanno una carica e una energia che è difficile ritrovare attualmente.


Hans Reichel

UPDATE 2023

All’epoca della stesura di questo articolo (2008) Hans Reichel era ancora fra noi. Purtroppo è deceduto nel 2011.


Hans Reichel, chitarrista improvvisatore tedesco, ma anche liutaio, inventore di nuovi strumenti e tipografo.

Una sua recente invenzione è il daxophone. Si tratta di un idiofono dalla forma simile a una lama fissato a un blocco di legno che contiene uno o più microfoni a contatto. Pizzicato, percosso o trattato con un arco, il daxophone produce dei suoni simili alla voce umana, spesso umoristici.
L’altezza delle note viene variata con il dax: un blocco di legno con una parte tastata e un’altra liscia che, premuto sulla lama e inclinano, varia la lunghezza della parte vibrante, un po’ come un ponticello mobile. Lo si vede in azione in questo breve video e in altri simili.

Ma Reichel è anche noto per le sue sorprendenti elaborazioni della chitarra e del liuto che comprendono vari tipi di strumenti a doppio manico, come quello visibile nella foto.

Floating Under Ice

Floating Under Ice (aka Contemplating the Great Whale).

Un nuovo brano del nostro duo.
È un pezzo un po’ trance in cui una serie di oggetti sonori fluttua su una fascia continua.

NB: ancora una volta devo sconsigliarvi di ascoltarlo con gli schifosissimi altoparlantini del computer. Devo dire che sono stato molto indeciso se metterlo qui o meno, pensando a come sarà ascoltato nella maggior parte dei casi. Il problema è che, con altoparlanti di bassa qualità, la fascia in background maschera vari suoni e alcune frasi spariscono quasi completamente; il pezzo perde di definizione e profondità e tutto si confonde. Piuttosto scaricatelo e mettetelo su un cd. Sorry.

A trance piece by our free improvisation duo.
Please don’t listen through the little computer’s speakers.

Federico Mosconi: electric guitar, various effect processing
Mauro Graziani: Max/MSP laptop

Floating Under Ice (aka Contemplating the Great Whale)
Floating Under Ice

Dancing in the S.N.O.W. with Tanks

Dancing in the S.N.O.W. with Tanks (danzando nella neve con carri armati) è un altro brano del nostro duo che accosta le vibrazioni delle campanine ortodosse a sonorità di tipo industriale.
Il titolo viene da un mio antico ricordo: quello di un monastero ortodosso con intorno un parco, la neve alta, il vento e il fruscio dei passi della gente che si avvia verso la chiesa mentre diverse campanine suonano ripetutamente creando un sottofondo continuo, ma fuori, subito al di là del parco, si muovono carri armati.
Alla fine, quando i carri hanno preso posizione e i soldati entrano nel parco, io e la mia interprete siamo gli unici rimasti fuori ed è calata una pace minacciosa, ma sensibile, tanto che anche i soldati avanzano lentamente, attenti a non fare rumore…
(ciò non toglie che immediatamente dopo sequestrano la mia macchina fotografica e riducono la pellicola a un groviglio di plastica accartocciata)

NB: con la banda ridotta degli schifosissimi altoparlantini del computer se ne sente metà (forse meno). Mancano i bassi e gli acuti estremi e sia le fasce continue che gli intermezzi rumoristici perdono completamente di profondità. Sorry.

Federico Mosconi: electric guitar, various effect processing
Mauro Graziani: Max/MSP laptop

Dancing in the S.N.O.W. with Tanks