Amériques by Edgar Varèse arranged for 8-hand piano with pianists Jacob Greenberg, Amy Williams, Amy Briggs and Thomas Rosenkranz.
Archivi autore: Mauro
Rendezvous with Rama
In the 1970s, NASA’s Ames Research Center gathered artists and asked them to imagine how feasible space colonies, able to accommodate about 10,000 people, might look.
The results are here
Please note that Rendezvous with Rama by Arthur Clarke was first published in 1972. 😎
Via Boing Boing
BLADE RUNNER revisited
Video artist François Vautier made an experimental film in tribute to Ridley Scott’s legendary film “Blade Runner” (1982).
This film was made as a unique picture with a resolution of 60.000 x 60.000 pixels (about 3.6 gigapixels)
It was made with 167,819 frames from ‘Blade Runner’.
The artist explain
- first step : the “picture” of the film
I extracted the 167,819 frames from ‘Blade Runner’ (final cut version,1h51mn52s19i)
then I assembled all these images to obtain one gigantic image of colossal dimensions : a square of approximately 60,000 pixels on one side alone, 3.5 gigapixels (3500 million pixels)- second step : an illusion
I placed a virtual camera above this big picture. So what you see is like an illusion, because contrary to appearances there is only one image. It is in fact the relative movement of the virtual camera flying over this massive image which creates the animated film, like a film in front of a projector.
source : Blade Runner de Ridley Scott (the final cut)
duration : 1h51mn52s19i > 167819 frames >>
one picture / format psb : 60 000 X 60 000 : 3 540 250 000 pixels >> 3,5 gigapixels
compositing> logiciel : Combustion. Mac pro 2X 2.26 GHz Quad-Core Intel Xeon. nombre de layers : 1!
Note by me: 3.600.000.000 are 3.515.625 mega-pixels, so the title should be “> 3.5” not 3.6. But it’s only an academic question.
In my opinion, the interesting fact is that this is a whole film in a single image. All the 167819 frames from the film are in this mammoth image.
Edgar Mueller 3d painting
Now Moscow has a waterfall. It’s first Project (called Duality) of Edgar Mueller‘s new series “Unconditional Love” that took place under extreme environmental conditions in Moscow. Location: Tepli-Stan Mega Mall main entrance.
See also the video below.
I am standing in a line
A funny realization of Alvin Lucier’s “I am Sitting in a Room”, made by Christopher Penrose using the following text:
“I am standing in a long line at a crowded urban supermarket holding a bright yellow fly-swatter. I feel judged and mistrusted by many in the store as if I were brandishing a high-caliber firearm. There is even a dog here in the store barking at me. He knows that I am a premeditated killer of flies.”
16 iterations + original “spoken” text
Data Rape
Track 6 from E.A.R.’s 1998 “Data Rape”.
Circuit bending involves taking cheaply available electronic soundmaking toys (in this case mostly Texas Instruments’ “Speak & Spell” human voice synthesizing toys from the late ’70’s, but also applicable to all sorts of keyboards, effects boxes and samplers) and adding extra wires, knobs and switches to make new connections between parts of the internal circuitry and chips. This sends data and electronic signals to previously unrelated circuit board points – inducing through a strange sort of “Data Rape”- astounding new sounds, chance evolving compositions and textures, phoneme freezing and looping, random glottal pulse and phoneme generation, complex lattice filtering and unique pitch shifting techniques.
6 gradi ai Black Sabbath
Per ferragosto ecco qualcosa di divertente.
Come recita wikipedia, La teoria dei sei gradi di separazione è un’ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. Tale teoria è stata proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy in un racconto breve intitolato Catene.
Dato che Karinthy si limitò ad enunciare la teoria senza dimostrarla in termini rigorosi, si dovrebbe parlare non di una teoria, ma di una congettura che rimane tale ancora oggi, anche se vi sono evidenze sperimentali della sua correttezza.
Dopo un tentativo fallito di dimostrarla per via matematica negli anni ’50, nel 1967 il sociologo americano Stanley Milgram ideò un sistema sperimentale per testare la teoria, che egli chiamò “teoria del mondo piccolo“.
Selezionò casualmente un gruppo di americani del Midwest e chiese loro di mandare un pacchetto ad un estraneo che abitava nel Massachusetts, a diverse migliaia di chilometri di distanza. Ognuno di essi conosceva il nome del destinatario, la sua occupazione, e la zona in cui risiedeva, ma non l’indirizzo preciso. Fu quindi chiesto a ciascuno dei partecipanti all’esperimento di mandare il proprio pacchetto a una persona da loro conosciuta, che a loro giudizio avesse il maggior numero di possibilità di conoscere il destinatario finale. Quella persona avrebbe fatto lo stesso, e così via fino a che il pacchetto non venisse personalmente consegnato al destinatario finale.
I partecipanti si aspettavano che la catena includesse perlomeno un centinaio di intermediari, e invece ci vollero solo (in media) tra i cinque e i sette passaggi per far arrivare il pacchetto. Le scoperte di Milgram furono quindi pubblicate in Psychology Today e da qui nacque l’espressione sei gradi di separazione che divenne subito molto popolare grazie anche al film tratto dall’omonima commedia teatrale di John Guare plurireplicata a Broadway.
La spiegazione della faccenda si basa sul fatto che, in ogni rete di persone, esistono individui che agiscono come aggregatori, perché hanno un numero di contatti elevatissimo. Il primo impiego pratico della teoria, per esempio, venne creato da Brett C. Tjaden sotto forma di un software che usava l’Internet Movie Database per calcolare i collegamenti tra attori differenti.
Il collegamento era effettuato mediante i film. Per esempio, il collegamento fra gli attori A e Z è dato dal fatto che A ha lavorato in un film con M che ha lavorato in un film con K che, a sua volta, ha lavorato in un film con X, il quale, infine, ha recitato con Z. In questo caso, il grado di separazione fra A e Z è 4.
Questo software, centrato sull’attore Kevin Bacon, considerato come uno degli aggregatori nel mondo del cinema per l’elevato numero di pellicole a cui ha preso parte, tanto che il suo grado di separazione con altri attori è circa 3, è ancora in rete con il nome de “The Oracle of Bacon“. Qui, per esempio, si può scoprire che il “numero di Bacon” che lo separa da Alvaro Vitali è solo 2 in quanto quest’ultimo ha lavorato con Gassman in “Mortacci (1989)” e Gassman ha lavorato con Bacon in “Sleepers (1996)”.
Nel 2001 Duncan Watts, un professore della Columbia University, riprese per conto suo la ricerca e ricreò l’esperimento di Milgram su Internet. Watts usò una e-mail come “pacchetto” che doveva essere consegnato e, sorprendentemente, dopo aver analizzato i dati ottenuti dagli invii effettuati da 48.000 differenti persone residenti in 157 stati diversi, nei confronti di 19 “bersagli”, trovò che il numero medio di intermediari era effettivamente sei.
Da qui il diluvio. Nel 2006, per esempio, due ricercatori di Microsoft, sfruttando i log delle conversazioni attraverso MSN Messenger, hanno ricavato che in media fra due utenti del programma vi sono 6,6 gradi di separazione (vedi) e nel 2008 Discover Magazine ha pubblicato un pezzo intitolato “If Osama’s Only 6 Degrees Away, Why Can’t We Find Him?“.
Nel mondo scientifico è diventato popolare il Numero di Erdős creato dagli amici di Erdős come tributo scherzoso all’enorme numero di pubblicazioni da lui scritte in collaborazione con un gran numero di matematici diversi.
Esiste anche un social network, chiamato Digrii, in grado di calcolare il grado di separazione fra i suoi utenti e mostrare anche il percorso di connessione (tu sei amico di quello, che è amico di quell’altro … etc.).
In musica le applicazioni non sono state molte. C’è un programma su Radio3 (Sei Gradi, che vanta vari tentativi di imitazione fra le radio private) in cui si va da un artista all’altro in 6 passi. Qui sono disponibili molte puntate.
Ma adesso c’è anche un sito, 6 Degrees of Black Sabbath, che utilizza i database di Echo Nest e MusicBrainz per connettere due musicisti dell’area pop e/o jazz, utilizzando non solo la partecipazione a una canzone o a una band, ma anche altri tipi di relazione (parentela, nomi d’arte, composizioni…)
Così si scopre, per esempio, che anche fra John Coltrane e i Black Sabbath ci sono 6 gradi, ovvero:
Da | A |
Relazione |
John Coltrane | Ravi Coltrane | figlio |
Ravi Coltrane | Greg Osby | M-Base Collective |
Greg Osby | Jimmy Herring | Phil Lesh & Friends |
Jimmy Herring | T Lavitz | Endangered Species |
T Lavitz | Aynsley Dunbar | Jefferson Starship |
Aynsley Dunbar | Black Sabbath | ha composto Warning |
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Radulescu’s piano sonata no. 6
Horatiu Radulescu – Piano Sonata No. 6, Op. 110 “Return to the Source of Light”: I. Use Your Own Light
Ian Pace, piano
Presented here is Radulescu’s last piano sonata, commissioned by the English pianist Ian Pace and premiered at the TRANSIT Festival, Leuven, Belgium, in October 2007. This is the first movement, “Use your own light”. The initial rhythmic motif, a rhythm in a bar of 5+4+4+4, reiterates a low D, with propulsive material in the right hand breaking into higher registers like sudden shafts of lightning. Subsequent sections introduce polyphonic treatments of Romanian folk melodies, often in the form of mensural canons. These melodies recur in Radulescu’s later works. The movement builds steadily to an almost manic intensity, with the pianist taxed to the limits of his dexterity.
Totem
Philippe Manoury – Fragments pour un portrait (1998): 7. Totem
Ensemble Intercontemporain / Susanna Mälkki, conductor / IRCAM
Click here to read extended notes about the piece by the composer itself.
Nuit
Philippe Manoury – Fragments pour un portrait (1998): 4. Nuit
Ensemble Intercontemporain / Susanna Mälkki, conductor / IRCAM
Click here to read extended notes about the piece by the composer itself.