Perle ai porci?

Forse ne avete già sentito parlare…
Washington D.C., zona centrale (uffici). Sono circa le 8 di mattina di venerdì 12 gennaio. Un bianco dall’aria giovanile vestito in jeans, T-shirt e cappellino da baseball si piazza in una stazione della metro molto frequentata, tira fuori un violino dalla custodia, la posa davanti a sè nel classico atteggiamento del mendicante e si mette a suonare la Ciaccona di J.S. Bach.
E la suona da dio, perché lui è Joshua Bell, uno dei più acclamati violinisti contemporanei e il suo strumento è uno Stradivari da 3.5 milioni di dollari.
In totale suona 6 pezzi, per circa un’ora. Poi raccoglie i soldi e se ne va. La scena è filmata da camere nascoste. Si tratta di un esperimento ideato dal Washington Post (3 estratti del video su washingtonpost.com, UPDATE: ora il video è anche su You Tube, andate giù nella pagina).

In quell’ora passano 1097 persone, in gran parte impiegati di vario livello. Magari c’è anche qualcuno che ha pagato $100 per ascoltarlo alla Boston’s Symphony Hall solo tre giorni prima.
Soltanto in sette si fermano ad ascoltare per più di un minuto. 27 persone gli lasciano qualche moneta, per un totale di $32. Una sola persona lo riconosce.

Guardando il video avrete notato che l’acustica non è neanche malvagia e si sente benissimo che non è uno qualsiasi.
E allora?
Per quanto mi riguarda, sicuramente non avrei riconosciuto Joshua Bell, ma mi sarei fermato e gli avrei dato qualche dollaro. Lo dico perché mi è capitato con un violoncellista nella metro di S. Pietroburgo. Suonava troppo bene. Mi sono fermato per poi scoprire che era un membro dell’orchestra di stato a cui non pagavano lo stipendio da due mesi.
Quindi ipotizziamo che quelle 27 persone che gli hanno dato qualcosa abbiano pensato “che bravo… mi fermerei volentieri, ma faccio tardi al lavoro”.
E gli altri 1070? Ammettiamo che un’altra settantina abbia pensato la stessa cosa, anche se non gli ha dato niente. Ne resta sempre un migliaio.
Notate che si trattava di uno dei più acclamati violinisti viventi che suonava alcuni dei più grandi capolavori mai scritti con uno dei migliori strumenti mai costruiti. Roba da sindrome di Stendhal.
Ne consegue che, se nessuno è in grado di notarlo, evidentemente abbiamo un problema culturale non banale.

  • La nostra società non educa la gente a riconoscere e apprezzare la bellezza?
  • O ci costringe a ignorare ciò che ci sta intorno?
  • O ancora, dovremmo riaprire il secolare dibattito epistemologico su cosa sia la bellezza?

Che ne pensate?

50 anni

La computer music compie 50 anni.
Più o meno in questi giorni, nel 1957, presso i laboratori della Bell Telephone, Max Mathews faceva i suoi esperimenti di sintesi del suono con il MUSIC I, il primo sintetizzatore virtuale della storia, l’antenato di tutti i software di sintesi usati attualmente, come CSound o Max/MSP (così chiamato proprio in suo onore).
Nonostante non sia stato il primo caso di musica generata dal computer (in Australia il computer dello CSIRAC fu programmato per produrre musica già nel 1951), i programmi di Mathews furono i primi a creare uno standard e ad essere utilizzati da una comunità di musicisti via via sempre più vasta.
Il compleanno sarà celebrato con dei concerti presso il CCRMA, alla Stanford University dove Max, che ha da poco compiuto 80 anni, ricopre la carica di professor emeritus.

Mureau

John Cage’s lecture.
The lecture begins with reading of Mureau, the first part of “Empty Words”, which is based on a Thoreau text. The program concludes with a lengthy question and answer session that followed Cage’s appearance at the Cabrillo Music Festival in August 1977. It is often in addressing the public’s questions that Cage’s brilliance is most memorable, and this example is no exception. Of particular interest is his description of how he uses chance operations in his creative processes.

Una lezione tenuta da John Cage nell’agosto 1977.
Inizia con una esecuzione di Mureau, una lettura basata su testi di Henry David Thoreau, che, qualche anno dopo, diventerà la prima parte di Empty Words.
Mureau (1970) è descritto come

An I-Ching determined Collage of Quotes on Music, Sound & Silences from the Diaries of D.H.Thoreau

e in effetti il titolo è la giustapposizione della prima parte della parola Music e di quella finale di Thoreau.

Prosegue, poi, con una serie di domande del pubblico e relative risposte. Di particolare interesse, in questa seconda parte, la descrizione dell’utilizzo di operazioni casuali come parte del processo creativo.

from Internet Archive
Mureau can also be downloaded from UBUWeb in a 1972 execution.

Siberian Cutup Neofolk

https://ia803409.us.archive.org/10/items/apl012/apl012.jpg

Se volete un piccolo saggio di sperimentalismo siberiano ascoltatevi questi :-).
Gultskra Artikler, un duo formato da Alexey Devyanin aka Stud & Alexey Glazachev, entrambi di Novosibirsk, si definiscono Siberian Cutup Neofolk, ma il sound è di difficile definizione essendo un collage di suoni meccanici, elettronici e registrazioni in esterno.
Il tutto è pubblicato dalla netlabel THINNER/AUTOPLATE.
Qui trovate alcuni estratti dall’EP Gruppa Turistov, ma la cosa migliore è ascoltarlo interamente perché i brani si susseguono senza soluzione di continuità (circa 17 minuti).

Gultskra Artikler – Gruppa Turistov

Teplo Spokoyno I Yabloko
Punkt Gorod
Download

To Andrei Tarkovsky

Un altro brano di Artem’ev (Эдуард Артемьев) che mostra come la sua collaborazione con Tarkovsky non fosse poi così incidentale come alcuni sostengono.

Eduard Nikolayevitch Artemyev – Dedication To Andrei Tarkovsky

The Perilous Night

Un giusto titolo per Pasqua.
Qui abbiamo “The Perilous Night”, composto nel 1943/44 da John Cage per pianoforte preparato. Uno dei brani in cui è maggiormente evidente il carattere percussivo della preparazione del pianoforte.

John Cage – The Perilous Night (1943/44) – Benjamin Kobler prepared piano

Schnittke elettroacustico

 

An electroacoustic work by Alfred Schnittke published by russian label Electroshock records.

Che Alfred Schnittke avesse scritto anche della musica elettroacustica, sinceramente non lo sapevo. Ma la già citata etichetta russa Electroshock records, in questa antologia denominata “Electroacoustic Music Vol. IV,” che raccoglie musica elettroacustica russa realizzata fra il 1964 e il 1971, ha tirato fuori questo Steam, un brano di “drone music” decisamente apprezzabile.
Questo brano è stato realizato con l’ANS synthesizer, una macchina costruita in un’unica copia da Evgeniy Murzin e oggi conservata presso l’Università Lomonosov a Mosca. Vedi ANS synthesizer in wikipedia ita o eng.

Alfred Schnittke – Steam

Artemiev

Eduard Nikolayevitch Artemyev, nato il 30 Novembre 1937 a Novosibirsk, russo, è uno dei più importanti compositori dell’era dei sintetizzatori analogici (dal 1960 alla fine degli anni ’80). Dopo aver fatto parte della classe di composizione di Yuri Shaporin, presso il conservatorio di Mosca, è stato introdotto all’elettronica da Yevgeniy Murzin, uno dei primi a costruire un sintetizzatore nel 1958.
In occidente, è noto soprattutto per le colonne sonore dei film di Andrei Tarkovsky, Nikita Mikhalkov e Andrei Konchalovsky.
Grazie a Youtube, possiamo ascoltare la colonna sonora realizzata da Artemiev per Solaris di Andreij Tarkovsky, oggi ripubblicata in un CD che raccoglie estratti dai tre film di Tarkovsky musicati da Artemiev (Solaris (1972), Stalker (1979) e The Mirror (1975)), pubblicato dall’etichetta Electroshock, diretta da suo figlio Artemly.
Ovviamente tutti i suoni vengono da sintetizzatori analogici.

Beethoven in Morse

Qualcuno ricorda il codice morse? Quella serie di beep – beep – beeeeeep (punto – punto – linea) usata nelle telecomunicazioni per 160 anni, fino al suo definitivo pensionamento negli anni ’90?
Andate a vedervi questa simpatica animazione che gioca sul mettere in morse Beethoven. Cosa, peraltro, che ha un riferimento storico perché, durante la 2a guerra mondiale, le trasmissioni della BBC dirette alla Francia occupata iniziavano con le prime 4 note della 5a perché il famoso fa-fa-fa-re era punto-punto-punto-linea che in morse era V, come victory.

Red-shifted Harmonies

 

DAC Crowell is a 41 composer from Illinois.
He hate describing his music, but he say

As for the sound of my own work, it often employs sounds that change _very_ slowly over time. So there are a lot of drone-type elements, things which appear to repeat, and the like…but the real fact is that there are very slow permutations going on, usually at a rate slower than most listeners’ perceptions. I also like a very ‘immersive’ sound, something which surrounds and envelops the listener. At first, this might seem like I’m trying to do something ‘New Age’, but I don’t think the term applies at all because I often like to add ‘noisy’ elements to my works, or use an overall feel that’s darker than the average fluffy New Age sound.

DAC Crowell è americano. Ha 41 anni e compone dei brani in lenta evoluzione pubblicati dalla netlabel Magnatune. Ha studiato.
Nella sua pagina in Magnatune trovate molte informazioni.
Mi piace la sua dichiarazione di amore per le onde corte. È una cosa che da bambino ho provato anch’io: passavo ore a giocare con la radio.

Years and years ago, around the same time I was first learning piano as a small child, I also encountered the shortwave radio. It fascinated me…this box of strange sounds, pulsations, voices from other places phasing in and out. And then later in the 1960s, I heard the first stirrings of the Moog synthesizer…and others as well, as I attended a concert given by David Rosenboom while still in the second grade, with him performing his meditative style of electronics on a massive ARP 2500 rig. I suppose it was that formative experience that cemented what I was to try and do in my life.

Dall’album omonimo del 2003, Red Shifted Harmonies.