Inutili protezioni

key
La chiave “segreta” di cifratura che, secondo le intenzioni delle major, avrebbe dovuto proteggere dalla copia i nuovi DVD in alta definizione (standard HD-DVD) è stata decodificata e pubblicata su internet.
Come nel caso dell’algoritmo e della chiave dei DVD, la MPA (Motion Picture Ass.) si è affrettata a mandare diffide per bloccarne la pubblicazione e come in quel caso, le diffide hanno ottenuto l’unico effetto di diffondere la chiave su migliaia di siti.
Come in quel caso, poi, il testo della chiave, costituito da una serie di numeri in esadecimale, è stato codificato in modo da non violare l’ordinanza dei tribunali, che vieta la pubblicazione dei numeri. Al tempo del DVD, infatti, l’algoritmo e la chiave apparvero in centinaia di formati: inseriti in immagini, cantati in una canzone, recitati da un attore shakespeariano, stampati su una maglietta, trasformati in MIDI file che produceva musica insensata, ma che, visto come serie di numeri, era la chiave e così via, come testimonia questa Gallery of CSS Descramblers mantenuta dalla Carnegie Mellon University.
Così sta andando adesso. Un tipo particolarmente perverso ha perfino notato che, se si introduce la chiave incriminata come testo di ricerca sul sito della stessa MPA, viene prodotta una pagina che contiene la suddetta chiave nella scritta “No pages that matched your query [chiave] were found”.
In tal modo proprio il sito della MPA generava una pagina che conteneva la chiave la cui diffusione loro stessi avrebbero voluto bloccare e quindi diventa passibile di diffida!.
Ma c’è anche chi sostiene che anche questa diffusione di un “segreto” è in realtà pilotata dai produttori di masterizzatori HD-DVD. La presenza in rete di una massiccia quantità di film sprotetti, infatti, darebbe una spinta decisiva a questo standard rispetto al rivale Blue Ray, incrementando notevolmente la richiesta di masterizzatori, in una guerra industriale in cui, come ho già fatto notare, noi utenti siamo semplici ostaggi.

Il duro lavoro del sound designer

This video shows how to create sounds of bodies being crushed, ripped open and torn asunder, by abusing of vegetables.
Note the microphone always very close to the object, to record a strong and clear sound.

Questo video mostra come ottenere rumori di corpi spiaccicati, smembrati, eccetera, abusando di frutta e verdura.
Notate come il microfono sia sempre molto vicino all’oggetto, per ottenere un suono forte e molto presente.

from darkSector

Beethoven in Morse

Qualcuno ricorda il codice morse? Quella serie di beep – beep – beeeeeep (punto – punto – linea) usata nelle telecomunicazioni per 160 anni, fino al suo definitivo pensionamento negli anni ’90?
Andate a vedervi questa simpatica animazione che gioca sul mettere in morse Beethoven. Cosa, peraltro, che ha un riferimento storico perché, durante la 2a guerra mondiale, le trasmissioni della BBC dirette alla Francia occupata iniziavano con le prime 4 note della 5a perché il famoso fa-fa-fa-re era punto-punto-punto-linea che in morse era V, come victory.

Zur Farbenlehre

Zur Farbenlehre (the theory of colours) is a film by Steven Jones.
The footage for this film was shot entirely using the video camera on a Nokia N73 mobile phone. The footage was subsquently repeatedly rendered and effected through software on a standard PC, prior to editing. The soundtrack is ‘Vladivostok’ by Sonmi451.

Date un’occhiata a questo filmato. L’ho trovato abbastanza affascinante nella sua lentezza.
Il titolo significa “la teoria dei colori”. Le immagini sono state girate da Steven Jones con la videocamera di un cellulare Nokia N73 e successivamente virate ed elaborate via software.
La colonna sonora è “Vladivostok”, un brano di Sonmi451.

[via Rhizome.org Artwork]

KPN Telecom building

L’edificio della KPN Telecom, situato a Rotterdam e progettato da Renzo Piano è dotato di uno schermo monocromatico di 2922 m2 formato da 896 lampade quadrate disposte in una griglia di 22*41 che creano una immagine o animazione di m 37.8 di larghezza e 72 m di altezza.

The KPN Telecom building, situated in Rotterdam NL and designed by Renzo Piano, is equiped with a unique monochrome, 2922 m2 screen consisting of 896 square lamps in a 22*41 grid creating a w37.8m * h72m image or animation.

South Park e il 9/11

Sounth ParkI malefici e simpaticissimi ragazzini di South Park sono originali anche sul 9/11.
Nell’episodio 1009, “Mystery of the Urinal Deuce”, qualcuno defeca nell’orinatoio della scuola e Mr. Macey vuole che salti fuori il colpevole. Cartman suggerisce che si tratti di un complotto, “proprio come quello del 9/11”, ma su questo gli altri gli danno dello scemo.
Allora Cartman fa un’indagine che poi presenta alla classe, riuscendo a convincere tutti che si tratta di un complotto e il colpevole è Kyle. Qui inizia la solita storia complicata (potete leggere il plot qui) durante la quale i ragazzini entrano in contatto con i principali gruppi complottisti e in un primo tempo sembra che ci sia veramente il governo dietro il 9/11.
Ma alla fine salta fuori la verità. Le teorie del complotto sono un complotto del governo, con Bush che ammette: “la gente deve pensare che noi siamo dietro anche agli attentati, altrimenti risulterebbe chiaro che non riusciamo a controllare niente”.

La guerra dei mondi (quella vera)

monumento
Il 30 ottobre 1938 un’ondata di isteria ha colpito gli ascoltatori di una trasmissione radio in cui un annunciatore descriveva, in diretta, lo sbarco e l’attacco alla terra di astronavi provenienti da Marte.
Era “La Guerra dei Mondi”, radiodramma messo in scena da Orson Welles basandosi sul romanzo di fantascienza di H. G. Wells.
Migliaia di persone in New Jersey e a New York abbandonarono le proprie case lanciandosi in auto verso ovest nel tentativo di sfuggire a dei marziani virtuali mentre altre migliaia tempestavano di chiamate la polizia e i pompieri.
Nell’immagine vedete il monumento che ricorda la trasmissione, posto sul luogo del finto sbarco (cliccate sull’immagine per ingrandire).

Qui potete ascoltare la trasmissione stessa in formato MP3.
Come potete sentire il programma era ben congegnato. All’inizio simulava una trasmissione di musica leggera che veniva ogni tanto interrotta da annunci e interviste su quanto stava accadendo. Via via, la descrizione degli avvenimenti diventava sempre più incalzante e drammatica. Il momento in cui i marziani attaccano, si sentono urla e la trasmissione si interrompe di colpo lasciando un buco di qualche secondo, poi, è un bel colpo di teatro (minuto 17 circa).
Oggi possiamo capire perché si sia scatenato il panico. La CBS inserì un annuncio che avvisava che si trattava di un radiodramma una sola volta nel 55 minuti di trasmissione e chi si collegava senza aver sentito la presentazione iniziale cadeva di colpo nel dramma.

La cosa buffa è che lo stesso Welles, non aveva minimamente previsto quelle che sarebbero state le reazioni del suo pubblico; non aveva intenzione di creare uno scherzo, come talvolta si crede, e finita la trasmissione si recò in un teatro vicino per prendere parte alle prove serali di uno spettacolo, venendo a conoscenza del putiferio che la sua interpretazione aveva scatenato soltanto il giorno dopo.
Oltretutto, Welles pensava che l’adattamento fosse noioso, e non avrebbe voluto proporlo, se non fosse che fu costretto ad usarlo perché si ritrovava senza altro materiale interessante a disposizione.

Furono le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottostimato l’estensione della vena di follia della nostra America.
Orson Welles

In effetti, tutto avvenne nel giro di pochi minuti perché, proseguendo nell’ascolto, sarebbe stato chiaro che si trattava di un racconto da particolari come la distruzione delle città e altre cose simili.
A dire il vero, gli autori avrebbero dovuto quantomeno essere cauti. Non era il primo programma del genere. Nel 1926 un finto reportage di Ronald Knox su una rivolta a Londra venne trasmesso dalla BBC creando un certo panico in città (ma il panico inglese è niente rispetto a quello americano).

L’Universo non è user friendly anche se lo sembra

kakophone

Signore e signori, vi presento il Kakophone.
Questo divertente sintetizzatore virtuale genera una quantità infinita di suonerie personalizzate in diversi stili. Poi ve le manda al vostro indirizzo email. Tutto gratis. In cambio vi chiede solo di iscrivervi a una newsletter, verosimilmente pubblicitaria, che poi potete annullare.
L’oggetto è effettivamente molto simpatico. Fa un sacco di rumorini graziosi. Immagino che torme di ragazzini si siano immediatamente fiondati sul sito. Provatelo anche voi. Però, prima, seguite questo ragionamento.

Dunque, per prima cosa il kakophone vi chiede il vostro numero telefonico che appare sotto forma di bar-code nell’immagine (sulla destra sotto alla freccia; 789… non è il mio). Il numero serve come base per un generatore di numeri casuali ed è quello che assicura che una suoneria non possa essere duplicata. Dal punto di vista informatico è corretto. Ovviamente potete dare un numero qualsiasi, ma di solito non ci si pensa. Anch’io ho dato il mio.
Poi voi giocherellate con l’oggetto. Generate un po’ di suonerie e ne scegliete una. A questo punto il programma te la deve inviare come file perché tu possa caricarla nel telefono e ti chiede nazionalità, marca e modello del telefono e email.
E qui mi sono bloccato. Perché, così facendo, il sito conosce e associa

  • la mia nazionalità
  • il mio numero di telefono
  • la mia email
  • marca e modello del mio telefono

Non male. Vi rendete conto? Va bene che non può esserne sicuro e io sono tendenzialmente paranoico, ma le vie di internet sono infinite…