Zar di tutti gli artropodi

Jaekelopterus rhenaniaeCome ultimo post dell’anno, dedichiamo questa lunga improvvisazione, che sa di insetti e di palude devoniana, allo Jaekelopterus rhenaniae, il più grande artropode (insieme all’Arthropleura) che abbia mai mosso le chele sul nostro pianeta, circa 390 milioni di anni fa.

Al di là della dedica, questo è un altro brano in cui accostiamo alle sonorità sintetiche dei veri suoni di insetti che il sottoscritto ha pazientemente raccolto e pulito per una installazione fatta a Mantova l’estate scorsa. Questi suoni sono stati campionati, trasposti varie ottave in basso e rallentati, per portare in evidenza la loro struttura complessa che sfugge se li ascoltiamo alla velocità e alla frequenza a cui gli insetti li emettono e costituiscono l’ossatura della prima parte e il foreground della seconda.

4’33” again and again

Un video in cui David Tudor itself esegue 4’33”, registrato molto probabilmente per una TV giapponese.

La cosa più buffa è il messaggio che scorre in sovrimpressione:

You are invited to turn down the volume of your TV set, and listen to the ambient sounds present wherever this program is performed.

Non si capisce perché abbassare il volume della TV se il brano è silenzioso, come se gli eventuali suoni trasmessi dall’apparecchio non fossero degni di essere ascoltati.

Little Drummer Boy

YouTube è pieno di sorprese. Per un post-natale alquanto melenso eccovi una clip di 30 anni fa: 1977, David Bowie e Bing Crosby cantano in duo The Little Drummer Boy, una canzone natalizia americana della peggior specie che parla di

a poor young boy who, unable to afford a gift for the infant Jesus, plays his drum for the newborn with the Virgin Mary‘s approval. Miraculously, the baby, although a newborn, seems to understand and smiles at the boy in gratitude. [wikipedia]

Nota del 2024
Questo non è il video originale del 2008. Cioè, la parte video è quella, ma nell’originale i due cantavano a cappella (trad: senza alcun accompagnamento orchestrale).
Nella versione attuale, invce, è stato inserito un accompagnamento orchestrale e la vecchia versione non si trova più.

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SHSK’H

La giovane netlabel SHSK’H (pronuncia ssshhk’ah aspirata), è ormai defunta ma si trova sull’Internet Archive. Nata nel 2007 a New York da Jody Pou and Igor Ballereau proponeva da subito lavori di qualità, seppure di generi diversi, distribuiti in CC e scaricabili liberamente.

Il primo volume contiene musica per ensemble o per piano solo dello stesso Ballereau, molto delicata e piena di silenzi. Non priva di fascino, almeno per me che ascolto nel silenzio della notte. Gli strumenti più o meno utilizzati nei vari brani sono voci, pianoforte, chitarra, violino, viola, violoncello, percussioni.
Da qui ascoltiamo Frottola per voce, piano, chimes, violino, viola, cello.

La seconda release è composta da tre brani di musica tradizionale giapponese per voce e koto eseguita da Etsuko Chida. Affascinante e leggermente aliena per noi a causa delle differenze di intonazione rispetto alla nostra scala.
Da qui vi propongo Shiki no Fuji (il monte Fuji nelle quattro stagioni).

Sul sito di SHSK’H su IA trovate anche le releases seguenti.

Multiplication Virtuelle

Un brano per percussioni e live electronic di Mei-Fang Lin (1973), compositrice cinese di Taiwan attualmente negli USA.

Note di programma:

Multiplication Virtuelle (2003) is a musical work written for solo percussionist performing on a wide array of pitched and non-pitched acoustic instruments. Audio signals taken from microphones placed in close proximity to each instrument are used to control a real-time computer-based electroacoustic component. The percussionist plays and interacts with the electronic part that is triggered by the percussion attacks. The intensity of each attack is used to control the playback rate of the stored samples; in other words, the pitch of the sample is determined by how loud the percussionist plays. The execution of the electroacoustic score is managed by the computer in real-time using Max/MSP, a graphical software environment for music, audio, and multimedia.

As implied by the piece’s title and instrumental setup, ideas of circular motion and repeated patterns come into play in both the surface material in the music and the global structure of the piece itself. Specific rhythmic patterns are repeated (or, in a more visual sense, multiplied) before moving on to new but related patterns. The structure proceeds in a circular motion in how its rhythmic patterns evolve. The piece also thwarts the audience’s musical expectations by blurring the distinction between sample-based sounds and their acoustic counterparts. This effect is enhanced by carefully establishing and then breaking the connections between simultaneous visual and aural events.

Multiplication Virtuelle is dedicated to the percussionist Jean Geoffroy, who premiered the piece in 2004 in Paris. The work was funded in part by the Composer Assistance Program of the American Music Center.

  • Mei.Fang Lin, Multiplication Virtuelle (2003) per percussioni e live electronic.
    Jean Geoffroy percussioni

Cosmic Pulses

Cosmic Pulses, ultimo lavoro di Stockhausen, presentato nel maggio 2007 a Roma in prima assoluta. Si tratta di musica elettronica che va a rappresentare la 13ma ora di KLANG (le 24 ore del giorno nella cosmogonia stockhauseniana). Il brano è composto da 24 loop melodici, ognuno dei quali ha un diverso numero di altezze, fra 1 e 24, distribuite su 24 registri per un totale di circa 7 ottave. Ciascun loop ha anche una diversa velocità di rotazione (ciclo) compresa fra 240 e 1.17 ripetizioni al minuto.

Gli stessi loop sono sovrapposti iniziando dai più bassi per terminare con i più alti, con tempi che vanno dai più lenti ai più veloci e terminano nella stessa sequenza. È facile immaginare che tutto ciò dà luogo ad una fascia il cui movimento va dal registro basso a quello più alto, con velocità sempre maggiore e densità dapprima crescente e poi calante, via via che gli strati finiscono.

Per rendere meno ovvia la cosa, però, ad ogni loop vengono applicate delle leggere variazioni di velocità e dei glissandi abbastanza stretti intorno alle melodie originali. Inoltre la varsione da concero è distribuita su 8 canali audio e ogni loop descrive una diversa traiettoria spaziale (24 in totale), Traiettorie che, ovviamente, vanno perse in questa versione stereo. Qui trovate una descrizione accurata..

Ho appena terminato un primo ascolto e personalmente trovo il tutto abbastanza prevedibile e deludente. Anche le sonorità mi sembrano vecchie. Immagino che le cose cambino parecchio in concerto con 8 casse e un bel volume, ma questo non fa altro che dissuadermi ulteriormente dall’acquisto del CD.

Mi viene anche in mente che altri brani di Stockhausen sono stati spazialmente ridotti per andare su disco: dal glorioso Gesange (orig. 5 canali) fino a Sirius, ma in quei casi la pregnanza del materiale era tale che la musica non ne soffriva più di tanto…

Enchanted Preludes

Elliot Carter, Enchanted Preludes (1988)

Enchanted Preludes is a birthday present for Ann Santen, commissioned by her husband, Harry, and composed in gratitude for their enthusiastic and deeply caring support of American music. It is a duet for flute and cello in which the two instruments combine their different characters and musical materials into statements of varying moods. The title comes from a poem of Wallace Stevens: The Pure Good of Theory, “All the Preludes to Felicity,” stanza no.7:

Felicity, ah! Time is the hooded enemy,
The inimical music, the enchanted space
In which the enchanted preludes have their place.

The score was given its first performance by Patricia Spencer, flute, and André Emelianoff, cello, of the Da Capo Chamber Players in New York, on May 16, 1988.
[Elliott Carter]