Questa gioielleria steampunk non è niente male e non è nemmeno cara.
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Finale alternativo
Grazie a Lemi per aver segnalato questo finale alternativo del film Io sono leggenda, che, peraltro, sembra essere quello vero, cioè quello che era nelle intenzioni originali del regista prima che la produzione lo facesse a pezzi. Così il film diventa più sopportabile. Ciò nonostante resta sempre chilometri lontano dal libro di Richard Matheson, ma probabilmente non è corretto confrontare libri e relativi film.
È interessante, comunque, osservare alcune differenze fra libro e film, magari secondarie, ma certamente significative. Per esempio
- nel libro, Neville (il protagonista) è un fumatore e un alcoolizzato; nel film è politically-correct;
- nel libro Neville ascolta Beethoven; nel film Bob Marley;
- il libro non offre speranze alla razza umana: Neville è veramente l’ultimo essere umano.
Ma la differenza maggiore sta proprio nel finale. Nel libro c’è uno splendido colpo di teatro: il romanzo si chiude con un papà “mostro” che sta raccontando al figlioletto “mostriciattolo” la storia di Neville, l’ultimo essere umano che ha ucciso tanti di loro e che per questo è stato catturato e giustiziato. Così i “mostri”, che nel libro sono veri e propri vampiri e non generici simil-zombie, si rivelano capaci di provare sentimenti e costruire una struttura sociale.
Proprio questa è la spiegazione del titolo: Neville diventa una leggenda per i “mostri”, mentre nel film lo è per gli umani superstiti che ricostruiranno la nostra civiltà.
Questo finale, invece, si avvicina un po’ più alle tesi del libro, riconoscendo ai mostri una sia pur minima capacità di provare dei sentimenti.
Infine, vi segnalo un altro film la cui trama è molto simile a Io sono leggenda, ma in cui il tema è affrontato con maggior realismo. Si intitola 28 giorni dopo. (ma il trailer non gli rende giustizia e come al solito, è migliore il libro.
La via più breve
Se non fosse per il fatto che, come in Inghilterra, si viaggia dalla parte sbagliata della strada, guidare in Giappone sarebbe bellissimo. Ma il problema della sinistra non esiste sulle tangenziali, dove le corsie sono separate da un muro.
Quando la densità abitativa raggiunge i livelli giapponesi, l’unico modo di costruire strade a percorrenza veloce è farle passare sopra le case. Le cosiddette tangenziali viaggiano in aria e il traffico scorre in un limbo gestito da divinità lontane.
Una tendenza che deve fare sempre i conti con lo sviluppo verticale delle grandi città. Così le strade girano intorno alle costruzioni, si avvolgono su sé stesse, si dividono e si ritrovano in un flusso che sembra liquido.
Ma, a volte, l’edificio non può essere aggirato né demolito e così non resta altro che passarci attraverso. Qui, a Osaka, la società che costruiva la tangenziale ha semplicemente affittato tre piani e ci ha fatto passare la strada.
Cliccate sulle immagini per ingrandire. Vedi anche Googlesighting.
Via Darwin
Le truppe dell’impero
Stormtroopers e cops londinesi si guardano male in una strada di Londra.
Grand pianos on the beach 2
Questi pianoforti immensi abbandonati sulla spiaggia dell’isoletta olandese di Schiermonnikoog, mi piacciono sempre di più.
Rispetto al post dello scorso luglio, ho nuove informazioni. L’autore è Florentijn Hofman e il titolo è Signpost 5 (Paal 5 in fiammingo) perché l’opera è stata concepita per celebrare il quinto anniversario dell’International Chamber Music Festival che si tiene sull’isola.
Update: avete notato, nella prima immagine, la scritta Hofman & Sons?
Mi fa piacere notare che i pianoforti sono sopravvissuti all’inverno, alle piogge e alle maree. Ecco delle nuove immagini e un grande panorama (cliccate le immagini per ingrandire).
Spettro Elettromagnetico
Non male questo atlante dello spettro elettromagnetico (l’originale era interattivo).
An interactive visualization of the Radio Spectrum, and a database of artistic and social interventions that have been developed in the last decades that employ radio technologies. Projects are catalogued according to the frequencies they occupy.
AES was designed and developed by Bestiario with Irma Vila and Jose Luis de Vicente for the AV festival (New Castle) and CCCB (Barcelona).
Io però ho qualche perplessità sull’effettivo significato artistico di una operazione di questo tipo. È un’ottima visualizzazione, ma non c’è nessuna interpretazione. Praticamente mi comunica dei dati scientifici in una bella forma, godibile. Potrebbe essere una nuova interfaccia per ricevitori, ma ogni tanto ho la sensazione che l’etichetta di arte venga applicata con estrema facilità.
D’altra parte, l’arte informativa esiste e ha un senso evidenziare dei dati di fatto sconosciuti ai più (anche qui ne abbiamo parlato). In un suo scritto nemmeno tanto recente, Eno proponeva l’installazione di enormi schermi che mostrassero in tempo reale i dati sul pianeta e sul cambiamento climatico.
Per finire, questa è una buona introduzione allo spettro elettromagnetico, senza alcuna velleità artistica. Si tratta di una playlist in 8 parti di origine NASA, con commento tradotto in italiano dall’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica). Cliccate l’icona in alto a dx per vedere le altre parti).
Barcode
Non c’è dentro il mio nome, ma ci sono sesso, nazionalità, età, altezza, peso.
Trattasi di un lavoro di Scott Blake:
Scott Blake takes barcodes and turns them into art – art that is simultaneously pop and op, intellectual and personal, minimal and ocular. Blake uses the black and white icon of our data-drenched existence to stimulate thought on topics from consumerism to religion and individual identity. He urges the viewer to consider the limitations of digitized human expression and to appropriate these symbols of commodity.
C’è un intero sito dedicato al lavoro di Scott Blake sui barcode.
Autumn Enso
John Kannenberg’s Autumn Enso is a long-form video painting. Originally premiered at the 2006 Spark Festival in Minneapolis, this quietly evolving series of images combines still photography, video, traditional drawing and meticulously manipulated animation with a live performance of the original album’s sonic source material. Inspired by the circular enso paintings of zen buddhism, Autumn Enso’s delicate balance between representation and abstraction immerses the viewer in a celebration of the cyclical nature of the autumn season.
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Un video sui colori dell’autunno, con musica e immagini, realizzato da John Kannenberg e pubblicato dalla netlabel stasisfield.
OK, mi arrendo…
Non sapevo che le versioni dell’Ultima Cena fossero così tante.
Il blog Popped Culture ne ha un cinquantina, in crescita. Onore al merito. Qui vi metto quella di Topolino
quella di Doctor House (che mi piace molto, ma chi è Giuda?)
quella di Tarantino
una di quelle della Lego
e una in versione zombie (questo è il mio corpo, questo è il mio sangue…)
Per il resto, andate a vedervele su Popped Culture dove potete anche ingrandirle.
E se qualcuno ritiene che queste imagini siano blasfeme, cominci a prendersela con questa su McDonald in cui il personaggio che sta al posto di Cristo dice “questo è il mio sangue, questo è il mio corpo e questo è il giocattolo gratuito che ci trovate dentro”.
Un’altra!?
L’ondata dei “cult artist”, cioè coloro che riproducono oggetti o persone famosi, spesso utilizzando lo schema di opere altrettanto famose, non accenna a placarsi.
Ecco un’altra Ultima Cena, questa volta opera di Eric Deshamps con i personaggi di Star Wars. Cliccate sulla figura in alto per ingrandirl
Ma la cosa più incredibile è che, vista l’opera, il suo compagno di stanza, Avinash Arora, ne ha fatto un mosaico composto da uno miriade di piccole immagini. Sul sito dell’autore potrete ammirarne i dettagli.
UPDATE
Ma questo è niente! Vedrete domani!!