Gli amici di USO Project pubblicano una intervista in tre parti con James Andy Moorer, uno dei pionieri della computer music, che potete trovare sul loro blog.
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Syrmos
Iannis Xenakis
Syrmos for 18 strings (1959)
Orchestral composition: 6.6.0.4.2
The work is based on stochastic transformation of 8 basic textures.
- horizontal parallel networks (chord)
- ascendant parallel networks (glissandi)
- descendant parallel networks (glissandi)
- crossed parallel networks (ascendant and descendant)
- clouds of pizzicati
- atmosphere of frappes collegno with short glissandi col legno
- configurations of glissandi traited in regulated left surfaces
- geometric configurations of ascending and descending glissandi
Questo brano è basato su un precesso stocastico noto come catena di Markov. Si tratta di un sistema in cui il passaggio da uno stato a un altro dipende unicamente dalla situazione attuale ed è governato da una tabella che, dato lo stato corrente, specifica le probabilità di transizione da questo stato a un altro.
In termini più semplici, immaginate che, in questo momento, l’orchestra si trovi nello stato (e), cioè sta eseguendo una nuvola di pizzicati. La riga (e) della tabella specifica le probabilità che l’orchestra ha di passare a uno degli stati da (a) ad (h), compresa quella di rimanere nello stato (e).
Ovviamente la tabella è quadrata perché, per ogni possibile stato corrente, è presente una riga che definisce le probabilità di passaggio a tutti gli stati, compresa quella di rimanere nello stato attuale (in teoria fra gli stati possibili dovrebbe essere compreso anche il silenzio, ma, nella logica di Xenakis, di solito è invece gestito come densità di suoni).
Questo sistema organizzativo può essere applicato sia all’orchestra nel suo insieme che al singolo strumento.
Air and Simple Gifts
Anche la parte musicale dell’Inauguration Day di Obama è atata finalmente resa pubblica e così potete ascoltare (e vedere) Yo Yo Ma al violoncello, Itzhak Perlman al violino, Gabriela Montero al piano e Anthony McGill al clarinetto eseguire un nuovo brano composto per l’occasione da John Williams, “Air and Simple Gifts”.
In realtà, da quel che sento, si tratta di un collage di arie popolari, alcune delle quali appaiono in Appalachian Spring di Copland, uno dei compositori preferiti da Obama. Il tutto in perfetto stile americano.
La cosa divertente, però, è che i succitati quattro dell’Ave Maria suonano in playback ufficialmente perché la bassa temperatura del 16 gennaio (la cerimonia era all’aperto) non permetteva loro di portar fuori i loro costosi strumenti e avrebbe reso la performance un po’ rischiosa. Così i quattro si esibiscono in playback con strumenti banali, ma, per rendere più realistica l’esibizione, suonano davvero, solo che gli archi sono stati “saponati” e i tasti del pianoforte sono stati sganciati dai martelletti.
Contesti culturali e tecnologici
Vi passo un articolo di Nicola Bernardini e Alvise Vidolin scritto in occasione del XVII Colloquio di Informatica Musicale tenutosi nell’Ottobre 2008 a Venezia.
Si tratta, a mio avviso, di una riflessione – ahimé – molto lucida sulla situazione attuale della computer music e della musica contemporanea nel nostro paese. Lucida perché non si limita alle lamentazioni, ma cerca di risalire alle cause che determinano un contesto culturale che, secondo me, è fra i più depressi d’Europa (e non solo).
Se a qualcuno di voi interessa, poi ne parliamo. Per scaricarlo, basta cliccare il link con il tasto destro. Distribuito in CC.
- Nicola Bernardini e Alvise Vidolin – Dalla Computer Music al Sound and Music Computing: Contesti culturali e tecnologici (pdf)
Lohn
Extracts of a performance of Lohn, a piece for soprano and electronics by Kaija Saariaho, performed by Valérie Gabail, visual part conceived by Jean-Baptiste Barrière & realized by Pierre-Jean Bouyer, video by Isabelle Barrière.
More info on http://www.saariaho.org & http://www.barriere.org.
Duetto per un pianista
Susanne Achilles performs the Duet for One Pianist by Jean Claude Risset, an important name in computer music.
This piece, composed at MIT in 1989, is for disklavier and computer. The disklavier is a grand piano made by Yamaha, whose mechanics are motorized and can be controlled via MIDI. So the disklavier can play pieces on its own, but, more interestingly, a pianist’s performance data (pitches, dynamics, durations) can be sent, in real time, to a computer which can react by driving the disklavier according to rules formalized in software by the composer.
This is what happens in Duet for One Pianist, hence the title. The piece is divided into eight sketches in which the computer manipulates and sends back the material performed by the performer based on the principles cited in the title of each movement: Double, Mirror, Extensions, Fractals, Stretch, Resonances, Up Down and Metronome.
The pianist is accompanied, like a shadow, by a second, invisible performer, who plays his own piano with lowering keys.
Movimento (prima della solidificazione)
Su You Tube c’è Mouvement (vor der Erstarrung) (trad. come sopra), un brano del 1982 di Helmut Lachemann per ensemble che è un bell’esempio, anche se non estremo, della sua musica concreta strumentale e del quale il NY Yimes scrive che
…might be one of Mr. Lachenmann’s best things: a whirring, rasping, ricocheting maze of new, beautifully fashioned sounds
e io concordo.
Le Lac
Questo Le Lac, per ensemble, composto nel 2001 da Tristan Murail è sicuramente un bel brano, ma, a mio avviso, è così tipico della sua produzione da sfiorare il manierismo. Traduzione: per me, è meno emozionante di altri brani, però è scritto proprio bene.
Le sonorità si susseguono e si sciolgono l’una nell’altra in un modo così perfetto che, a tratti, non sembrano nemmeno originate da strumenti, ma il risultato di un sapiente lavoro di missaggio e montaggio da studio.
Il brano occhieggia l’omonimo poema di Lamartine, ma è soprattutto musica che si ispira a modelli naturali: l’analisi acustica del suono della pioggia sul lago, una versione stilizzata di tuono, un grido di uccello non identificato, la texture elettronica delle rane in primavera…
E dietro a tutto questo, il lago. Una superficie sempre uguale e sempre cangiante, gioco di permanenza e di effimero, di movimento e di umore, la logica dell’inaspettato, l’ordine e la semplicità annidati all’interno del caotico e del complesso.
Update: certo che rileggendo quello che ho scritto e ascoltando il pezzo per la terza volta, mi rendo conto che è inutile dire che non è bello come gli altri. Forse in qualche punto ricorda in modo un po’ scoperto Ligeti, Messiaen e addirittura Debussy, ma è maledettamente bello. Il punto (e il problema) è che dentro ci sono quasi tutti – e qui potrei dire sia le modalità espressive (in positivo) che i manierismi (in negativo) – della fine del secolo scorso. Un bel modo di salutare il nuovo millennio.
En écho
Un estratto da un brano di Philippe Manoury (En écho, 1993-1994, testo di Emmanuel Hocquart) in cui il computer genera suoni in tempo reale seguendo l’esecuzione del soprano. In pratica il computer è in grado di ascoltare l’interprete e a fronte della partitura, riesce a seguirlo nonostante eventuali rallentando o accelerando.
In questo caso tutto è reso più semplice dal fatto che l’esecutore è un solista e non un ensemble, quindi si deve seguire una sola voce, ma anche così non si tratta di una faccenda banale.
Written in collaboration with programmer Miller Puckette, “En Echo” uses real time score-following software which responds to the singer’s voice. In Emille Hocquart’s text, a young woman recollects a heated affair.
“The computer is automatically following the voice,” Mr. Manoury explained. “It functions as what we call a ‘score-follower.’ The singer sings in tempo, or with an acceleration, and the computer synchronizes to make synthetic sounds that are deduced from alterations in the voice — not precalculated, but produced in real time. If the voice modifies the vowels, for example, it modifies the electronics.” Messrs. Manoury and Puckette have worked since the latter moved from the Massachusetts Institute of Technology in 1989 and joined Mr. Manoury at the famous studios at IRCAM (l’Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique), which Pierre Boulez founded in Paris.
De-composer
Grazie a Nicola, vi passo uno scritto di Tristan Murail su Giacinto Scelsi (tradotto in inglese). Gli esponenti della musica spettrale (Grisey, Murail, Dufourt) non hanno mai fatto mistero di considerare Scelsi come un antesignano del movimento, soprattutto per i 4 pezzi su una nota sola e in questo articolo Murail puntualizza le ragioni del suo interesse per l’opera del compositore italiano.
L’articolo è copyrighted ma è espressamente concessa la copia per uso individuale.
Tristan Murail – Scelsi, De-composer