Liste di proscrizione

C’ è aria di censura, nel Veneto leghista. Gli scrittori pro-Battisti, prima genericamente ostracizzati da un assessore della provincia di Venezia, ora vengono messi al bando nelle scuole. Mentre nelle biblioteche comunali, nel silenzio generale, stanno sparendo le opere degli autori politicamente scomodi.
«Non chiediamo nessun rogo di libri, intendiamoci. Semplicemente inviteremo tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l´appello a favore di Cesare Battisti», dice l´assessore regionale all´istruzione Elena Donazzan, 39 anni di Bassano del Grappa, pidiellina fervente cattolica, con alle spalle una militanza nel Fronte della Gioventù e un passaggio in An. «Un boicottaggio civile è il minimo che si possa chiedere davanti ad intellettuali che vorrebbero l´impunità di un condannato per crimini aberranti», sbotta annunciando una lettera a tutti i presidi.
La sua crociata arriva dopo la “sparata” dell´assessore alla cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon, che aveva detto: «Via quegli autori dalle biblioteche pubbliche». Ora a chiederne ufficialmente la censura nelle scuole è l´assessore regionale. Al suo fianco il presidente della Regione Luca Zaia, che definisce la vicenda Battisti «abominevole». E tuona: «I delinquenti vanno messi in galera, non lasciati liberi».
Intanto casi di censura leghista, strisciante o esplicita, vengono denunciati da alcuni bibliotecari veneti. A venire sconsigliati sono (soprattutto) i libri di Roberto Saviano. [neretto mio] Nei giorni successivi alla messa in onda di Vieni via con me e alla polemica con Maroni il dirigente di una biblioteca in provincia di Treviso ha segnalato che il sindaco leghista non gradiva si tenessero i libri dell´autore di Gomorra: presenti in catalogo, ma spariti dagli scaffali.

Fonte Repubblica del 20/01/2011, ma la notizia è nota.

Aggiornamento dal Corriere Veneto: l’assessore regionale all’Istruzione, la pdl  Donazzan, dichiara che, con il placet dello stesso Governatore Zaia, scriverà una lettera a tutti i Presidi del Veneto ( e attraverso di loro agli insegnanti), invitandoli a non diffondere tra i giovani le opere degli autori messi al bando. A chi le contesta di operare una censura, risponde che la sua non è un’imposizione  ma un “indirizzo politico”.

Elenco assolutamente parziale di alcuni dei titoli che dovrebbero essere eliminati dalle biblioteche e dalle scuole tratto dal blog di Loredana Lipperini.

  • Agamben Giorgio: L’uomo senza contenuto, Rizzoli; La comunità che viene, Einaudi; L’aperto. L’uomo e l’animale, Bollati Boringhieri; Il giorno del giudizio, Nottetempo; Profanazioni, Nottetempo; Nudità, Nottetempo; La Chiesa e il Regno, Nottetempo.
  • Balestrini Nanni: Poesie pratiche, antologia 1954-1969, Einaudi: Tristano, Feltrinelli; Vogliamo tutto, Feltrinelli; Gli invisibili, Bompiani, L’editore, Bompiani, I furiosi, Bompiani, Una mattina ci siam svegliati, Baldini & Castoldi; La Grande Rivolta; Bompiani; Sandokan, Einaudi.
  • Benedetti Carla Pasolini contro Calvino: per una letteratura impura, Bollati Boringhieri; L’ombra lunga dell’autore. Indagine su una figura cancellata, Feltrinelli; Il tradimento dei critici, Bollati Boringhieri;
  • Bernardi Luigi: Erano angeli, Fernandel; Vittima facile. Una storia criminale, Zona; Atlante freddo. Trilogia criminale, Zona; Senza luce, Perdisa Pop; Fuoco sui miei passi, Senzapatria.
  • Bertante Alessandro: Al diavul, Marsilio.
  • Biondillo Gianni: Per cosa si uccide, Con la morte nel cuore, Il giovane sbirro, Nel nome del padre, Guanda.
  • Cacucci Pino: Outland rock, Transeuropa, Puerto Escondido, Mondadori; San Isidro Futbòl, Feltrinelli; Punti di fuga, Feltrinelli; In ogni caso nessun rimorso, Feltrinelli; Demasiado corazón, Feltrinelli; Nahui , Feltrinelli; Sotto il cielo del Messico, Feltrinelli; La giustizia siamo noi , Rizzoli.
  • Carlotto Massimo: Il fuggiasco, e/o; La verità dell’Alligatore, e/o; Le irregolari, e/o, Nessuna cortesia all’uscita, e/o; Arrivederci amore, ciao, e/o; L’oscura immensità della morte, Roma, Edizioni e/o; Nordest, e/o; L’amore del bandito, e/o.
  • Dazieri Sandrone: Attenti al gorilla, Mondadori, La cura del Gorilla, Mondadori, Gorilla blues, Mondadori; Il Karma del gorilla; È stato un attimo. Mondadori; La bellezza è un malinteso; Mondadori.
  • De Michele Girolamo. Tre uomini paradossali, Einaudi; Scirocco, Einaudi, La bellezza del cieco, Einaudi, La scuola è di tutti, Minimum Fax.
  • Di Monopoli Omar. Uomini e cani, Ferro e fuoco, La legge di Fonzi, ISBN
  • Evangelisti Valerio. Nicolas Eymerich, inquisitore, Le catene di Eymerich, Il corpo e il sangue di Eymerich, Il mistero dell’inquisitore Eymerich, Cherudex, Picatrix, Il castello di Eymerich, Mater Teribilis, La Sala dei Giganti, La luce di Orione, Rex tremendae maiestatis (tutti Mondadori); Metallo urlante, Black Flag, Einaudi; Il collare di fuoco, Il collare spezzato, Tortuga, Veracruz,Noi saremo tutto, Mondadori.
  • Ferrario Davide: Sangue mio, Feltrinelli.
  • Genna Giuseppe. Catrame, Nel nome di Ishmael, Non toccare la pelle del drago, Grande Madre Rossa, Hitler, Le teste, Mondadori; Assalto a un tempo devastato e vile, Minimum Fax; L’anno Luce, Marco tropea; Italia De Profundis, Minimum Fax.
  • Grimaldi Laura: La paura, Sospetto, Mondadori. Perfide storie di famiglia, Marco Tropea Editore,
  • Lipperini Loredana. La notte dei blogger, Einaudi, Ancora dalla parte delle bambine, Non è un paese per vecchie, Feltrinelli.
  • Monina Michele: Furibonde giornate senza atti d’amore, Pequod, I Demoni, Pequod, Vasco Chi?, Marco Tropea.
  • Moresco Antonio: Lettere a nessuno, Einaudi, Gli esordi, Feltrinelli, Canti del caos, Mondadori, Lo sbrego, Rizzoli, Gli incendiati, Mondadori.
  • Pennac Daniel: Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussène, La passione secondo Thérèse, Ultime notizie dalla famiglia, Come un romanzo, Diario di scuola, Feltrinelli.
  • Philopat Marco. Costretti a sanguinare, La Banda Bellini, I viaggi di Mel, Shake; Roma k.o. Romanzo d’amore droga e odio di classe, Agenzia X.
  • Quadruppani Serge. L’assassina di Belleville, La breve estate dei colchici, La notte di Babbo Natale, Mondadori, In fondo agli occhi del gatto, Y, Marsilio.
  • Raimo Christian. Latte, Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? , Minimum Fax.
  • Scarpa Tiziano. Occhi sulla graticola, Einaudi, Kamikaze d’occidente, Rizzoli, Stabat Mater, le cose fondamentali, Einaudi.
  • Serino Gian Paolo Usa & getta. Fallaci e Panagulis. Storia di un amore al tritolo Aliberti
  • Vauro . La satira alla guerra, Vita e morte della DC. Foglio di via. Manifestolibri, Il papa è morto, Baldini Castoldi Dalai, Appunti di guerra. Pensieri e vignette di un mese sotto le bombe. Terre di Mezzo Editore, Kualid che non riusciva a sognare. Piemme, Sangue e cemento, con Marco Travaglio. Editori Riuniti, Farabutto. Piemme.
  • Voce Lello Singin’ Napoli cantare , Ripostes, Eroina, Transeuropa, Farfalle da combattimento, Bompiani, Il Cristo elettrico, No Reply.
  • Wu Ming. Q, Asce di guerra, 54, Manituana, Altai, Einaudi

X di Cory Doctorow

Prima di tutto sappiate che questo libro, che in italiano assume il titolo di X, altro non è che Little Brother. Un testo che, dal 2008, gira tranquillamente in rete essendo distribuito sotto licenza Creative Commons (non commercial, share alike). Chi legge correntemente l’inglese può scaricarlo gratuitamente qui, in una miriade di formati.

L’autore, Cory Doctorow, è giornalista, attivista dei diritti civili, ex responsabile europeo della Electronic Frontier Foundation e ben noto come paladino della libertà della rete.

Di conseguenza, X non è un avvincente romanzo, anzi, sotto questo punto di vista lascia a desiderare. Per forza di cose, la trama non è fra le più originali, la prosa è di tipo giornalistico più che letterario e può dirsi avvincente solo per un nerd minorenne.

Ciò nonostante, leggerlo fa bene in quanto è un ottimo testo didattico sul come e perché un governo possa far fuori i diritti fondamentali dei propri cittadini e su come si possa organizzare il dissenso nell’era digitale.

Partendo da un attentato stile 9/11 localizzato nella Bay Area invece che a New York, Cory Doctorow delinea, in forma romanzata, ma con lucidità, la reazione governativa: una prima botta di arresti in massa seguita da una progressiva riduzione delle libertà civili in nome della sicurezza. In pratica, la politica interna americana durante la presidenza Bush. Un film che abbiamo già visto e che crediamo di conoscere. Tuttavia è istruttivo vedere come, anche in un sistema in cui i diritti fondamentali sono chiaramente sanciti da un apposito documento costituzionale, si possa diffondere, soprattutto grazie ai media, una specie di malattia autoimmune che porta la società civile ad annullarsi rinunciando volontariamente ai propri diritti costituzionali.

Il libro fa riflettere anche perché mostra come molte delle comodità digitali che possediamo possano trasformarsi rapidamente in sistemi di controllo. Personalmente, rifletto spesso sulla privacy e essendo un informatico, conosco i meccanismi della sicurezza, così molte delle cose descritte nel testo, come il tracciamento dei nostri movimenti in rete, la possibilità di evidenziare percorsi e comportamenti anomali, le informazioni ricavabili dai cellulari e dall’uso delle carte di credito mi erano già note. Ciò nonostante sono rimasto colpito da quanto poco ci voglia per trasformare in strumenti di controllo anche sistemi di uso comune.

Prendete, per esempio il Telepass. Oggi serve quasi esclusivamente per entrare in autostrada e al limite in qualche centro storico o parcheggio, ma è semplicissimo piazzare altri sottosistemi fissi (RSE: l’apparecchio di ricezione del segnale emesso dall’OBU, on board unit) nelle principali strade in modo da rilevare quasi tutti i movimenti dei veicoli.

Tutto questo conduce al problema degli RFID (Radio Frequency IDentification; lo stesso Telepass è un RFID attivo) che ormai vanno diffondendosi in modo massiccio. Sono stati adottati anche sui nuovi passaporti dell’EU (Italia compresa), sono leggibili e scrivibili a distanza senza entrare fisicamente a contatto con il lettore e sono ricchi di informazioni (quello sul passaporto, per esempio, contiene l’intera storia delle entrate e uscite dal paese). Vengono ormai piazzati anche su determinate smartcard che consentono di pagare il biglietto di bus e metropolitana nelle principali città.

In modo analogo, però, i sistemi digitali possono essere sfruttati per nascondersi o confondere chi li traccia. Le comunicazioni via internet possono sfruttare reti che mantengono l’anonimato, i dati degli RFID possono essere manipolati, i sistemi di identificazione possono essere confusi.

Questo scontro è il vero tema del libro e occorre aggiungere che anche i pochi particolari tecnici sono spiegati chiaramente e alla portata del lettore medio non nerd. Consigliato a tutti; quasi obbligatorio per i più giovani. Si legge rapidamente (mi ha preso parte del tempo libero degli ultimi 3 giorni). Da inserire nelle biblioteche scolastiche, dove, proprio per questo, non si troverà.

10/10/10

Mi era sfuggito. Domenica era il 10/10/10, numero topico che, letto in binario (101010) fa 42, la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto nel romanzo di Douglas Adams.

Come è noto, non si conosce la domanda

“Quarantadue!” urlò Loonquawl. “Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?”
“Ho controllato molto approfonditamente,” disse il computer, “e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda.”

Peraltro, secondo wikipedia, il 42 ha parecchi significati, soprattutto religiosi:

  • È il numero di generazioni intercorrenti tra Abramo e Gesù Cristo nel Vangelo secondo Matteo
  • Nell’Apocalisse biblica, l’impero “che assomiglia all’Impero Romano” regna sulla Terra per 42 mesi.
  • È il numero del Diavolo (6) moltiplicato per il numero di Dio (7).
  • È il numero dei comandamenti (o regole) della divinità egiziana Maat [cavolo, noi siamo già in difficoltà con 10]
  • Nell’antico testo cinese Tao Te Ching di Lao Tzu il capitolo 42 contiene una spiegazione dell’universo [Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò il Due, il Due generò il Tre, il Tre generò le diecimila creature].

The Ware Tetralogy

coverColoro che leggono l’inglese e amano la SF, possono scaricare gratuitamente The Ware Tetralogy di Rudy Rucker. Si tratta di una serie di 4 racconti lunghi (novels, in inglese) intitolati Software, Wetware, Freeware e Realware scritti fra il 1982 e il 2000.

I primi due hanno vinto il premio Philip K. Dick per il miglior racconto. Ora l’intera serie è stata ripubblicata da Prime Book. Si può acquistare il volume o scaricare il pdf o l’rtf da questa pagina.

Libri censurati

Oggi è terminata la Banned Books Week (BBW), una settimana in cui, negli USA, si ricorda che la censura sui libri è esistita ed esiste tuttora.

È stata approntata anche una Google Map che mappa ed elenca 460 tentativi di eliminare dei libri dalle scuole o dalle biblioteche registrati in USA dal 2007 al 2010.

Per l’occasione, l’Internet Archive ha messo in linea 74 libri un tempo banditi. Si va da testi d’autore come l’Ulisse di Joyce o il Mondo Nuovo di Huxley, a libri per bambini come Il Mago di Oz, fino a scritti più discutibili come Mein Kampf. Questo perché la BBW, in pratica, celebra il primo emendamento cioè la libertà di parola, di qualsiasi opinione si tratti.

I testi sono scaricabili in vari formati, dal PDF fino agli eBooks (fra cui Kindle, Daisy, EPUB), tutti in lingua originale.

Interviste

logoLa Paris Review è una prestigiosa rivista letteraria online.

La scorsa settimana ha aperto il nuovo sito, molto raffinato, mettendo in linea anche un grande archivio di interviste con famosi personaggi dell’ambiente letterario internazionale.

Le interviste spaziano in arco temporale di 50 anni e includono scrittori come Woody Allen, W. H. Auden, J. G. Ballard, Saul Bellow, Heinrich Boll, Borges, Paul Bowles, Ray Bradbury, Anthony Burgess, William S. Burroughs, Italo Calvino, Truman Capote, Raymond Carver, Louis-Ferdinand Céline, Jean Cocteau, Don DeLillo, tanto per citare solo qualcuno fermandosi alla lettera D.

Il tutto è in inglese e fortunatamente è riportato per iscritto. Io odio i podcast e li considero una disgrazia, primo perché occupano un sacco di spazio rispetto all’equivalente ASCII, secondo perché, nonostante io capisca l’inglese, spesso sono costretto a riascoltare delle frasi, terzo perché, con uno scritto e un traduttore automatico, per quanto male vada, anche chi non capisce la lingua può farsi un’idea del contenuto. Infine, il podcast è uno strumento di potere che va contro l’universalità di internet perché consente ad un’area linguistica di far pesare la propria influenza culturale.

L’indice, per annata o per nome, è qui.

Via Open Culture

Musicofilia

Oliver Sacks, MusicofiliaIl libro di Oliver Sacks, Musicofilia (Adelphi Ed., 2008-2009), è una miniera di aneddoti e considerazioni sulle più disparate affezioni che coinvolgono la percezione e l’apprezzamento della musica.

Neurologo e psichiatra, ma anche membro onorario dell’Institute for Music and Neurologic Function, che ha contribuito a fondare, Sacks ha avuto fra i suoi pazienti parecchi musicisti e si è ritrovato a trattare molti casi di distorsione percettiva relativamente poco comuni e decisamente complessi, alcuni dei quali vengono descritti in questo libro.

Così, fra un caso di epilessia musicogena (crisi epilettiche indotte dalla musica che colpiscono un critico: giusta nemesi :mrgreen: ), uno di amusia cocleare (deviazione nella percezione dell’altezza dei suoni che affligge un compositore: idem) e il sorprendente capitolo dedicato a un medico che, dopo essere stato colpito da un fulmine, sviluppa un insaziabile desiderio di ascoltare musica per pianoforte, suonare e perfino comporre, si passano ore piacevoli a riflettere sulla complessità di quel sistema percettivo il cui funzionamento è in massima parte determinato dalla comunicazione bilaterale orecchie -> cervello che alla fine dà vita al fenomeno musicale.

Fenomeno, peraltro, ancora poco indagato e compreso, soprattutto se si confronta con quanto, invece, conosciamo della percezione visiva. Fenomeno che è stato sempre sottovalutato, a partire dallo stesso Darwin che ne era palesemente sconcertato, tanto da scrivere nell’Origine dell’uomo, che

Giacché né il piacere legato alla produzione di note musicali, né la capacità [di produrle] sono facoltà che abbiano il benché minimo utile diretto per l’uomo … devono essere collocate fra le più misteriose di cui egli è dotato.

È una vecchia storia questa dell’inutilità della musica d’ascolto, avvalorata dal fatto che presso molte tribù “primitive” che pure dedicano alla musica varie ore al giorno, il concetto di musica nemmeno esiste (se si chiede a uno di loro che cosa stia facendo, si ottiene una risposta tipo “batto il tamburo per propiziare la caccia”).
Una storia diffusa al punto da contagiare anche uno scrittore e scienziato come Arthur Clarke, visto che perfino gli alieni venuti a salvarci da noi stessi, i Superni de Le Guide del Tramonto, sono del tutto insensibili alla produzione di suoni svincolati da una funzione.
Una credenza che, fortunatamente, viene lentamente demolita da studi come quelli di Steven Mithen, il quale, nel suo Canto degli Antenati (The Singing Neanderthal, di cui abbiamo già parlato), ipotizza che la musica e il linguaggio abbiano un’origine comune e che una caratteristica della mente neandertaliana fosse proprio una combinazione di proto-musica e proto-linguaggio (Mithen chiama questa sorta di linguaggio cantato fatto di significati, ma senza singole parole così come noi le intendiamo, HMMMM che sta per holistic-mimetical-musical-multi-modal).

E tuttavia, se è difficile spiegarne l’origine, non c’è niente di strano al pensiero di produrre qualcosa per puro piacere estetico e/o intellettuale, attività che, peraltro, non è ad esclusivo appannaggio delle civiltà tecnologicamente avanzate. Spesso e giustamente si dice che l’arte si può fare solo quando i bisogni primari (principalmente l’assillo del cibo) sono soddisfatti, sottintendendo che soltanto una civiltà progredita possa permettersela.
Si dimentica, però, che molte delle società cosiddette primitive, se lasciate indisturbate, sono ben integrate nel proprio ambiente e tutt’altro che assillate da problemi vitali. Ricordo di aver letto uno studio dedicato agli aborigeni (di cui purtroppo ora non riesco a ritrovare gli estremi; non sono a casa e mi connetto con una miserabile chiavetta a tempo limitato), in cui si calcolava che ogni membro adulto del villaggio lavorasse (caccia, raccolta, preparazione del cibo, manutenzione varia, etc) fra le 12 e le 18 ore settimanali (l’orario di un insegnante). Il resto del tempo trascorre in attività di svago che comprendono anche il cantare insieme, che da loro è descritto come “raccontare storie” 😎 .

Vicolo del tornado

vicolo_del_tornadoSette invettive di William Burroughs, scritte tra il 1986 e il 1989 e tradotte nel 1997 su Millelire Stampa Alternativa (ormai fuori catalogo), sono state rilasciate in CC.

Sette storie brevi che paiono come scivolate inavvertitamente fuori da una delle tasche del completo grigio di William Seward Burroughs – l’hombre invisible – come lo avevano soprannominato i ragazzini di Tangeri negli anni ’60. Sette “routine”, come le definì Allen Ginsberg, racconti sospesi nel tempo come numeri del music-hall, realtà fatta a fette che permette a ciascuno di vedere cosa c’è in cima alla propria forchetta, il pasto nudo.

Le potete scaricare in formato PDF o RTF.

A John Dillinger
con la speranza che sia
sempre vivo


This post is about a book in italian. Seven short stories by William Burroughs, in italian translation, had been released under CC license (PDF or RTF format).

Da Classici Stranieri

La scomparsa di Sanguineti

La scomparsa del poeta Edoardo Sanguineti restituisce all’Italia letteraria tutta il proprio anelato, compiaciuto, regressivo, passatista e reazionario provincialismo culturale e accademico.
Edoardo Sanguineti era stato capace di stemperare la «peste mansueta delle discipline», rendendo armonico il distonico, facendo della parola e della musica unico suono.
Aveva traversato il Labirinto disvelandone e destrutturandone la natura, ricordandoci, lucido e incrollabile nel pensiero, l’opportunisticamente obliata connessione tra ideologia e linguaggio, la fallacia di un’estetica e di un’arte solo apparentemente fini a se stesse.
Aveva individuato nella famiglia un nucleo di resistenza e, nel suo basso parlare, nel travestire e nel parodiare, un nucleo operativo.
Ha ancora senso, si chiedevano in troppi, ripercorrere il cammino delle avanguardie, come da Sanguineti propugnato?
Ora più che mai, annaspanti nella mediocrità e nella ripetizione, avvinghiati a discutibili e desuete Muse altrui per celare la mancanza delle proprie, alienati al segno di negare l’alienazione, vinti da uno sperimentalismo solo formale, dal sonno dell’ideologia, e incatenati alle pareti del Louvre, ha senso ripercorrere quel cammino, quello delle avanguardie storiche e delle neoavanguardie, quello di Edoardo Sanguineti, ha senso porsi i quesiti irrisolti e trarne la prassi per approdare a nuovi orizzonti.
Non è questa un’apologia apocrifa o un necrologio, ma un monito, «pietra fondamentale del rifiuto»: oltre ai suoi testi, testimonianza di un praticabile altro, resta di Edoardo Sanguineti il suo motto.
Ideologia e linguaggio.
Che queste parole non si perdano mai nella palude.