Cryoacoustic Orb

Cryoacoustic Orb is a sound installation involving multiple illuminated acrylic orbs filled with slowly melting ice. Hydrophones frozen inside the ice amplify the sounds of the melting process, which are electronically processed and spatialized throughout the darkened gallery space. The result is a unique ambient soundscape that evolves over the course of several hours.

Beam Drop

Beam Drop (1984/2008) is a large-scale sculpture on the top of a hill, made of 71 structural beams dropped by crane from a height of 45 meters into a pit of wet cement over a 12-hour period. The random pattern of the fallen beams formed the piece, making this work an interpretation of the gestural aspects of Abstract Expressionism and a simultaneous deconstruction of modern sculpture. It is the recreation on a larger scale of a work originally installed in 1984 for Art Park in the state of New York and destroyed in 1987.

Rui Gato and Hiraku Suzuki viewed Burden’s work one day in Brazil, returned the next day with a field recorder and began to extract sounds from it. Though broken up into seven tracks, Beam Drop is one recording of an improvisation by Gato and Suzuki in a limited time frame as a bus waited for them in the distance. If one listens carefully you can hear the artists talk about how and what they are creating as well as cries of amazement as different sounds are drawn out of the sculpture. Gato and Suzuki’s beam drop is exciting for me as it is filled with the childhood innocence of banging pans on the kitchen floor.

They say:

coverThe Beam Drop sculpture is a very powerful experience.

This recording is the result of our very short and fast contact with the Beam Drop. Both of us were immediately attracted to the sonic dimension of this work, during the visit to the Inhotim Centre.

We found the sculpture at different moments in the first day, and agreed to go back the next day and try to get some music out of it, and record it.

We did it in one continuous take, due to time limitations of the visit (everybody was waiting for us to get back to the bus), and we are glad it was so.

It is presented to you unedited, only with 7 divisions that seem logic and natural to us when listening.

Download with artwork and photos from Test Tube netlabel.

Excerpts:

Peaceful Atom

coverWhen it was born in the mind of italian musician Guglielmo Cherchi (aka VACVVM), ‘Peaceful Atom’ was intended to be a concept work about the Chernobyl disaster, and as a result of this some tracks are ideally connected to that topic: the title track (referring to the name of the first RBMK – Reactor Bolshoy Moshchnosty Kanalny – reactor), SCRAM (the emergency shutdown of a nuclear reactor), Lava Flow (the melted material erupted from the reactor after the explosion), Leaving Pripyat (the evacuation of the nearest city to the powerplant), Worm Wood Forest (the dead trees killed by the radiations) and Ignalina’s Sunset (Ignalina was the last nuclear powerplant to use a RBMK reactor, the same model involved in the Chernobyl disaster, which was only shut down in 2009).
The other songs don’t belong to this concept but are related to the environment pollution problem in Russia: Oka and Yenisei are the two most polluted rivers in the planet; Pylons refers to the Shukhov towers (featured on the cover artwork), which were electricity pylons on the banks of the Oka river. The remaining track, Radiologos, is a stand-alone song, but features an original jingle aired in Soviet Russia’s radio stations.

‘Peaceful Atom’ was entirely built from scratch using laptop-based synthesizers and electric guitar, with the exception of a few samples. On ‘Worm Wood Forest’: Arboretum Bad Grund by Inchadney at The Free Sound Project, on ‘Radiologos’: Soviet jingle and radio recordings taken with an old military tubes HF radio and on ‘Leaving Pripyat’: electrostatic hiss taken from an old Kenwood amplifier dating from the eighties) at high volume.

Download ‘Peaceful Atom’ from Test Tube.

Excerpts

Magia delle foto ad alta velocità

La fotografia ad alta velocità (high speed photography) ormai ha raggiunto limiti impensabili (fino a 1/30000 di secondo (0.03 msecs) ed è in grado di produrre immagini come questa che ha anche un risvolto audio perché la superficie rossa da cui emana il liquido è quella di un subwoofer in vibrazione, rosso perché illuminato da un flash con gel rosso.

Quasi tutti credono che, per ottenere queste immagini, ci si serva di macchine fotografiche con otturatori velocissimi, ma non è così, o almeno non sempre. Sebbene gli otturatori abbiano raggiunto la ragguardevole velocità di 1/8000 di secondo, per la fotografia ad alta velocità basta una macchina normale in grado di mantenere l’otturatore aperto per tempi molto lunghi o meglio ancora in posa (B: sempre aperto fino al comando di chiusura).

La foto, infatti, è ottenuta grazie al flash. Alcuni flash, di alta qualità, sono in grado di generare lampi di durata brevissima, fino a 1/30000 di secondo, per cui si mette il tutto in un ambiente buio, con la macchina bloccata ad otturatore aperto e si impressiona il sensore con un singolo, istantaneo lampo di luce.

Il difficile, ovviamente, è sincronizzare il lampo e il fenomeno. In realtà non servono apparecchiature particolarmente esoteriche e si può mettere insieme un buon set anche in casa.

L’immagine di cui sopra è tratta dall’album di Chaval Brasil su Flickr, ma coloro che si dedicano di questo tipo di fotografia sono parecchi (per es. vedi gruppi su Flickr).

Solo Pour Deux

Solo Pour Deux (1981) di Grisey, per clarinetto e trombone, incarna l’essenzialità della concezione compositiva spettrale e in questo senso è didattico.

Come il titolo suggerisce, i due strumenti (monofonici) non creano contrasti o linee melodiche contrappuntistiche, ma concorrono a creare la sonorità di questo brano lavorando l’uno sugli armonici dell’altro (tipicamente il clarinetto su quelli del trombone, per forza di cose). Sono in due, ma, nella maggior parte dei casi, creano un’unica linea, spesso sovrapponendosi, ma a volte l’uno continua riducendo o espandendo una nota dell’altro.

Sotto l’aspetto dell’idea compositiva (ma solo in quello), il pezzo è vicino al Ko-Lho per flauto e clarinetto di (o attribuito a) Giacinto Scelsi del 1966, che potete ascoltare qui, soprattutto al secondo movimento, in cui i due strumenti, più che duettare, si compenetrano.

Presumibilmente gli interpreti sono Ernesto Molinari al clarinetto e Uwe Dierksen al trombone.

Makunouchi Bento

coverI rumeni Felix Petrescu (Waka X) e Valentin Toma (Qewza), nel 2001 hanno dato vita a questo progetto sperimentale chiamato Makunouchi Bento (che è il nome di un pranzo “al sacco” giapponese).

Utilizzano sia strumenti elettronici che acustici. Il loro ultimo lavoro, Swimé, è acquoso in modo affascinante con inserti che abbozzano semplici strutture armoniche e graziosi rumori di fondo.

Il disco è scaricabile gratuitamente qui.

Un estratto:

Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorskii

Qualche anno fa, in questo post, abbiamo parlato delle foto a colori realizzate nel 1909, con una tecnica semplice quanto ingegnosa, dal russo Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorskii.

Oggi la collezione delle sue immagini, ricreate in digitale a partire dalle lastre originali, è approdata a Flickr e può essere visualizzata qui.

Eccone alcune. Nella loro semplicità e staticità, le trovo bellissime.

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La foto del giorno

Considerato quello che sta accadendo al là del mare e vista la mia “affezione” nei confronti della rete, questa per me è l’immagine del giorno. (click per ingrandire)

È stata scattata da Paula Nelson e pubblicata sul Boston Globe insieme ad altre 39 foto. Mostra alcuni bloggers egiziani anti-governativi che lavorano con laptop e cellulari in un angolo di Piazza Tahrir, dopo essersi procurati la corrente e aver collegato una catena di ciabatte.

Non so se afferrate la forza di questa immagine. Questi tizi, nel mezzo del casino, fanno quello che sentono di dover fare e bloggano, sia pure con grande difficoltà. Ricordiamo che, in quel famoso 27 Gennaio, il governo ha imposto alle telco il blocco delle linee adsl e wireless, cellulari compresi. Ciò nonostante, dopo qualche giorno, internet ha ripreso funzionare a singhiozzo grazie ai radioamatori e ai vecchi modem su linea telefonica fissa collegati a French Data Network che ha fornito connessioni gratuite sulle linee analogiche internazionali.

Il 2 Febbraio i collegamenti sono stati, almeno parzialmente, ripristinati (qui i dati del RIPE).

In Egitto l’età media è 24 anni e più dei 2/3 della popolazione ha meno di 30 anni. È impossibile dire adesso che cosa succederà in questo paese e nel resto del Medio Oriente, ma questo è un bel segnale che fa piazza pulita degli stereotipi culturali sulle masse arabe e delle teorie del “portare la democrazia”. La democrazia non si porta; se ce la fa, arriva (e poi non è detto che resti).

Il video che segue è Sout Al Horeya صوت الحريه “The sound of freedom” (con sottotitoli in inglese), accreditata a Moustafa Fahmy, Mohamed Khalifa, and Mohamed Shaker (ma altre fonti citano altri nomi), una delle tante canzoni nate in questi giorni e messe in rete.

 

3D printed flute

Amit Zoran, del MIT Media Lab, ha creato un flauto con una stampante 3D a partire da un modello realizzato in CAD.

Per il momento, il suono è temibile a causa dei materiali utilizzati e il modello ha ancora qualche piccola imperfezione, ma si tratta di un passo notevole che potrebbe portare a grandi sviluppi sia dal punto di vista commerciale (calo dei prezzi perlomeno per gli strumenti di fascia media e bassa), sia sotto l’aspetto sperimentale, che mi interessa di più. Qui si intravvede la possibilità di progettare e testare nuovi strumenti o nuove forme per quelli tradizionali. Sarà possibile, inoltre, creare strumenti personalizzati.

Per l’utilizzo elettroacustico, il suono non è una qualità imprescindibile, essendo trasformato e creato via software e quindi la possibilità di sperimentare con forme e sonorità nuove è attraente.

Ecco il video: