The Boomcase

Yellow and Blue 200 Watt BoomCase. Measures Approx. 14″x16″x6″

Blue Boomcase

La scoperta della BoomCase by Mr. SiMo mi suscita una fantasia…

Quasi sempre, quando vado in Conservatorio in treno (regionale, senza scompartimenti), prima o poi vengo oppresso da un qualche umanoide che ascolta musica inferiore dal suo inferiore telefonino.

A questo punto io tiro giù la mia valigia da 200 watts, la accendo e lo annichilisco con, per es., Kontakte, sparato al massimo del volume… :mrgreen:

Kaikhosru Shapurji Sorabji

Kaikhosru Shapurji Sorabji – al secolo Leon Dudley Sorabji – (Chingford, 14 agosto 1892 – 15 ottobre 1988) è stato un compositore e pianista britannico, di origine Parsi.

Una delle sue opere più famose, l’Opus Clavicembalisticum, è considerato uno dei pezzi più difficili mai scritti per pianoforte per virtuosismo trascendentale e durata (a seconda dell’esecuzione può variare da oltre tre fino a cinque ore). Il suo lavoro mastodontico (oltre 11.000 pagine di partiture e 100 ore di musica) ne fa uno compositori più prolifici del XX secolo.

In questa playlist ne possiamo ancoltare una parte.

Mandelbrot RIP

Benoît Mandelbrot, l'”inventore” della geometria frattale, è morto giovedì scorso a Cambridge (Massachusetts) all’età di 85 anni. Che i frattali siano con lui.

L’Orologio Astronomico di Praga

Un light show proiettato sull’Orologio Astronomico di Praga per celebrare il suo 600° compleanno. La trovo molto bella, sia dal punto di vista video che da quello del rapporto con il suono.

Da quel che ne so sono stati utilizzati due proiettori Christie Roadster 18k HD da 18000 lumen.

A light show projected onto the Astronomical Clock Tower in Praga to celebrate its 600th birthday.

Mapping: The Macula, Michal Kotek, Lukáš Duběda
Sound: data-live
Production: Tomato Production

La ricerca dell’audio perduto

Un recente rapporto della Biblioteca del Congresso USA dal titolo The State of Recorded Sound Preservation in the United States: A National Legacy at Risk in the Digital Age, scaricabile in pdf, fa notare che vaste porzioni del patrimonio audio sono ormai perdute o inaccessibili al pubblico a causa di errata conservazione, supporti labili, ma anche e spesso, di problemi determinati dal copyright.

In merito a quest’ultimo punto, il rapporto dichiara fin da subito che

Copyright law and interests in protecting intellectual property are a final thread (or perhaps a seemingly unyielding tangle) in the environment affecting recorded sound preservation. [pag. 6]

e continua

In many instances, early commercial recordings may be unavailable from rights holders. As reported in the Survey of Reissues of U.S. Recordings, a study commissioned by the NRPB, “ten percent or less
of listed recordings have been made available by rights holders for most periods prior to World War II. For periods before 1920, the percentage approaches zero.

All U.S. recordings, both commercially released and unpublished, created before February 15, 1972, are protected by a complex network of disparate state civil, criminal, and common laws. Accordingly, sound recordings are unique among all creative works in the United States insofar as the effective term of copyright protection for even the oldest U.S. recordings, dating from the late nineteenth century, will not end until the year 2067 at the earliest (i.e., 95 years after the placement of sound recordings under federal protection in 1972)

Questa situazione ha dell’incredibile: le istituzioni che si occupano della conservazione dei documenti audio sono impedite, quando non bloccate, dalle leggi fatte da un altro ramo della stessa istituzione.

È interessante osservare che, invece, i problemi tecnici, che pure esistono, si possono risolvere. Una volta accettato il fatto che non esiste un supporto eterno, si tratta solo di rinnovare i supporti ogni congruo numero di anni.

Con questo non voglio dire che quello posto dal copyright sia l’unico ostacolo. Il rapporto insiste anche sulle corrette modalità di conservazione, sulla necessità di formati standard, adeguati e non compressi, sulla creazione di professionalità apposite. Ma, mentre queste ultime sono, in fondo, questioni tecniche che si risolvono impiegando risorse adeguate, quello del copyright è, in realtà, un problema di potere, quindi molto più difficile.

10/10/10

Mi era sfuggito. Domenica era il 10/10/10, numero topico che, letto in binario (101010) fa 42, la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto nel romanzo di Douglas Adams.

Come è noto, non si conosce la domanda

“Quarantadue!” urlò Loonquawl. “Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?”
“Ho controllato molto approfonditamente,” disse il computer, “e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda.”

Peraltro, secondo wikipedia, il 42 ha parecchi significati, soprattutto religiosi:

  • È il numero di generazioni intercorrenti tra Abramo e Gesù Cristo nel Vangelo secondo Matteo
  • Nell’Apocalisse biblica, l’impero “che assomiglia all’Impero Romano” regna sulla Terra per 42 mesi.
  • È il numero del Diavolo (6) moltiplicato per il numero di Dio (7).
  • È il numero dei comandamenti (o regole) della divinità egiziana Maat [cavolo, noi siamo già in difficoltà con 10]
  • Nell’antico testo cinese Tao Te Ching di Lao Tzu il capitolo 42 contiene una spiegazione dell’universo [Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò il Due, il Due generò il Tre, il Tre generò le diecimila creature].

The Ware Tetralogy

coverColoro che leggono l’inglese e amano la SF, possono scaricare gratuitamente The Ware Tetralogy di Rudy Rucker. Si tratta di una serie di 4 racconti lunghi (novels, in inglese) intitolati Software, Wetware, Freeware e Realware scritti fra il 1982 e il 2000.

I primi due hanno vinto il premio Philip K. Dick per il miglior racconto. Ora l’intera serie è stata ripubblicata da Prime Book. Si può acquistare il volume o scaricare il pdf o l’rtf da questa pagina.

Sita Sings the Blues

Sita Sings the Blues (2009) è un film di animazione di Nina Paley che racconta l’epica del Ramayana (la storia di Sita, moglie di Rama, che segue il marito in un periglioso esilio, finendo per essere rapita dal demone Ravana), facendo un parallelo con la vicenda autobiografica di una newyorkese contemporanea in cui marito viene inviato per lungo tempo in India per lavoro e che lei decide di raggiungere. Il tutto condito da una colonna sonora formata da canzoni di Annette Hanshaw, cantante blues degli anni ’20.

Il film è stato osannato dalla critica, sebbene sia stato accusato da alcuni gruppi Hindu di essere irrispettoso nei confronti del Ramayana e della cultura indiana. Il New York Time lo ha recensito come un’opera che

evokes painting, collage, underground comic books, Mumbai musicals and ‘Yellow Submarine’ (for starters)

Sita Sings the Blues è rilasciato in Creative Commons e può essere scaricato liberamente da questa pagina dell’Internet Archive in vari formati e risoluzioni (e quindi dimensioni). Il film ha vinto una enorme quantità di premi.

Ecco, come preview, la versione da You Tube (quelle scaricabili sono meno compresse e di qualità migliore)