Suoni misteriosi dalla stratosfera

Una serie di suoni non ancora spiegati sono stati registrati da un veicolo NASA HASP. High Altitude Student Platform: è un veicolo di supporto che viene attaccato a un pallone sonda che lo solleva fino a 36 km per 20 ore. Il veicolo è destinato a ospitare esperimenti progettati dagli studenti.

È stato un microfono a bassa frequenza a registrare questi strani e per niente affascinanti (checché ne dicano i giornali) suoni nella banda fra 0.01 e 25 Hz. Frequenze bassine 🙂 Per renderli udibili si è reso necessario accelerarli di 1000 volte. Un bel salto di circa 10 ottave per cui, ascoltandoli, non cercate di immaginare che cosa potrebbero essere perché l’originale è molto, ma molto diverso.

In pratica sono semplici vibrazioni che potrebbero anche essere state provocate dal cavo che collega l’HASP al pallone aerostatico, per cui niente panico; non è il caso di parlare di alieni. L’unica cosa che ha una qualche connessione con gli alieni è il fatto che lo studente dell’Università del North Carolina che ha progettato l’esperimento si chiama Bowman (ricordare 2001 Odissea nello Spazio).

Le spiegazioni finora ipotizzate sono legate ai venti e alle variazioni della pressione atmosferica (nella stratosfera c’è aria: è solo il secondo strato dell’atmosfera).

Nel frattempo la notizia è stata raccolta da tutti i principali giornali che l’hanno condita con la potente parola magica “X-Files” e Repubblica è riuscita, come sempre, a infilarci lo strafalcione traducendo “infrasound microphone” con “microfono a infrarossi”; un peccato veniale rispetto a quelli che fa di solito.

Eccovi la registrazione.

Fonte/Source: Live Science

Petite symphonie intuitive pour une paysage de printemps

Luc Ferrari – Petite symphonie intuitive pour une paysage de printemps (1973-74)

A review by Blue Gene Tyranny

A lovely work of electro-acoustic music by one of the French pioneers of musique concrète, “Petite Symphonie Intuitive Pour un Paysage de Printemps” (“Little Intuitive Symphony for a Spring Landscape”) recreates the composer’s experiences during a climb toward sunset on the Causse Méjean, a high plateau in the Massif Central, including his recollection of a shepherd’s flute and its reverberations across the landscape. The flute sounds and multiple echoes continue in changing musical modes throughout the piece (the tonic redefined by electronic drones), blending together with sounds of the countryside and conversational fragments from the human presence to create a beautiful sonic landscape of 25 minutes duration.

(((.foundsoundscape.)))

(((.foundsoundscape.))) is “a live radio collage of foundsound places to underscore your personal spaces”. It’s curated by Janek Schaefer and features 1000 different locations, by 100 different artists.

Foundsoundscape was inspired by the very first Digital Radio station in the UK, that simply played a recording of a rural location. Radio you could just leave running to add a peaceful ambience to your environment indoors. It heralded a new media paradigm, as digital broadcasting offered more capacity than requred for the first time, and that space needed filling. At the same time on TV, Channel 4 was broadcasting Big Brother live 24hours, and at night I loved to tune-in my analogue TV sets all over the house, and the shed, so I could hear the housemates gently sleeping as I worked through the night. Since then infomercials, and gambling TV have taken over, and I greatly miss that sense of real-time space, that does not demand your attention. Foundsoundscape quietly underscores your environment, by creating new ones from others.

foundsoundscape

Bach nella cattedrale

Da YouTube salta fuori anche questa registrazione della Cantata “Gott ist mein König” (BWV 71) esguita in St. Mary’s Church a Mühlhausen.

Si tratta di una cattedrale gotica del 14mo secolo il cui riverbero illumina la cantata fin dall’attacco del primo movimento. Bach lavorò a Mühlhausen nel 1707/8 ed è probabile che la cantata BWV 71 sia stata eseguita per la prima volta proprio in questa chiesa.

Alan Lomax’s Archive Online

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Alan Lomax (1915 – 2002), etnomusicologo, antropologo e produttore discografico, ha raccolto materiali sonori in quasi tutto il mondo, dalla Spagna alla Gran Bretagna, al Sud America, all’Africa.

Ora tutto questo materiale è online qui.

Descrizione tratta dal sito:

The Sound Recordings catalog comprises over 17,400 digital audio files, beginning with Lomax’s first recordings onto (newly invented) tape in 1946 and tracing his career into the 1990s. In addition to a wide spectrum of musical performances from around the world, it includes stories, jokes, sermons, personal narratives, interviews conducted by Lomax and his associates, and unique ambient artifacts captured in transit from radio broadcasts, sometimes inadvertently, when Alan left the tape machine running. Not a single piece of recorded sound in Lomax’s audio archive has been omitted: meaning that microphone checks, partial performances, and false starts are also included.

This material from Alan Lomax’s independent archive, begun in 1946, which has been digitized and preserved by the Association for Cultural Equity, is distinct from the thousands of earlier recordings on acetate and aluminum discs he made from 1933 to 1942 under the auspices of the Library of Congress. This earlier collection — which includes the famous Jelly Roll Morton, Woody Guthrie, Lead Belly, and Muddy Waters sessions, as well as Lomax’s prodigious collections made in Haiti and Eastern Kentucky (1937) — is the provenance of the American Folklife Center at the Library. Attempts are being made, however, to digitize some of this rarer material, such as the Haitian recordings, and to make it available in the Sound Recordings catalog. Please check in periodically for updates.

Hakanaï

Costruire spazi virtuali intorno ai danzatori è particolarmente di moda ultimamente (oltre che di sicuro effetto). Ecco un altro esempio da parte della compagnia Adrien M / Claire B (gli stessi di Pixel: Adrien Mondot, artista multidisciplinare, programmatore; Claire Bardainne, artista, scenografa e designer).

Hakanaï è una performance coreografica per una ballerina in un volume di immagini in movimento. Nella lingua giapponese, Hakanaï definisce ciò che è non permanente, fragile, effimero, transitorio, tra sogno e realtà. Una parola antica che evoca un materiale sfuggente associato con la condizione umana e la sua incertezza, ma anche associata con la natura. Si scrive combinando due ideogrammi, quello che significa l’uomo e quello che designa il sogno. Un legame simbolico che è il punto di partenza di questa partitura per una ballerina che incontra delle immagini, dando vita a uno spazio ai margini dell’immaginario e del reale. Le immagini sono animate in diretta, secondo schemi fisici di movimento, al ritmo di una creazione sonora anch’essa eseguita dal vivo. Dopo l’esecuzione, rimane una installazione aperta agli spettatori.

In Japanese, the word ‘hakanaï’ is used to define the ephemeral, the fragile. The French group, Company Adrien M/Claire B invites the public to join them in the illusory world of dreams. The audience is invited to peer into a cloth cube where a visual haiku of a dancer and thousands of dancing images is unfolding. Hakanaï is an impressive convergence of dance and visual art, of bodies and moving graphics, of reality and dreams.

Since 2004, Company Adrien M/Claire B has been connecting digital culture with the performing arts. The collective develops performances and exhibitions that combine the real with the virtual. By focussing on man and body within a technological framework, they create timeless, poetic works.

Il volo silenzioso

owl

Il gufo riesce a volare in perfetto silenzio.

Inaudibile anche in cuffia, nonostante debba passare a pochi centimetri da un nutrito set di microfoni (e che microfoni) in un ambiente di test già silenzioso di suo. Le sue ali muovono l’aria senza generare alcun picco.

NB: NON “alcun picco a frequenze udibili”, ma proprio nessun picco. La registrazione è una linea praticamente dritta (vedi il secondo video).

Tratto dal programma di BBC Two Natural World. Segnalato da Lucia.

In questo breve video c’è l’essenza dell’esperimento.

 

Qui abbiamo un video un po’ più completo con qualche commento.

Nabaz’mob

In questo post, la storia di Nabaztag è tratta da Wikipedia, con qualche nota del sottoscritto.

La parola Nabaztag (“նապաստակ” che in lingua armena significa coniglio), indica il coniglio wifi ideato da Rafi Haladjian e Olivier Mével e prodotto, nel 2005 dalla compagnia francese Violet.

Alto 23 centimetri, per un peso di 418 grammi, dispone di svariate abilità, tra le quali dare le previsioni del tempo, declamare le ore, segnalare eventuali messaggi di posta elettronica e illuminarsi per mezzo di LED colorati, muovendo le orecchie e pronunciando imprevedibili battute. Può inoltre riprodurre messaggi testuali ed MP3. Con il passare del tempo altri svariati servizi sono stati implementati. È inoltre scomparsa la distinzione tra servizi base e servizi su abbonamento, anch’essi divenuti gratuiti. Esistono anche dei servizi sviluppati dagli stessi utenti (musica, notizie, curiosità) denominati “Nabcast”.

L’oggetto, venduto a partire da giugno 2005, alla fine di ottobre 2006 aveva raggiunto i 35.000 esemplari nella sola Francia. A fine 2006 viene introdotto un modello più avanzato, il Nabaztag:tag che supporta lo streaming mp3 via internet, ha un microfono per ricevere comandi vocali e un lettore di RFID con tag personalizzati per ricevere comandi. Questo modello, inoltre, è dotato di tecnologia PULL, ossia può interrogare il server di propria iniziativa. A settembre 2007 sono presenti più di 180.000 Nabaztag in tutto il mondo.

Il 20 ottobre 2009 Violet, in difficoltà per una gestione dissennata, è acquistata dal noto software publisher Mindscape che immette sul mercato un modello ancora più avanzato chiamato Karotz con webcam e maggiori capacità di memoria. Ben presto, però, anche quest’ultimo entra in crisi. Il 29 luglio 2011 Mindscape comunica lo spegnimento dei server di gestione di Nabaztag creando in un solo colpo 180.000 orfani, ma rende pubblico il codice per la gestione dei “coniglietti” multimediali, rendendo possibile a diverse comunità utenti di creare dei nuovi server. Comunque, le varie comunità utente hanno privilegiato soluzioni alternative, basate sui progetti Opensource OpenJabNab, Nabizdead e OpenNag, più semplici da implementare dell’originale server (denominato “burrow”, con riferimento alle tane dei conigli selvatici) Violet/Mindscape ma privi del supporto per le vecchie unità Nabaztag di prima generazione. Le comunità utente sorte nell’immediata chiusura del server “ufficiale” supportano infatti i soli Nabaztag:tag.

In seguito Mindscape è acquisita da Aldebaran Robotics, azienda specializzata in robot giocattolo ed amatoriali, che vende ad esaurimento le scorte di Karotz senza sviluppare il prodotto, malgrado esso avesse incorporati e ben visibili evidenti agganci per accessori ed estensioni. Infine, con un annuncio scioccante del suo CEO comunica lo spegnimento dei server dei Karotz per il 18 febbraio 2015 segnando, così, la fine del progetto la cui esistenza resta affidata ai server amatoriali.

Dalla creazione di Nabaztag, Antoine Schmitt ne è il designer comportamentale e Jean-Jacques Birgé il designer sonoro. Insieme, hanno anche composto l’Opera Nabaz’mob per 100 conigli tra loro comunicanti, che ha vinto il Prix Ars Electronica Award of Distinction Digital Musics 2009 e di cui si può vedere un estratto in questo video.

 

Il video in questa pagina è un estratto più breve, ma l’audio è migliore.